1.
Regolamento, direttiva e circolari:
le tappe di un percorso
Con la pubblicazione del documento su "La Buona Scuola" il Governo in
carica ha ribadito la volontà di dare seguito a quanto previsto dal DPR
n. 80/2013 (Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione SNV)
in materia di istruzione e formazione.
E la direttiva n. 11 del 18 settembre 2014, a cui ha fatto seguito la
circolare ministeriale del 21 ottobre 2014, n. 47, testimonia
operativamente tale volontà.
A dire il vero, non è la priva volta che si sente parlare di
valutazione del sistema scolastico italiano e per chi, come me, ha
vissuto e operato a vario titolo nelle scuole, il termine valutazione è
stato quasi sempre e solo accostato agli esiti scolastici e
formativi degli allievi, molto meno agli altri soggetti che ora sono
chiamati in causa.
Infatti nel Regolamento del SNV sono definiti i soggetti, le finalità
del sistema nazionale di valutazione e le quattro fasi nelle quali si
articola il procedimento di valutazione delle scuole: autovalutazione,
valutazione esterna, azioni di miglioramento e rendicontazione sociale.
Gli elementi di "vera" novità sono costituiti dalle modalità di avvio,
con la relativa semplificazione, e le azioni di accompagnamento
necessarie per consentire a tutte le scuole di predisporre gradualmente
strumenti organizzativi e di acquisire le competenze per il pieno
sviluppo del procedimento di valutazione.
Ciò che colpisce, positivamente, è l'impianto culturale con i
presupposti teorici, la dimensione organizzativa, l'articolazione delle
fasi, i soggetti coinvolti con l'indicazione delle loro funzioni,
l'arco temporale triennale con gli impegni ben scanditi al termine di
ciascun anno e del periodo triennale, gli strumenti organizzativi,
metodologici e operativi e le azioni di formazione per far acquisire le
competenze adeguate per il pieno sviluppo del procedimento di
valutazione.
Come già anticipato, da tempo nella scuola italiana si parlava e si
parla tuttora di valutazione e finalmente dopo quasi quindici anni si
avvia il processo di completamento del disegno tracciato dal
Regolamento sull'autonomia scolastica adottato con il DPR n. 275/1999.
Un disegno che, in coerenza con la logica dell'autonomia, non vuole
vincolare le singole istituzioni scolastiche a meri procedimenti
burocratici e formali, bensì permettere e stimolare ciascuna
istituzione scolastica di regolare e qualificare il proprio servizio
educativo.
2. Uno sguardo più da vicino......
agli
strumenti
a) Il rapporto di Autovalutazione - Guida all'autovalutazione
Il rapporto di autovalutazione che ogni scuola sarà chiamata a redigere
è articolato in cinque sezioni. Ogni sezione prevede una serie di
domande iniziali mirate a far riflettere gli estensori del rapporto, e
anche tutti i soggetti coinvolti nella valutazione della scuola, sui
risultati conseguiti dall'istituto in quello specifico settore. Lo
scopo è quello di accompagnare l'intera comunità scolastica a
individuare i punti di forza e i punti di debolezza rilevati nel
settore, di esprimere un giudizio complessivo avvalendosi di una
rubrica valutativa. La formulazione del giudizio complessivo relativo
alle cinque sezioni permetterà di definire, con la condivisione dei
vari soggetti e la individuazione degli ulteriori
parametri di criticità, di elaborare il piano di miglioramento.
Nello specifico il Rapporto di Valutazione si articola in cinque
sezioni:
a.1) contesto e risorse:
in cui vengono definite la provenienza socio-economica e
culturale degli studenti e le caratteristiche della popolazione
dell'ambiente in cui la scuola opera.
(esempi di domande):
Qual è l'ambito territoriale in cui le famiglie della comunità
scolastica vivono? Quali informazioni possono definire le
caratteristiche della popolazione e il tessuto socio-economico? Quali
testimonianze esistono a significare le radici della comunità locale?
Quali problemi di sviluppo, di convivenza, di rapporto con territori e
popolazioni limitrofe?
Sono dati che possono essere utilizzati sia nell'individuare risorse,
sia per riconoscere il legame fra l'istituzione scuola e il territorio
di riferimento e con le altre agenzie educative presenti.
La guida pone domande orientative finalizzate a descrivere e a rilevare
gli aspetti peculiari del contesto e delle risorse.
