Nessuna
inversione rispetto alle politiche dei tagli per scuola e università
pubbliche dalla bozza di legge di stabilità.
Pochi spiccioli per le università ormai al collasso, niente ripristino
dei tagli per il diritto allo studio, cancellazione dei dirigenti
scolastici sotto i 300 alunni, taglio di 1000 assistenti amministrativi
e un numero imprecisato di tecnici di laboratorio. Nella bozza ci
sarebbe pure l'estensione all'AFAM del blocco degli scatti. Alle scuole
paritarie 242 milioni di euro, alle università private 20 milioni di
euro, all'istruzione pubblica solo tagli.
Perché il Ministro Gelmini anziché vendere fumo non garantisce il
pagamento degli scatti? Dove sono le risorse per i rinnovi dei
contratti nazionali? Non capisco quale rapporto ci sarebbe tra il
taglio dei distacchi e dei permessi sindacali, solo nella scuola, e la
valorizzazione professionale.
La verità è che si vuole colpire la funzione del sindacato perché si
opposto alle politiche devastanti del Ministro Gelmini e del Governo
Berlusconi. (da Flc-Cgil)
Ma non ci faremo intimidire e continueremo la mobilitazione, dopo la
manifestazione dell'8 ottobre, per licenziare un Governo ormai distante
dai problemi reali della scuola e dell'università pubblica e che
intende precarizzare ulteriormente le condizioni esistenziali delle
nuove generazioni.
Indignarsi e scendere in piazza è giusto per chiedere di cambiare
questo Paese.
L.STABILITA': CGIL, TAGLI
INDISCRIMINATI A RETRIBUZIONI DIPENDENTI P.A.
(ASCA) - Roma, 14 ott - ''Con la legge di stabilita' non si tagliano le
spese superflue delle amministrazioni ma si continuano a tagliare
indiscriminatamente le retribuzioni dei dipendenti pubblici''. A
denunciarlo e' il responsabile del dipartimento Settori pubblici della
Cgil Nazionale, Michele Gentile, ad un
primo esame della bozza del disegno di legge stabilita'.
Nel testo, infatti, sottolinea il dirigente sindacale, ''si prevedono
una serie impressionante di misure che hanno due caratteristiche
comuni: si manomettono le norme dei contratti collettivi nazionali di
lavoro dei 3,5 milioni di dipendenti pubblici e si tagliano le
retribuzioni dei lavoratori''. Nel merito, elenca il sindacalista, si
va ''dal taglio dei buoni pasto per tutti coloro che hanno una giornata
lavorativa inferiore alle otto ore, al netto di pause e altre
interruzioni, che produrra' un danno economico fino a 150 euro al mese,
alle decurtazioni delle spese di tutti i rimborsi derivanti dalle spese
che i dipendenti trasferiti debbono sostenere''.
Cosi' come, aggiunge Gentile, ''dalla previsione di un
autofinanziamento di quegli istituti contrattuali quali gli scatti di
anzianita' per i dipendenti della scuola al taglio delle liberta'
sindacali per il comparto scuola; dai limiti imposti alle
rappresentanze all'estero del Ministero degli Esteri alla scomparsa dei
trattamenti derivanti da cause di servizio''. Inoltre il dirigente
sindacale sottolinea la misura, ''che sa molto di passato, per i
lavoratori che vanno in missione in Italia e che dovranno soggiornare e
mangiare negli edifici delle amministrazioni: un dipendente del
ministero degli interni dovra' forse dormire in caserma?''.
Per Gentile, quindi, ''ad un primo esame sembrano queste alcune delle
'non' riduzioni di spesa delle amministrazioni ma dei tagli
indiscriminati alle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Ancora una
volta la crisi non e' pagata dalle amministrazioni e dai privilegi
della politica: non un euro in meno per le consulenze, per le spese
discrezionali, per le spese di rappresentanza dei ministri e per quelle
dei gabinetti; ma la solita sucre sui soliti noti lavoratori pubblici.
Quando questo governo se ne andra' - conclude - sara' sempre troppo
tardi''.
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