Rituale conferenza
stampa della ministra Gelmini a inizio d’anno scolastico durante la
quale sono stati dati numeri generali relativi alle iscrizioni nei vari
ordini di scuola, comprese le cifre sulle immissioni in ruolo dei
docenti e Ata; sul fronte dell'offerta formativa ha sottolineato
l’implementazione degli Istituti tecnici superiori che prevedono dei
corsi biennali post diploma per «coniugare preparazione teorica con
formazione sul posto». Mai così alto, ha infine aggiunto, il
numero degli insegnanti di sostegno: circa 94 mila anche se il dato è
destinato a crescere. Per chi non vive i problemi della scuola potranno
pure sembrare le parole del ministro coerenti col suo dicastero, ma per
chi invece dal 28 agosto è in sciopero della fame davanti al Santuario
di Siracusa, esse possono avere il sapore della beffa. Intanto avrebbe
dovuto spiegare il motivo per il quale il 48,85 per cento delle
assunzioni saranno al Nord, il 22,16 al Centro, il 29,01 al Sud e
poi come pensa di aumentare il numero degli insegnanti di
sostegno se nessun corso di formazione è stato finora previsto e su
quali graduatorie intende attingere personale.
Ha poi elogiato il lavoro dei suoi funzionari, dribblando però
sui tanti contenziosi, finora tutti persi dal Miur, intentati dai
precari contro le risoluzioni normative inventate da quelle parti,
l’ultima delle quali è la riserva di 10mila posti a favore delle
graduatorie già scadute. Delle due l’una: o il ministro Gelmini
s’impunta e loro devono ubbidire, oppure lei suggerisce e nessuno la
sconsiglia, come è giusto che sia, per evitare contenziosi ed esborsi
all’erario, a parte il caos che si ingenera negli uffici periferici.
Ha poi elogiato la creazione degli Its, ma nulla ha detto dei licei
musicali e coreutici che potrebbero vivere, in base alle richieste, una
stagione bellissima di crescita e che però sono a numero chiuso e solo
in quantità limitata: in Sicilia ne sono stati accordati solo due
(Palermo e Ragusa), scordando la Catania di Vincenzo Bellini. Ma ha
pure sorvolato il problema delle classi pollaio e della messa in
sicurezza degli edifici scolastici.
Fare dunque una conferenza stampa per elogiare l’operato del Governo,
costretto, lei dice, a fare tagli lineari ci pare superficiale nei
confronti dei docenti che ogni giorno vivono condizioni disastrose; ma
è pure irrispettoso nei confronti della famiglie a caccia dei libri
meno cari e di una scuola che possa assicurare un futuro decoroso ai
propri figli, cosa che non avviene per la soppressione di ore e
di materie, di didattica (vedi il tempo pieno) e di prerogative
culturali. Ma è pure sconveniente nei confronti dei dirigenti, ogni
giorno a caccia di fondi e di attrattive per richiamare utenza ed
evitare dimensionamenti e accorpamenti, mentre tante scuole ancora oggi
sono privi di un preside.
Anche se la nostra ministra non avesse colpe su tutto ciò che sta
precipitando contro l’istruzione, avrebbe dovuto dipingere un quadro
meno idilliaco e se lo avesse fatto le avremmo sicuramente
perdonato perfino le sue dimenticanze nell’indicare i colpevoli.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org