In particolare i dati riguardano:
la popolazione scolastica
il territorio e il capitale sociale
le risorse economiche e materiali
le risorse professionali
a.2) esiti:
è l'area dei risultati degli studenti nel breve e medio periodo, con
l'attenzione alle "condizioni" che incidono sul successo formativo di
ciascuno.
E senza dubbio l'area più delicata e complessa dell'intero rapporto di
valutazione.
Da un lato la scuola rivendica una centralità nello sviluppo del
processo formativo-orientativo e quindi ha la necessità di recuperare
la dimensione cooperativa del proprio ruolo.
Dall'altro la sua azione educativa si basa sull'intenzionalità, su una
progettualità che connota la sua funzione e che esige la
conoscenza degli allievi, del contesto e della domanda esplicita o
implicita di formazione.
È in questa area che la scuola è chiamata a domandarsi per quale
uomo/donna, per quale cittadino/cittadina si intende progettare la
propria offerta-azione formativa.
È in questa fase che la scuola dell'autonomia è chiamato a definire il
Profilo dello studente e a costruire il proprio curricolo d'istituto.
(esempi di domande orientative):
Quali competenze personali, sociali, metodologiche e operative
sviluppare? Quali aree di responsabilità vengono considerate primarie?
Quali conoscenze e abilità specifiche disciplinari vengono fatte
acquisire? Con quali risultati? Che tipo di prove vengono proposte? Con
quali criteri gli apprendimenti vengono valutati? ...
I dati da raccogliere riguardano:
i risultati scolastici
i risultati nelle prove standardizzate
competenze chiave e di cittadinanza
risultati a distanza
a.3) Processi-pratiche educative e didattiche
Quest'area è strettamente legata alla precedente in quanto pone il
focus sull'elaborazione e definizione del curricolo d'istituto, in
relazione ai testi delle Indicazioni Nazionali (testo 2010 per il
secondo ciclo di istruzione; testo 2012 per le scuole del primo ciclo
di istruzione) e alle scelte effettuate dalla scuola in merito alle
attività formative ordinarie e a quelle opzionali e/o facoltative.
In quest'area si pongono in modo prioritario:
la definizione e l'articolazione del curricolo d'istituto e delle
attività di ampliamento dell'offerta formativa
la progettazione didattica in funzione dello sviluppo di competenze (di
cittadinanza, per l'apprendimento permanente, disciplinari e/o
trasversali, ecc.) e quindi didattica laboratoriale
valutazione delle competenze previste dal Profilo dello Studente con la
definizione dei criteri, delle modalità e degli strumenti di
valutazione; valorizzazione degli esiti conseguiti.
I dati da raccogliere in quest'area sono numerosi e particolarmente
complessi da riconoscere e rilevare:
pratiche educative di istituto (curricolo, progettazione, valutazione,
ambiente di apprendimento, inclusione e differenziazione, continuità e
orientamento
pratiche gestionali e organizzative (orientamento strategico e
organizzazione della scuola, sviluppo e valorizzazione delle risorse
umane, integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie)
Come già anticipato quest'area è senza dubbio la più complessa da
descrivere e da valutare per le molte variabili in gioco e soprattutto
per le interconnessioni tra le variabili stesse.
La guida per il RAV è particolarmente utile soprattutto per quelle
scuole in cui non è ancora ampiamente utilizzata la didattica per
competenze.
a.4) Il processo di autovalutazione
La Guida propone al Collegio dei Docenti e al Dirigente Scolastico un
possibile itinerario per avviare il processo di autovalutazione.
È fondamentale che tale processo sia compreso dai vari soggetti nel suo
significato e non frainteso come un controllo sui soggetti stessi da
parte del MIUR.
L'autovalutazione, come già anticipato, è un processo di ricerca,
un'indagine, condotta da soggetti interni (normalmente docenti) per
individuare eventuali "criticità" ma anche situazioni comunque valide
(in alcuni casi di eccellenza) quali punti forti del funzionamento di
una scuola.
In questa fase gioca un ruolo fondamentale il dirigente scolastico in
quanto è chiamato in primis a far cogliere il senso e il significato
del processo di autovalutazione e quindi presentare le fasi
realizzative del processo stesso.
La guida esplicita le varie operazioni da compiere da parte del
dirigente scolastico e del collegio dei docenti per costituire il
Nucleo di valutazione e per la raccolta e l'elaborazione dei dati allo
scopo di predisporre un piano di miglioramento della situazione
rilevata.
a.5) Individuazione delle priorità
La mappa delle criticità rilevate dal Nucleo di autovalutazione andrà
ovviamente presentata e sottoposta all'attenzione del Collegio dei
Docenti che potrà, confrontandosi con i membri del Nucleo, individuare
le priorità in relazione alla situazione specifica della scuola per la
predisposizione del piano di miglioramento da realizzare in un tempo
determinato.
