«Sono un alunno della quinta e sono contento che sei venuto a visitare la nostra scuola. Il preside cerca di fare miracoli per noi. Abbiamo le maestre e di bidelli ce ne sono tre soli in tutta la scuola».
A scriverlo è Cristian, un alunno dell'Istituto «Falcone» di Palermo, nel quartiere dello Zen, che ieri, assieme ad altri suoi compagni di classe, ha consegnato la letterina al ministro Francesco Profumo, in visita alla scuola, ripetutamente presa di mira dai vandali nel corso degli ultimi mesi.
«Siamo senza riscaldamenti - scrive Cristian - abbiamo anche i bagni rotti, la palestre fuori uso, non abbiamo neanche una stanza per fare progetti. La classe è sempre sporca, danno una scopata veloce e neanche puliscono i banchi spesso li puniamo noi. Abbiamo anche i vetri rotti e i muri scrostati. Caro ministro questa lettera è per te. Noi siamo come tutti gli altri bambini», ha aggiunto l'alunno che poi a sorpreso tutti, suscitando il sorriso del ministro quando ha detto: «Se tu avessi figli e nipoti li manderesti in una scuola come questa?". A quel punto con una carezza e un sorriso rivolto al piccolo Cristian il ministro ha promesso di «provare a renderla migliore».
Una giornata di festa ha accolto la prima visita di un ministro della Repubblica nel quartiere Zen e in quella scuola da troppo tempo vittima di atti vandalici da parte di coloro che vedono l'istruzione e la cultura come una minaccia alla prevalenza della criminalità. Oltre alla scuola Falcone, anche gli alunni di un altro plesso scolastico del quartiere, l'istituto Leonardo Sciascia, hanno voluto portare il loro saluto al ministro che, accompagnato dalla moglie, ha voluto visitare l'istituto seguito dai tanti alunni che hanno scherzato e giocato con lui per tutta la durata della visita. Ad aspettare Profumo, oltre alle autorità, c'erano molte mamme: «E' la prima volta che un politico da Roma viene qui - ha detto una di loro -. Speriamo possa rendersi conto di come viviamo noi e i nostri figli e, partendo dai problemi della scuola, possa risolvere quelli dell'intero quartiere».
Il lungo giro del ministro per la scuola «Falcone» è cominciato con il calcio ad un pallone nel campetto dove i carabinieri della stazione di San Filippo Neri hanno giocato una partita con i ragazzi in modo da condividere insieme il rispetto delle regole nello sport come nella vita. Su e giù per le scale del plesso scolastico, il ministro Profumo accompagnato dal preside della scuola Falcone, Domenico Di Fatta, ha incoraggiato insegnanti e operatori scolastici che quotidianamente lottano per portare luce e legalità in un quartiere soprattutto ricco di creatività e voglia di rinascita. «Spesso, dopo gli innumerevoli atti vandalici - ha detto il preside Di Fatta - ho pensato di farmi trasferire, ma la visita di Francesco Profumo ha rinforzato il desiderio di non mollare mai di fronte agli ostacoli».
Musiche, canti, e l'inno nazionale suonato dai giovani studenti hanno accolto il ministro che ha partecipato anche ad alcune lezioni di danza in palestra e alla lezione di chimica in laboratorio. «Ministro, se ti dimentichi di noi come facciamo? Possiamo venire a trovarti?», è la domanda di Salvo studente della V elementare che, tirando per la manica il ministro Francesco Profumo al momento dei saluti a conclusione della visita, vuole avere la garanzia che non finisca tutto in una bolla di sapone. «Sai usare internet - risponde il ministro al piccolo studente -? Bene allora ecco la mia e mail così mi tieni aggiornato su tutto quello che succede scuola e io ti prometto che torno presto». Non soddisfatto, il piccolo Salvo incalza il ministro chiedendogli precisamente una data e suggerendogli ad alta voce: «Ogni mese? Ministro torni ogni mese?». Strappando così un sì categorico.
La lettera
Sono un alunno della quinta e sono contento che sei venuto a visitare la nostra scuola. Il preside cerca di fare miracoli per noi. Abbiamo le maestre e di bidelli ce ne sono tre soli in tutta la scuola. Siamo senza riscaldamenti, abbiamo anche i bagni rotti, la palestra fuori uso, non abbiamo neanche una stanza per fare progetti. La classe è sempre sporca, danno una scopata veloce e neanche puliscono i banchi spesso li puliamo noi. Abbiamo anche i vetri rotti e i muri scrostati. Caro ministro questa lettera è per te. Noi siamo come tutti gli altri bambini. Se tu avessi figli e nipoti li
manderesti in una scuola come questa?
O.A.
La Sicilia