Sono 24 gli
istituti abruzzesi che saranno soppressi con il nuovo piano di riordino
che prevede la chiusura delle scuole con una popolazione media
inferiore a mille alunni. A dare l'allarme è il Partito democratico.
«Dopo la sanità e i servizi sociali, ora il centrodestra lancia la sua
battaglia contro la scuola pubblica, impedendo che l' Abruzzo si unisca
alle altre 15 Regioni italiane che hanno impugnato un provvedimento
pericoloso di fronte alla Corte costituzionale e avviando senza battere
ciglio pesanti tagli sul sistema scolastico. A questo centrodestra non
piace proprio che lo Stato eroghi servizi essenziali».
E' quanto affermano il segretario regionale del Pd, Silvio
Paolucci e la responsabile Scuola, Gianna Di Crescenzo. Mentre 15
Regioni su 20 hanno impugnato quella parte della manovra estiva che
impone loro di tagliare sull' istruzione pubblica, con la Conferenza
Stato-Regioni che detta linee guida più morbide, il centrodestra sfila
l'Abruzzo dal fronte bipartisan e si avvia alla soppressione di 24
autonomie scolastiche, da sommarsi alle 19 già soppresse nell'anno
2009-2010. Una decisione che comporterà il taglio di posti di lavoro
nella dirigenza scolastica e amministrativa che saranno concentrati
prevalentemente nelle zone interne e montane, dove potrebbero
scomparire tutti gli istituti al di sotto dei mille alunni, colpendo
territori già duramente colpiti per la scomparsa di importanti servizi
sanitari e sociali. «E a questa nuova fase di tagli», proseguono
Paolucci e Di
Crescenzo, «come ulteriore danno inferto al sistema di istruzione
pubblica e alla scuola dell'obbligo, si sono aggiunti quelli contenuti
nella legge di stabilità che azzerano il fondo per la gratuità dei
libri nelle scuole elementari e riducono il fondo per l'erogazione
delle borse di studio».
Per lo scorso anno scolastico, all'Abruzzo erano stati assegnati, dal
governo, quasi 2 milioni di euro per la fornitura di testi agli alunni
che adempiono all'obbligo scolastico, e 693mila per gli alunni della
scuola superiore, che venivano poi ripartiti tra i Comuni. «Quest'anno
quei fondi non esistono più», insistono Paolucci e Di Crescenzo,
«quindi nessuna copertura per la fornitura gratuita o semigratuita dei
libri di testo. Saranno le famiglie ad accollarsi quest'ulteriore
onere, in barba all articolo 34 della Costituzione che assicura la
gratuità dell'istruzione obbligatoria e il diritto di raggiungere i
gradi più alti degli studi anche a chi è privo di mezzi».
Il programma dei tagli che prelude alla soppressionbe di 24 istituti è
in fase di studio a livello provinciale. Con la riforma, sotto una
popolazione di mille studenti, vanno accorpate scuole d'infanzia,
elementari e medie. Eccezionalmente si può derogare al tetto dei mille
studenti, come nel caso dell'Aquila che è esclusa per il terremoto. Il
piano regionale sarà discusso martedì a Pescara nel corso di una
riunione convocata dall'assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti.
Chieti e Pescara hanno già definito il programma di riduzioni, Teramo è
un po' in ritardo. (da Il Centro)
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