La guida precisa che le priorità si riferiscono agli obiettivi generali
che la scuola si prefigge di realizzare nel lungo periodo attraverso
l'azione di miglioramento e che riguardano necessariamente gli esiti
dello studente.
La Guida suggerisce quale delle quattro aree della sezione esiti si
intende affrontare e di individuare un numero limite di priorità (1 o
2) all'interno di una o due aree degli esiti.
Successivamente al periodo di avviamento dell'elaborazione del RAV e
del conseguente piano di miglioramento, le priorità potranno far
riferimento anche alle altre sezioni previste dal modello di RAV
proposto dal MIUR.
Non va dimenticato che l'autovalutazione ha come focus il miglioramento
del funzionamento di un istituto scolastico e che il miglioramento
degli Esiti scolastici e formativi degli studenti dipende dal buon
"funzionamento" di tutte le variabili/dimensioni/aspetti
dell'organizzazione e della gestione del "sistema" scuola.
3. Alcune considerazioni
L'impianto del processo di autovalutazione è senza dubbio valido e
rappresenta una proposta culturale e metodologica che è già stata
sperimentata attraverso una serie di iniziative promosse negli anni dal
MIUR.
L'impianto nel suo sviluppo risulta ben articolato rispetto ai tempi e
agli esiti che il MIUR intende conseguire entro l'a.s. 2016-2017 (il
prossimo triennio).
Tuttavia tale impianto porterà a questi risultati se verranno
rispettate alcune considerazioni previste:
a) la formazione delle persone (dirigenti e docenti) per la
costituzione dei Nuclei di Autovalutazione e per la promozione e la
elaborazione dei RAV a livello della singola scuola
b) il consenso dei Collegi dei docenti rispetto alle scelte culturali,
organizzative e metodologiche relative al proprio istituto
c) l'elaborazione attenta, trasparente e condivisa del RAV soprattutto
per l'individuazione delle priorità da affrontare
d) la gradualità del piano di miglioramento in relazione al contesto
specifico della singola istituzione.
Per garantire queste condizioni è necessario che il dirigente
scolastico e il Collegio dei Docenti abbiano ben chiare le
finalità dell'intera operazione che dovrà generare una cultura di
autovalutazione in tutti i soggetti presenti nella scuola, accanto al
dirigente e ai docenti.
L'operazione riguarda tutti i soggetti presenti nella scuola, dagli
allievi (nella scuola secondaria di secondo grado) ai genitori e al
personale non docente.
Nel processo di autovalutazione potrebbero essere coinvolti anche
soggetti esterni e che interagiscono per compiti istituzionali e/o
professionali con la scuola (es. rappresentanti degli EE.LL., delle
ASL, delle Associazioni di volontariato, di teatri e/o Biblioteche,
ecc.).
La Mappa poi riporta per ciascun indicatore dei descrittori e
cita le fonti da cui poter ricavare i dati/le informazioni che servono.
Il documento è senza dubbio uno strumento utile per avviare in modo
funzionale il lavoro di elaborazione del RAV. La Guida è
accompagnata da altri due documenti: i percorsi valutativi e la
mappa degli indicatori
È evidente che entrambi gli ultimi due documenti potranno essere
calibrati sulle esigenze e sulle situazioni di ogni istituzione
scolastica. Nel tempo la singola scuola autonoma potrà far evolvere il
proprio quadro di riferimento teorico del RAV e di conseguenza darsi
indicatori e descrittori diversi da quelli indicati in questi due
ultimi documenti.
Tutto l'impianto del processo di autovalutazione è stato pensato e
organizzato in funzione della promozione e dello sviluppo della cultura
di autovalutazione nell'ambito dell'autonomia scolastica.
L'autovalutazione è una componente culturale, organizzativa e
strategica del sistema scolastico italiano che trova nell'autonomia di
ciascuna istituzione scolastica la sua idea di fondo e il presupposto
teorico delle scelte educative e didattiche contenute nelle Indicazioni
Nazionali.
L'operazione si presenta complessa ma risulterà sicuramente utile
per migliorare lo standard di qualità del sistema
scolastico italiano.
Piero Cattaneo