Record di
precari, sono diventati 136mila. Più della metà di tutti quelli della
PA. Eppure il Governo li esclude dagli accordi in arrivo sul pubblico
impiego. Con gli altri sindacati che si accontentano delle “briciole”.
I precari della scuola pubblica italiana sono diventati 136.000: un
record, segnalato anche dalla Ragioneria Generale dello Stato che nelle
ultime ore ha reso pubblico il dato, da cui emerge che i supplenti
annuali delle nostre scuole rappresentano ormai oltre la metà della
quota totale di lavoratori non di ruolo che opera oggi nel pubblico
impiego. Ora però apprendiamo con stupore che il Governo italiano
anziché prendersi le proprie responsabilità, decidendo quando e dove
assumere docenti e personale Ata, adottando finalmente la direttiva
comunitaria 1999/70/CE, decide incredibilmente di fare pressioni sul
Parlamento per inserire un emendamento al disegno di legge di Stabilità
che li danneggia: a causa di mere esigenze economiche, i precari della
scuola sarebbero infatti esclusi dalla proroga dei contratti dei
precari nella pubblica amministrazione. Secondo Marcello Pacifico,
presidente dell’Anief e delegato Confedir per la scuola, quanto sta
accadendo è privo di ragioni obiettive: “a questo punto – osserva il
sindacalista - o si fa un passo indietro e si dichiara conclusa la
privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego o si
assisterà all'invio da parte dei lavoratori di migliaia di denunce alla
Commissione europea, con relative richieste di apertura di procedura
d'infrazione. Con lo Stato che, a seguito di sicure condanne
milionarie, dovrà obbligatoriamente rivedere le sue spese. E assegnare,
perché costretto, le sue risorse alla stabilizzazione del personale
deputato al normale funzionamento della macchina amministrativa
piuttosto che ai costi della politica”. Forte delusione arriva anche
per il comportamento degli altri sindacati presenti all’incontro di
ieri al Ministero della Funzione Pubblica: durante un incontro con le
parti sociali sul precariato, soltanto la Confedir, attraverso la
propria delegata Chiara Cozzetto, ha denunciato la violazione della
direttiva comunitaria che impone agli Stati che fanno parte dell’UE di
assumere, al pari dei datori di lavoro privati, tutti i dipendenti che
hanno svolto almeno 36 mesi di servizio negli ultimi cinque anni.
Cozzetto ha ricordato che proprio in questi giorni Marcello Pacifico,
presidente Anief e delegato Confedir alla scuola, si è recato a
Bruxelles e a Strasburgo per rendere coscienti i rappresentanti
dell’Unione Europea delle disattenzioni del Governo italiano su questo
punto imprescindibile. E per chiedere giustizia. E mentre la Cisl e la
Cgil hanno rivendicato l’emanazione del decreto sul personale inidoneo,
al fine di sbloccare le assunzioni autorizzate di 5mila non docenti, il
tavolo sul precariato ha sconfessato gli stessi sindacati costretti a
continuare a inseguire la protesta di chi grazie all'Anief dal 2010
chiede conto degli abusi subiti. “Se vi sono, infatti, 40.000 posti
disponibili per il personale Ata – commenta Pacifico - anche la
richiesta di sblocco di 5.000 assunzioni appare riduttiva D'altronde,
se dopo un anno il posto rimane vacante e disponibile è evidente che
debba essere additato al normale funzionamento della scuola: altro che
supplenze pluriennali, come auspicato dalla Uil. L’incontro alla
Funzione Pubblica ha dunque dimostrato, ancora una volta, solo una
cosa: il sindacato tradizionale è rimasto indietro e l'unica voce deve
essere affidata ai tribunali della Repubblica”.
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