
Per gli operatori della scuola che soffre i tagli, le riduzioni della cattedre, la mancanza dei docenti di sostegno, le classi numerose, le scuole accorpate, alcune ancora senza dirigente, è trascorsa come una giornata ordinaria.
Il Personale di segreteria indaffarato con le procedure di avvio dell’anno scolastico: elenchi, nomine, contratti; i collaboratori scolastici impegnati nelle pulizie straordinarie in vista della prossimo apertura dell’anno scolastico, ed i professori hanno beneficiato di una giornata di libertà per consentire loro di partecipare al corteo.
Molte segreterie hanno comunicato “partecipazione zero”, anche perché alcuni presidi “zelanti” e rispettosi della democrazia partecipativa non hanno messo in programma per la giornata dello sciopero alcuna attività di servizio, né riunioni di classe o di dipartimento.
I professori avrebbero dovuto telefonare a scuola per manifestare la propria adesione allo sciopero, e farsi trattenere la giornata, cosa per nulla pensabile , anche con tutto l’astio contro il Governo e la Gelmini.
Leggendo su Aetnanet la nota sull’assemblea della FLC- CGIL per il comparto scuola, svoltasi presso il Liceo Galilei: . L'assemblea ha visto la partecipazione di oltre cento intervenuti che hanno seguito con attenzione, e condiviso la necessità di un segnale forte e tempestivo come lo sciopero, dettato dai tempi serrati del contesto socio-politico in cui la manovra finanziaria sta compiendo il suo iter parlamentare” vien da commentare che se l’adesione di cento partecipanti (molto pochi rispetto al numero dei docenti delle 69 scuole della città di Catania) è ritenuta soddisfacente, non c’è da lamentarsi se a livello nazionale i risultati dello sciopero non hanno prodotto alcun esito, oltre la mancata uscita del Corriere della Sera.
La crisi economica non si risolve con lo sciopero ed i tagli continuano ad essere inflitti in maniera indiscriminata.
In un precedente intervento è stata evidenziata come la scuola non ha una forza politica di unità e di coesione, ciascuno pensa per sè , per il proprio orticello sindacale o partitico si corre come “cani sciolti”; manca l’amalgama e nei supermercati non la vendono!.
Per la scuola non esiste un’ANCI potente e capace di essere una “forza”. Le tante piccole sigle sindacali che iniziano con la “A” o con la “D”, essendo piccole e frastagliate, sono prive di forza e di efficacia. La loro rappresentatività è solo una formale presenza nei tavoli tecnici, dove si decide come favorire alcuni amici ed i soliti raccomandati.
Le disparità di trattamento tra Nord e Sud sono anche dovute ad una mancanza di politica scolastica che ha il respiro corto e non è capace di guardare oltre la siepe come la giraffa.
Le disposizioni scaturite dall’art.19 del D.L. n. 98/2011 relativo alla manovra finanziaria che impone la “razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica” e di conseguenza la trasformazione dei Circoli didattici e delle Scuole medie in istituti “comprensivi” con una popolazione di mille studenti e l’aggregazione delle scuole sottodimensionate, infliggono alla scuola una “potatura forzata” dei rami secchi, non dicono che bisogna tagliare anche gli alberi secolari che per la nostra realtà provinciale sono il Convitto Nazionale “Mario Cutelli” e l’Istituto d’arte della ceramica di Caltagirone. intitolato a Don Luigi Sturzo.
La colpa di tutto ciò più che sul ministro Gelmini, dovrebbe ricadere su coloro che applicano la norma o usano la scure, seguendo la metafora, con gli occhi bendati e colpiscono non solo i rami secchi, ma anche i germogli verdi, con tante piccole foglie, che hanno la vitalità di crescere e di svilupparsi e non manifestano alcuna attenzione e rispetto neanche per gli alberi secolari,che meritano, invece, di essere curati e coltivati
Fioretto
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