Da tempo l’ente
di ricerca Invalsi, per il tramite dei dirigenti scolastici, pretende
dal personale della scuola statale delle prestazioni lavorative, anche
se coloro ai quali si rivolge (personale docente ed amministrativo)
non hanno instaurato alcun rapporto di lavoro con esso. Una
formale richiesta è stata notificata al Presidente dell’Invalsi, al
Direttore Scolastico dell’Emilia Romagna, al Dirigente Scolastico
Provinciale di Parma, all’Aran, ai responsabili locali dei partiti
politici della maggioranza di governo e per conoscenza ai dirigenti
scolastici.
Purtroppo i docenti spesso vengono minacciati dai dirigenti scolastici
di sanzioni disciplinari le quali, anche se di dubbia legittimità, per
evidenti problemi anche inerenti alle costose spese legali, non vengono
impugnate dagli interessati, costretti così a subire un’evidente
situazione di tipo ricattatorio, che assume aspetti di maggior
gravità visto che avviene all’interno di una pubblica amministrazione
qual è quella scolastica.
Una sorta di “caporalato” al quale viene preposta la dirigenza
scolastica, che nel caso di specie viene demandata a reclutare
manodopera intellettuale a costo zero all’interno delle scuole. Solo in
alcuni casi si riesce a compensare il lavoro svolto, attingendo dal
Fondo d’Istituto delle scuole.
Su una vicenda di questo tipo avvenuta in una scuola di Parma è in
itinere anche un’interrogazione parlamentare presentata dalla Sen Adele
Gambaro, iniziativa a suo tempo richiesta della Gilda di Parma.
Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda Unams di Parma,
sulla vicenda interviene precisando: “I
preposti dell’Invalsi e i politici che li appoggiano, se vengono sul
nostro territorio cercando di poter disporre a loro piacimento del
personale scolastico senza contrattare alcunchè con noi, non credano
che ciò sia una passeggiata, devono imparare che la gente che lavora
dev’essere pagata”.
gildaparma@gmail.com