Il numero aumenta
perché a beneficiare della deroga sarebbero anche tutti i lavoratori
nati nel 1952. Decisivo diventa, a questo punto, il parere della
Commissione Bilancio della Camera. Finalmente sembra avere avuto degli
effetti positivi il lungo pressing attuato dall’Anief nei confronti dei
componenti del Parlamento per salvare migliaia di docenti e Ata
dall’obbligo di rimanere in servizio a causa della “dimenticanza”
nell’ultima riforma pensionistica, voluta dell’ex ministro Elsa
Fornero, di introdurre una deroga per i lavoratori della scuola: l’XI
Commissione Lavoro della Camera, presieduta da Cesare Damiano (PD), già
autore nel 2012 del ddl n. 5103, ha approvato all’unanimità il testo
unificato di una nuova proposta di legge, la n. 249, per mezzo della
quale si vorrebbe “liberare” il personale che al 31 agosto del 2012
aveva raggiunto la famigerata “Quota 96” (sommando l’età e gli anni di
contributi riconosciuti). Una proposta che si basa, tra l’altro, sul
mantenimento di un diritto: la salvaguardia della norma di legge che
fissa all'anno scolastico 2011/12 la maturazione dei requisiti degli
aventi diritto per la collocazione in pensione dei dipendenti della
scuola. Nel frattempo, avendo incluso anche i nati nel 1952, il numero
di docenti e Ata coinvolti è quasi raddoppiato: da 3.500 iniziali, i
lavoratori che lascerebbero il servizio per andare in pensione salgono
infatti a 6 mila unità. Assodato che vi una volontà politica,
praticamente unanime, di collocarli tutti in pensione, a questo punto
occorre trovare i circa 170 milioni di euro per coprire l’operazione.
Su questo punto si è espresso, nelle ultime ore, il Ministro
dell'Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza: nel corso
di un video-forum tenuto per un quotidiano nazionale, il Ministro ha
dichiarato che ''c'è la volontà politica di trovare una soluzione, ma
cerchiamo la copertura''. Scartata la proposta del M5S di aumentare le
accise sugli alcolici, una delle possibilità su cui stanno lavorando i
parlamentari è quella di attuare la cosiddetta “tobin tax”, che
rappresenta una sorta di tassazione delle transazioni finanziarie.
Questa ipotesi verrà verificata, in particolare, dalla Commissione
bilancio della Camera. Il cui presidente, Francesco Boccia, sempre del
PD, è chiamato ora a non deludere i colleghi di partito. E,
soprattutto, i 6mila interessati all’approvazione del provvedimento.
Che così passerebbe, come è giusto che sia, per le aule del Parlamento.
Anziché per quelle dei Tribunali della Repubblica.
Anief.org