Proposta “La
buona scuola”
I docenti dell’ITI Cannizzaro hanno ritenuto importante partecipare al
dibattito sulla Buona Scuola perché la riforma del sistema scolastico
non può non tener conto dell’opinione degli addetti ai lavori.
Negli ultimi anni la scuola è entrata nel dibattito politico solo nel
capitolo dei tagli determinando sempre più un impoverimento del sistema
scolastico in termini qualitativi. Un dibattito sulla scuola che
riformi il sistema per migliorarlo è assolutamente necessario, ma ad
esso deve seguire un processo riformatore che incida sulla qualità del
sistema nella sua interezza non perpetrando tagli e risparmi che sono
stati di nocumento a tutta la società. Abbassare i livelli qualitativi
dell’istruzione pubblica significa mantenere bassi i livelli di
partecipazione politica, ma anche la crescita economica del paese. Uno
stato può essere competitivo se è in grado di costruire un’economia
fondata sulle conoscenze di una popolazione i cui assi formativi sono
dati da un sistema statale di istruzione gratuito e accessibile a tutti.
I docenti dell’ITI Cannizzaro si sono incontrati più volte dando luogo
ad un acceso e partecipato dibattito sui temi de “La Buona Scuola”, e
hanno concordato di concentrare le loro proposte sulla valutazione e la
carriera del docente.
Si evidenzia la necessità di implementare un meccanismo di valutazione
del docente, essendo tale principio già avviato nella pubblica
amministrazione (vedi DL 150/09) ed in fase di consolidamento anche
nell’ambito delle istituzioni scolastiche (Il documento di valutazione
esiste già sul sito del ministero ma attualmente solo in modalità
autovalutativa).
Si propone pertanto che la valutazione dei docenti scaturisca da una
quantificazione numerica dei crediti didattici, formativi e
professionali, al fine di garantire una valutazione complessiva che sia
misurabile ed oggettiva (il valore finale deve essere unico su scala
nazionale, quindi indipendente dalla scuola di servizio).
Il valore (o i valori) da determinare deve tenere conto di diversi
parametri, quali a titolo esemplificativo e non esaustivo:
- La qualità percepita dagli studenti;
- I crediti formativi acquisiti dal docente;
- La capacità di gestione della classe (in termini relazionali e
organizzativi);
- L’anzianità di servizio;
- L’idoneità psicoattitudinale all’espletamento del servizio.
Inoltre la valutazione sia effettuata con periodicità triennale.
Si propone poi un meccanismo di carriere differenziate per i docenti,
distinguendoli fra quelli impegnati nella didattica da quelli dedicati
alle funzioni organizzative. L'accesso al ruolo organizzativo dovrebbe
essere possibile dopo almeno cinque anni di servizio. La scelta della
tipologia di carriera deve avvenire all’atto dell’entrata in servizio
per i nuovi assunti, mentre per i docenti già in servizio deve essere
possibile il passaggio da una funzione all’altra.
Restano fermi i principi della valutazione sopra esposti anche per la
carriera non didattica, con l’adozione dei parametri più idonei (ad
esempio si tenga conto delle eventuali competenze giuridiche,
economico-finanziarie ecc.).
Ai fini degli scatti stipendiali, si consideri la rimozione del vincolo
del 66% come percentuale dei docenti spettanti, estendendo quindi detti
scatti a tutti e soli i meritevoli. Contestualmente, si propone che in
ogni caso gli stipendi siano almeno allineati annualmente al tasso di
inflazione corrente.
Si consideri inoltre il principio che la problematica della mobilità
resti indipendente dalla valutazione del docente e comunque su base
volontaria.
Relativamente alle classi di concorso, si valuti la non
estensione/accorpamento delle stesse per impedire un significativo
degrado della qualità dell’insegnamento; devono essere tenute in
considerazione le competenze personali formalmente possedute, in base
al titolo di studio del docente; eventuali ricollocazioni in classi di
concorso differenti devono avvenire attraverso procedure di
riqualificazione che includano specifici corsi per l’acquisizione delle
competenze necessarie.
Infine, si propone di utilizzare lo strumento della valutazione fin dal
momento del reclutamento; in particolare, esso deve essere basato sulle
specifiche competenze ed attitudini del docente, didattiche e
psicopedagogiche, tenendo nel giusto conto il previsto percorso di
studi all’insegnamento. Dopo una prima fase di selezione, gli aspiranti
docenti seguano una formazione specifica per l’insegnamento, sostenendo
possibilmente un esame finale per conseguire l’abilitazione
all’insegnamento nella classe di concorso richiesta.
I docenti dell’ITI
Cannizzaro di Catania