«Decreto del
Fare». Sì, ma senza esagerare. Almeno per quanto riguarda l’edilizia
scolastica. Il provvedimento appena varato dalle Camere riserva agli interventi di riqualificazione
delle scuole 450 milioni di euro. Una somma che dovrà però
essere ripartita tra le 20 Regioni italiane che, a loro volta,
suddivideranno lo stanziamento tra i vari Comuni. Detto altrimenti, a Milano toccherà una quota compresa
tra i 5 e i 10 milioni di euro. «La classica goccia nel mare» commenta
Carmela Rozza, assessore comunale ai Lavori pubblici. A Palazzo Marino
hanno infatti avviato una ricognizione sullo stato in cui versano gli
istituti di competenza del Comune, dai nidi alle medie, con l’obiettivo
di predisporre, per il 2014, un piano per riqualificarli e
ricostruirli. «L’indagine — precisa la Rozza — proseguirà a settembre».
Ma c’è già una prima stima
sull’ammontare degli investimenti utili a recuperare le scuole ora
malmesse: «Almeno 100 milioni di euro» fa sapere l’assessore.
Si badi: in questa stima non rientrano gli interventi per la
manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole per le quali il
Comune ha pronto un piano da 34 milioni (12 quelli già stanziati).
Piuttosto, il grosso della spesa è dato dai progetti di ricostruzione
degli istituti: «Oggi a Milano ci sono almeno una decina di asili nido
ospitati in manufatti temporanei predisposti, in alcuni casi,
addirittura 40 anni fa». Ai nidi «precari» si aggiungono le sei scuole,
tra elementari e medie, per le quali già da mesi Palazzo Marino ha
stabilito la demolizione e la riedificazione, anche perché contaminate
dall’amianto. Tra queste l’elementare di via Pisa (l’appalto sarà
lanciato a settembre) e l’istituto comprensivo (elementari più medie)
di via Cassinis. Solo per queste sei scuole, il Comune ha già
preventivato una spesa di 30 milioni di euro.
Tradotto: demolire e ricostruire un
istituto costa in media 5 milioni, coi fondi assicurati dal
decreto del Fare si potrà intervenire al massimo su due scuole. Ma
Palazzo Marino è intenzionato a presentare il conto senza sconti: «Il
decreto consente di finanziare solo gli interventi immediatamente
cantierizzabili — precisa la Rozza — e lascia alle Regioni il compito
di decidere come ripartire gli stanziamenti tra i vari Comuni. Noi
presenteremo a Palazzo Lombardia i sei progetti da 30 milioni di euro,
immediatamente eseguibili, e vediamo quanto si riuscirà ad ottenere».
L’esiguità dei fondi sbloccati col decreto del Fare, dovuta anche alle
ristrettezze in cui si dibatte il Governo, non fa che risollevare una
questione annosa. «Anche per l’edilizia scolastica, come già per l’Expo
del 2015 — sottolinea l’assessore — è fondamentale ottenere dal Governo
una deroga al Patto di Stabilità. In questo momento persino le spese di
messa a norma degli istituti scolastica, quali le certificazioni
antincendio, vengono conteggiate nel Patto. Il ministro Delrio ha detto
che l’edilizia scolastica è uno dei temi per i quali è necessario
pensare ad una deroga. Spero che dagli annunci si passi presto ai
fatti. Altrimenti serviranno stanziamenti più congrui».
Giambattista
Anastasio - Ilgiorno.it