L'Ateneo di
Palermo ha ritirato il bando perché sarebbe stato troppo costoso
allestire la prova, ma anche perché nel frattempo si è liberato un
contratto a tempo indeterminato. Intanto alcuni partecipanti denunciano
una "parentopoli".
Revocano un concorso pubblico per sei
posti da precari e ne bandiscono subito dopo un altro per un posto
solo, questa volta a tempo indeterminato. È polemica all’Università di
Palermo che il 4 gennaio 2012 aveva messo a bando sei contratti
annuali, eventualmente rinnovabili, per sei posti in amministrazione
centrale. I candidati, coi tempi che corrono, non sono mancati: ecco
quindi che all’università sono arrivate ben 3.202 richieste di
partecipazione. Risultato prevedibile per uno dei pochi concorsi
pubblici bandito in tutta l’isola negli ultimi anni.
I vertici amministrativi dell’ateneo però non erano preparati ad una
simile ressa: e il 20 agosto scorso, il concorso è stato ritirato tra
la delusione generale. Troppo costoso, per l’università, allestire la
prova di concorso per più di tremila candidati. E pazienza se tutti
avessero nel frattempo pagato i 10 euro previsti dal contributo di
partecipazione: l’Università si è impegnata a rimborsare i candidati.
Con quali tempi non è al momento dato sapere. “Non abbiamo ritirato
quel concorso solo per le troppe richieste – spiega il rettore Roberto
Lagalla - perché nel frattempo, nella programmazione dell’anno scorso,
si è liberato un punto organico decimale, che in pratica sblocca un
posto a tempo indeterminato. Abbiamo quindi bandito un altro concorso
per un posto, dato che le altre sei posizioni a tempo determinato
possono essere assegnate in base alla stessa graduatoria: in pratica
abbiamo risparmiato le spese di un concorso”.
E infatti sul portale dell’ateneo è comparso un altro bando, quasi
identico al primo, per un solo posto, questa volta a tempo
indeterminato, che sarà assegnato al primo candidato in graduatoria
dopo le prove scritte e orali. Per evitare la ressa precedente ecco
spuntare anche una prova preselettiva. I candidati piazzati dopo la
prima posizione, potranno poi ambire ai sei contratti di un anno, già
banditi e poi ritirati in precedenza. Polemica finita? Neanche per
idea. Perché alcuni partecipati al primo concorso (quello poi ritirato)
fanno notare come tra i partecipanti al nuovo bando figurino cognomi
noti all’interno dell’università. È il caso di Marcella e Roberto
Madonia Ferraro, rispettivamente figlia e nipote di Giovanni Madonia
Ferraro, segretario provinciale dello Snals, sindacato noto in ambito
universitario, considerato molto vicino al rettore Lagalla. Sempre allo
stesso sindacato appartiene Antonino Giunta, che ha invece il nipote
Ernesto tra i pretendenti al posto fisso nella segreteria
dell’Università.
“Mi risulta che il concorso si sia svolto in maniera regolare, con
l’apprezzamento da parte di tutti: parenti di docenti e sindacalisti
hanno il diritto, ma anche il dovere, di partecipare ai concorsi, basta
che siano preparati”, si affretta a spiegare Lagalla. Più netto invece
Madonia Ferraro, che ha visto figlia e nipote già ottenere un buon voto
allo scritto: “È proibito partecipare ad un concorso? C’è una norma che
lo vieta per parenti di sindacalisti? Per i figli, i nipoti, i cugini?
Per le amanti? Non credo proprio. Se fossi componente della commissione
o se parlassimo di chiamata diretta potrei anche capire, ma non mi
sembra proprio questo il caso: tutto legale e alla luce del sole,
dovreste occuparvi di cose più importanti”, dice.
Tra i partecipanti al bando, però, i malumori non si placano.
“Ricordiamoci che siamo l’ateneo che mantiene in cattedra 100 famiglie”
ricorda qualcuno, citando un vecchia inchiesta del quotidiano
Repubblica. E in effetti nel 2008 avevano destato scalpore i dati della
parentopoli dell’Università di Palermo: 58 parenti docenti alla facoltà
di Medicina, 21 a Giurisprudenza, addirittura 129 ad Agraria. Non sarà
certo reato, ma la consanguineità sull’ambiente di lavoro, quando si
tratta di un ambito pubblico, solletica più di qualche veleno.
twitter @pipitone87
Giuseppe Pipitone - Ilfattoquotidiano.it