E
venne il tempo della semina, vinni lu tempu di la sìmina. Dopo le
abbondanti piogge di fine novembre e di dicembre, il cielo, finalmente,
si era rasserenato, allatinatu, e 'u zu Carmine, alzatosi di buon
mattino, fici 'a matinata, dopo aver preparato le vettovaglie, li
pruvisti cu lu cumpanàticu, che dovevano servire per un paio di giorni,
e salutato i suoi cari, scese nella stalla, diede una zolletta di
zucchero al suo fedele amico, Ciccineddu, gli mise il serraglio e lo
condusse alla biviratura della vicina Gebbia. Poi, ritornato a casa,
gli mise il basto, 'u varduni, le sacche, 'i vettuli, con i
rifornimenti di vettovaglie, e caricò due sacche di frumento, 'u
frummentu, che dovevano servire per la semina, 'a sìmina.
Poi, 'u zu
Carmine e Ciccineddu, si avviarono verso l'uscita del paese nebroideo,
costeggiarono il cimitero e si avviarono per la trazzera che conduce a
Petralonga, lasciarono la deviazione per la contrada Vaccaro,
attraversarono il torrente e giunsero in contrada Chiummìni.
All'arrivo, 'u zu Carmine aprì la casotta, rapiu 'a casotta, liberò
Ciccineddu dalle vettovaglie e dalle sacche di frumento, depositandole
dentro casa, e si avviò ai campi per constatarne il grado di umidità.
Poi prese la sacchina, che si metteva a tracollo, 'a bandulera, preparò
Ciccineddu con il basto, 'u varduni, leggero e con il serraglio adatto,
attaccò, 'mpaiò, l'asino mediante due corde collegate al basto, la
trave che doveva servire per pareggiare, allividdari, la terra dopo la
semina.
E iniziò il "sacro rito" della semina! Immerse la mano destra
nella sacchina piena di frumento che teneva a tracollo e, con passo
marziale, sparse i chicchi di grano lungo il terreno dove vi erano i
solchi impregnati d'acqua, con regolarità e precisione. Dopo aver
seminato, 'u zu Carmine guidò Ciccineddu nel campo, facendo in modo che
la trave leggera di legno che trainata livellasse il terreno per
ricoprire il grano caduto dentro i solchi. Ai Chiummìni, 'u zu Carmine
e Ciccineddu, stettero tre giorni e, oltre al terreno dietro la
casotta, dedicarono un altro paio di giorni per seminare il podere di
contrada Vaccaro, che si trovava nelle vicinanze. I due "amici", così,
ebbero l'occasione di stare insieme, di giorno per il lavoro e di
notte... per il letto! Ciccineddu, infatti, aveva la mangiatoia proprio
dentro la casotta, vicina al giaciglio del padrone, li separava
solamente una piccola apertura, chiusa da una tendina.
In quei tre
giorni di solitudine, 'u zu Carmine "approfondì" il suo rapporto con la
terra e con il suo giovane e fedele amico, Ciccineddu. Fu una... lieve
solitudine che lo rinvigorì e lo ritemprò nell'animo e nel corpo!
E
così fu... anche per Ciccineddu! E poi quel lavoro gli faceva gustare
la
gioia di vivere e l'aiutava a rinsaldare il suo personale rapporto con
la natura, e con il suo asino. Ma gli faceva anche apprezzare il valore
della famiglia, l'amore per la moglie Nunziata, per le figlie Maria e
Concetta e il figlio Gaetano.
Finito il lavoro della semina nella
contrada dei Chiummìni, 'u zu Carmine e Ciccineddu ritornarono al
paesino nebroideo, sovrastato dalla Timpa Abate che pareva sorvegliasse
il continuo via vai dei passanti, per ricongiungersi con la famiglia.
Ma come era oramai abitudine, prima dell'imbrunire, prima di scurari,
'u zu Carmine condusse Ciccineddu verso la biviratura della Gebbia per
farlo dissetare.
Poi tornarono a casa per concedersi il meritato
riposo.
All'arrivo i due amici ebbero una gradita sorpresa: trovarono
la famiglia di 'Gnaziu, con la moglie Santa, il figlio adolescente e la
cagnola Titina, che li aspettavano per passare insieme la serata, per
discutere i preparativi del pranzo della domenica che dovevano
consumare insieme.
Ciccineddu fu molto contento di trovare la cagnola
Titina, che lo accolse latrando gioiosamente, pregustando la giornata
che avrebbero passato insieme! E anche 'u zu Carmine era raggiante di
gioia per l'amicizia che lo legava alla famiglia di 'Gnaziu, ed alla
cagnola Titina!
E così, tutti insieme, si sedettero attorno al tavolo...
per preparare il pranzo della domenica...
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it