
Il valzer dei presidi continua, ma la musica che l’accompagna non è per nulla romantica e non fa respirare aria pulita.
Si sono susseguiti quattro o cinque elenchi di scuole con relativa assegnazione di dirigenti e quindi con le susseguenti rettifiche che hanno rimodulato e “scambiato sedi” e nomi.
Nel primo elenco delle 131 operazioni di mobilità figuravano, infatti, scuole inesistenti come l’Istituto comprensivo De Amicis di Catania che invece è un Circolo didattico ed ha un suo titolare, mancano i nomi di alcuni dirigenti, “vincitori” dell’ultimo concorso, rimasti senza sede; scuole assegnate prima ad uno e poi, con scambio non si sa se consensuale, ad un altro dirigente; sedi nelle quali si sono ritrovati contemporaneamente due dirigenti entrambi nominati dalla Direzione regionale, però in giorni diversi; scuole nelle quali, pur essendo sottodimensionate il preside in carica mantiene la presidenza per continuità di contratto o per accoglimento dell’istanza del mantenimento in servizio.
Al quarto piano di Via Fattori sono accesi tutti i computer e fax, vengono diramate comunicazioni di rettifiche agli interessati, a volte (può capitare !) si scambiano i nomi o le sedi. Si incrociano e si confondono i fogli del primo, del secondo e del terzo elenco delle scuole sottodimensionate dove figuravano prima 45 scuole ed in secondo elenco il numero viene ridotto a 36.
Tutto all’insegna della confusione, della frenesia, della tensione emotiva che produce stress e stanchezza, con orari prolungati fino alle ore 23 e tutto ciò sotto l’occhio vigile e attento del direttore Altomonte, che segue e coordina le operazioni, ma, essendo da appena un mese in Sicilia non può avere la conoscenza diretta dei dirigenti, delle scuole, dei paesi e dei problemi della scuola siciliana.
In questa operazione l’influenza del sindacati è stata marginale o quasi assente e se i risultati fossero stati positivi e corretti sarebbe stato un bel segnale di inizio per il nuovo direttore regionale.
Un tempo, i presidi anziani lo ricordano, dopo aver superato il concorso nazionale arrivava la lettera di destinazione della sede e non si pensava neanche di andare a protestare o a chiedere il cambiamento della sede. Oggi la democrazia consente di “trattare” l’assegnazione della sede, di cambiarla in relazione alla distanza da casa, all’efficienza della segreteria, alle prospettive di stabilità e di crescita dei numeri degli alunni.
Pare, ma sarà solo voce di corridoio, che qualche dirigente abbia comunicato un numero inferiore di alunni, così da poter beneficiare della precedenza nella mobilità, provenendo da una scuola sottodimensionata.
Ora si è in attesa delle reggenze che coinvolge in maniera particolare le scuole che hanno meno di 500 alunni, senza tener conto della storia e della tradizione scolastica quali ad esempio il glorioso ed unico in Sicilia Istituto d’arte della ceramica di Caltagirone ed il Convitto Nazionale “Mario Cutelli”, istituito nel 1779 come “ Real collegio dei nobili” ,forse la prima istituzione scolastica della Sicilia.
Nel frattempo la Direzione con una circolare inviata sabato alle ore 15, quando le scuole sono già chiuse, si affida ai vice presidi il compito di dirigere la scuola in attesa della nomina dei presidi “reggenti” , così da poter consentire alcune urgenze scolastiche quali l’approvazione dei progetti delle scuole a rischio che hanno la scadenza del 10 settembre e non è consentito giustificare il ritardo a causa dell’assenza del dirigente.
Fioretto
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