Valorizzare la
crescita professionale degli insegnanti è uno dei pilastri per il
miglioramento del sistema”Dalle lingue, al digitale, alla scuola
inclusiva, nove priorità nazionali e percorsi di qualità - Più risorse
rispetto al passato, una maggiore qualità dei percorsi formativi, nove
priorità nazionali di formazione individuate dal Ministero da declinare
all’interno di percorsi personalizzati per ciascun docente. Sono le
principali novità del Piano nazionale per la formazione degli
insegnanti presentato oggi dal Ministro dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini alla presenza
di tre ospiti internazionali: Andreas Schleicher, Direttore del
Directorate of Education dell’Ocse, Jordan Naidoo, Direttore della
Divisione Education 2030 Support and Coordination dell’Unesco, e Oon
Seng Tan, Direttore del National Institute of Education di Singapore.
Al centro della mattinata, il dibattito sull’importanza della crescita
professionale dei docenti come pilastro del miglioramento dei sistemi
educativi.
Il Piano lanciato oggi prevede un investimento di 325 milioni di euro
per la formazione in servizio degli insegnanti, che diventa
obbligatoria e permanente come previsto dalla legge Buona Scuola. A
queste risorse si aggiungono gli 1,1 miliardi della Carta del docente,
per un totale di 1,4 miliardi stanziati nel periodo 2016/2019 per
l’aggiornamento e lo sviluppo professionale del corpo insegnante.
Saranno coinvolti nel Piano di formazione tutti i docenti di ruolo, per
un totale di circa 750.000, e sono previste azioni formative per tutto
il personale scolastico. Nove le priorità tematiche: dal digitale, alle
lingue, dall’alternanza scuola lavoro all’inclusione, alla prevenzione
del disagio giovanile, all’autonomia didattica. La qualità dei percorsi
sarà assicurata attraverso nuove procedure di accreditamento a livello
nazionale dei soggetti erogatori che consentiranno anche di monitorare
gli standard offerti. Sarà fatto un investimento specifico sulla
ricerca in questo campo per favorire il finanziamento, la raccolta e
diffusione delle migliori startup formative. Le migliori pratiche
formative, grazie alla collaborazione con INDIRE (Istituto nazionale di
documentazione innovazione e ricerca educativa), saranno inoltre
raccolte in una biblioteca delle innovazioni. Ogni docente avrà un
proprio Piano di formazione individuale che entrerà a far parte di un
portfolio digitale contenente la storia formativa e professionale
dell’insegnante. I bisogni di formazione individuale confluiranno nel
Piano di ciascuna scuola: la formazione diventa infatti uno dei cardini
del miglioramento dell’offerta formativa. Fra i pilastri del Piano, la
formazione sulle lingue, che coinvolgerà 130.000 insegnanti prevedendo
l’innalzamento del livello di competenza linguistica e percorsi sulla
metodologia CLIL.
“Il Piano che presentiamo oggi ci allinea ai migliori standard
internazionali. Si tratta di un Piano organico, immediatamente
attuabile, che mette al centro lo sviluppo della professionalità dei
nostri insegnanti”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini. “Con
la Buona Scuola investiamo finalmente nel nostro capitale umano. Fino
ad oggi i docenti sono stati destinatari di azioni di formazione
frammentate, senza un framework di lavoro e priorità nazionali di
riferimento. Alla formazione venivano destinate risorse limitate.
L’inversione di tendenza è netta: nel triennio 2013-2016 sono stati
investiti su questo capitolo appena 18,5 milioni. Oggi ne investiamo
325, solo per i percorsi di formazione. Un sistema educativo di qualità
non può prescindere dallo sviluppo professionale dei propri docenti –
ha proseguito il Ministro -. Si tratta di un obiettivo strategico
essenziale. Siamo davanti ad un cambio di paradigma culturale: da oggi
ciascun docente sarà inserito in un percorso di miglioramento lungo
tutto l’arco delle sua vita professionale. Abbiamo immaginato la
formazione in servizio come un ambiente di apprendimento permanente, un
sistema di opportunità di crescita costante per l’intera comunità
scolastica”.
“Il lancio di questo Piano rappresenta per l’Italia un traguardo
importante nelle politiche di miglioramento del sistema scolastico.
L’approccio più sistematico sulla formazione è di buon auspicio per lo
sviluppo della professione docente. Il Piano farà crescere la qualità
dell’insegnamento e avrà ricadute positive su scuole e studenti”, ha
sottolineato Oon Seng Tan, Direttore dell’Institute of Education di
Singapore.
“La qualità dell’istruzione non può mai prescindere da quella dei
docenti. Proprio per questo le aspettative nei confronti degli
insegnanti sono molto alte. Ci aspettiamo che abbiano una profonda
conoscenza di ciò che insegnano, che siano appassionati, che sappiano
coinvolgere gli studenti, che sappiano rispondere ai loro differenti
bisogni, che promuovano l’inclusione e la coesione sociale, che
lavorino in team e siano collaborativi con le altre scuole e con le
famiglie. Ma per raggiungere questi obiettivi, il sistema di istruzione
deve porre la massima attenzione a come i docenti vengono reclutati,
alla loro formazione iniziale, alla formazione in servizio, a come
premiare i migliori, ma anche sostenere quelli che stanno cercando di
migliorare”, ha aggiunto Andreas Schleicher.
Presente anche l’Unesco, nella persona di Jordan Naidoo, Direttore
della Education 2030 Support and Coordination Division. “Questo Piano
rappresenta un passo avanti fondamentale per il sistema educativo
italiano e per gli obiettivi che, globalmente, l’UNESCO conduce per il
rafforzamento della professione docente nel mondo”, ha spiegato Naidoo.
“Un miglior allineamento tra il sistema educativo italiano e standard
internazionali non potrà che portare a una collaborazione più forte tra
Governo Italiano e Unesco”.
Il Piano, ecco cosa cambia
La formazione (comma 124 della legge Buona Scuola) diventa
“obbligatoria, permanente e strutturale”. Tutti i 750.000 docenti di
ruolo saranno coinvolti.
Il Piano definisce con chiarezza gli obiettivi per il prossimo
triennio. Per la prima volta sono previste 9 priorità tematiche
nazionali per la formazione:
Lingue straniere;
Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
Scuola e lavoro;
Autonomia didattica e organizzativa;
Valutazione e miglioramento;
Didattica per competenze e innovazione metodologica;
Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
Inclusione e disabilità;
Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.
Il Miur assume la regia nazionale della formazione: stabilisce le
priorità, ripartisce le risorse, monitora i risultati delle attività,
sviluppa accordi nazionali con partner della formazione. Le scuole,
sulla base delle esigenze formative espresse dai singoli docenti
attraverso i Piani individuali di formazione, progetteranno e
organizzeranno, anche in reti di scuole, la formazione del personale.
Ogni docente avrà un portfolio digitale che raccoglierà esperienze
professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca e
pubblicazioni, storia formativa. Le attività formative saranno
incardinate nel Piano dell’Offerta e saranno perciò coerenti con il
progetto didattico di ciascun istituto. La formazione potrà svolgersi
in modo diversificato: con lezioni in presenza o a distanza, attraverso
una documentata sperimentazione didattica, attraverso la progettazione.
Saranno finanziate le migliori ‘startup della formazione’: il Miur
promuoverà la ricerca, la sperimentazione, incentivandole a lavorare
insieme a strutture scientifiche e professionali per la costruzione di
percorsi innovativi di formazione. In collaborazione con INDIRE sarà
realizzata una Biblioteca digitale scientificamente documentata delle
migliori attività didattiche e formative.
Miur