Diversi paesi Ue, tra cui l'Italia, rischiano tra pochi anni di
ritrovarsi senza un numero sufficiente di insegnanti nella scuola
primaria e secondaria. è l'allarme lanciato oggi dalla Commissione
europea, secondo cui Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Austria e
Belgio «potrebbero trovarsi di fronte a una grave penuria di
insegnanti», in quanto il numero di coloro che sono prossimi alla
pensione supera o è vicino alla metà di tutti gli effettivi, mentre
sempre meno nuove leve entrano nella professione. In Italia, in
particolare, nell'insegnamento primario il gruppo di docenti over 50 è
al 44,8%, mentre in quello secondario sale al 57,9%. In Italia, lo
scarto tra giovani e nuovi insegnanti è notevole. Nelle scuole
elementari, a fronte del 44,8% di maestri ultracinquantenni, quindi
quasi la metà, solo lo 0,9% ha meno di 30 anni, e appena il 17,1% ha
meno di 40 anni. Sono il 37,2%, invece, gli insegnanti che hanno tra i
41 e i 49 anni.
Anche Germania e Svezia hanno circa la metà di docenti elementari over
50, rispettivamente 49,3% e 48,1%, ma hanno comunque un maggior numero
di 'nuove levè rispetto all'Italia (gli under 30 tedeschi sono il 6,6%,
quelli svedesi il 5%, mentre gli under 40 sono rispettivamente il 22,1%
e il 23,1%). I maestri sono invece soprattutto giovani in Belgio,
Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Malta e Gran Bretagna, dove oltre il 20%
ha meno di trent'anni e quasi il 30% meno di quaranta.
Nelle scuole secondarie, dove in generale in Europa l'età media dei
professori è maggiore rispetto a quella dei maestri, per l'Italia la
situazione è ancora peggiore, detenendo il record assoluto nell'Ue di
anzianità. A fronte della stragrande maggioranza costituita da un corpo
docente ultracinquantenne (57,8%), secondo i dati di Bruxelles appena
lo 0,5% è under 30, solo il 10,2% è under 40 e il 31,4% ha tra i 40 e i
49 anni. A seguire la Germania, con il 50,7% di ultracinquantenni, che
compensa però con il 3,6% di under 30 e il 20,8% di under 40. Mancano
nuove leve anche in Austria, Spagna e Bulgaria, mentre Malta è il paese
con i docenti più giovani (oltre la metà ha meno di quarant'anni),
seguita da Polonia e Portogallo dove la fascia tra i 30 e i 39 anni è
quella più folta.
La maggior parte degli insegnanti, mette in evidenza lo studio di
Bruxelles realizzato da Eurydice ed Eurostat, tendono ad andare in
pensione appena hanno i requisiti per farlo, tranne oltre un 5% di
maestri che continua a lavorare in Danimarca oltre l'età minima
pensionabile, e oltre il 5% nella scuola secondaria in Italia, Cipro,
Polonia, Finlandia.
In Germania, Svezia e Norvegia questo avviene in entrambi i livelli
scolastici, mentre nella Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia e Slovenia
più del 5% continua a lavorare anche oltre l'età pensionabile
ufficiale. E sebbene a partire dal 2001 i requisiti per andare in
pensione siano stati resi più stringenti, «se le condizioni rimangono
invariate», avvertono gli esperti della scuola di Bruxelles, «i paesi
dove le proporzioni di insegnanti in gruppi di età successivi ai 40
anni prima raggiungono un picco e poi calano, come in Germania, Italia
e Austria, si troveranno di fronte a pensionamenti di massa nel vicino
futuro».
Lastampa.it