La norma è meno
dura di quanto era prevedibile all'inizio, perché saranno i contratti collettivi (e
non la sola legge) a definire con quali criteri si potranno gestire le
«eccedenze di personale» anche attraverso il passaggio ad altra
amministrazione e anche fuori dal territorio regionale. Ma il
maxiemendamento alla dl di stabilità, in discussione al Senato,
contiene comunque una certezza per quanto riguarda lo sbocco finale: esaurite tutte le procedure, il personale che non può essere
ricollocato, oppure non vuole, va messo in cassa integrazione. Almeno
stando all'ultima bozza del maxiemendamento governativo approvato la
scorsa settimana al consiglio dei ministri, come risposta ai rilevi
dell'Unione europea sulla mancanza di misure per lo sviluppo. Il
maxi era atteso per ieri in commissione bilancio di Palazzo Madama, ma
vi arriverà probabilmente non prima di domani mattina (oggi -n.d.r.),
dopo nuove limature e soprattutto dopo il voto sul rendiconto dello
stato alla camera. I docenti in
esubero nella scuola, circa 10 mila, stando all'articolato, avranno
l'obbligo di essere ricollocati, in altre funzioni e amministrazioni.
Il personale che non sarà possibile rimettere al lavoro, o si rifiuti
di farlo, sarà messo in disponibilità, con il diritto a un'indennità
pari all'80% dello stipendio e per durata massima di 24 mesi. Una sorta di cassa integrazione, al termine della
quale c'è il licenziamento.
Confermato nel
maxiemendamento l'avvio obbligatorio dal 2012 della pagella elettronica
e le modifiche alla governance degli Its, gli istituti tecnici
superiori. (di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi)
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