"La valutazione è
una lettura della realtà alla luce di una griglia di
riferimento (...). E' un atto di rottura col mondo
dell'immediatezza per poterlo pensare, leggere, apprezzare attraverso
le idee che ci si è fatti dell'essenza degli oggetti, di ciò per cui
valgono e meritano di esistere (Ch. Hadji). "La valutazione consiste in
un duplice processo di rappresentazione, il cui punto di partenza è la
rappresentazione fattuale di un fenomeno e il punto di arrivo una
rappresentazione ideale codificata dello stesso fenomeno" (J. M.
Barbier).
Rigore e Affidabilità
Le competenze non possono essere valutate con test, siano essi a
risposta breve, siano essi a risposta multipla o con prove che non
mettono a fuoco la capacità di utilizzazione delle conoscenze. Le
competenze possono essere dimostrate solo attraverso una "produzione"
complessa e molteplice, che bisogna analizzare da diversi punti di
osservazione. Deve essere possibile in una prospettiva di valutazione
formativa poter segnalare punti forti e punti deboli di una prestazione
e seguire il progresso di ogni alunno; in una prospettiva di
certificazione deve essere possibile esprimere un giudizio motivato e
succinto per sostenere la decisione relativa ad una promozione, al
rilascio di un diploma, al riconoscimento di un'abilitazione
professionale.
Le prove tradizionali non riescono a individuare molti aspetti delle
competenze e non tengono conto di quanto è posseduto in maniera stabile
e fruibile da una persona; non colgono i processi di apprendimento. C'è
quindi bisogno di una nuova generazione di strumenti per potere
esprimere giudizi debitamente fondati. Gli strumenti di valutazione
per un verso sono i problemi, i compiti, le prove che implicano una o
più difficoltà da affrontare e che sollecitano l'espressione di un
comportamento, di un'azione, che sarà oggetto di osservazione e di
analisi; per un altro verso sono i mezzi, i prontuari di analisi e di
interpretazione( griglie, port-folio, schede di registrazione,
questionari di osservazione, interviste etc.);per un altro verso ancora
sono mezzi di comunicazione della valutazione(pagelle, attestati,
certificazioni).Acuni strumenti servono per produrre, sollecitare dei
comportamenti, delle azioni, raccogliere dati e informazioni; altri per
analizzarli e interpretarli, altri per comunicare un giudizio. Alcuni
sono strumenti di prestazione(prove, test, compiti), altri sono
strumenti di osservazione. Alcuni sono propri della valutazione
sommativa, altri della valutazione formativa, anche se prevalgono
quelli funzionali alla valutazione sommativa per il rilievo dei suoi
effetti di natura pubblicistica.
Non esistono al momento giudizi sugli strumenti da utilizzare
, che siano al riparo di difficoltà e di perplessità; il rigore e
l'affidabilità vanno cercati e costruiti pazientemente, provando e
riprovando e tenendo presente che devono essere funzionali al tipo di
valutazione che si intende effettuare. La scelta degli strumenti
dipende dalle intenzioni che presiedono le operazioni di
valutazione. Lo spazio metodologico non è uno spazio autonomo, anche se
è specifico del valutatore. Senza considerazione delle
finalità e delle motivazioni le questioni tecniche relative agli
strumenti di valutazione sono questioni prive di significato. Tutte le
scelte tecniche (procedure, tempi, strumenti etc.) prendono senso nello
svolgimento concreto delle operazioni da portare a compimento, ma
devono rispettare un certo grado di coerenza col tipo di valutazione
che si sta realizzando.
La valutazione per l'importanza che riveste nei processi di formazione
non può essere lasciata alla creatività e alle invenzioni semantiche
dei valutatori. Purtroppo si è molto lontani dall'adozione di una
terminologia condivisa e a tal punto che con lo stesso termine vengono
, passando da un autore ad un altro, indicati oggetti diversi. Si
è alla ricerca, ancora, di rigore e di razionalità. Si è lontani anche
dalla condivisione di strumenti e procedure comuni. Ma nulla di nuovo
sotto il cielo: gli strumenti e le procedure sono lo specchio
dell'inevitabile soggettività della valutazione e a volte ne seguono i
capricci e le fantasie...
Criteri di Valutazione
Si puo' valutare se si dispone di fondati e accettati criteri di
valutazione. Ma che cos'è un criterio? In genere il criterio viene
pensato come una norma ideale di riferimento. Si specifica come dovere
essere da rispettare, come attesa da realizzare. Per non cadere in
forzature inopportune o nell'arbitrarietà la norma ideale deve
radicarsi in un aspetto dell'oggetto da valutare, scelto tra gli altri
come suo tratto significativo e rappresentativo. E', cioè, una
dimensione, un aspetto della realtà o dell'oggetto che si vuole
valutare, e anche una qualità che legittimamente si stima di doversi
attendere da una produzione o da una prestazione dell'alunno.
"Carattere o proprietà di un oggetto che permette di formulare su di
esso un giudizio di valore" (Ch.Hadji ) Un criterio è un punto
d'osservazione sul quale ci si piazza per valutare un oggetto e
prendere una decisione. Nel linguaggio ISFOL il criterio è uno standard
di prodotto o di perfomance. Il criterio come qualità si precisa
utilizzando un
sostantivo(pertinenza, profondità, significatività, efficacia,
integrazione, completezza, coerenza, originalità, precisione, possesso
di linguaggio specifico etc). Con i criteri si commisura
l'oggetto cercato e individuato e si stabilisce se un risultato è stato
raggiunto o no. L'operazione va a buon fine, se viene rispettata
una stretta correlazione tra obiettivi formativi di una
disciplina o di un sapere e criteri di valutazione.
Gli Indicatori
I criteri diventano effettivamente operanti con l'aiuto degli
indicatori, che aiutano a rendere meno aleatoria e più trasparente la
valutazione. Gli indicatori sono indici osservabili relativi al
criterio scelto.Devono permettere di verificare ciò che si vuole
verificare. La loro funzione è quella di fornire dati specifici ai fini
di una valutazione affidabile. Sono elementi raccolti in una
produzione, che permettono di pronunciarsi sul modo in cui i criteri
scelti sono soddisfatti. Non danno spiegazioni, ma aiutano a fare
domande, a formulare ipotesi su un evento, su un risultato. Consentono
un monitoraggio obiettivo. Evitano o riducono la soggettività del
giudizio. Non devono essere minimali; devono dare informazioni
significative, devono essere concreti, semplici, quantificabili,
rilevabili: comunicano la presenza o l'assenza di un dato che qualifica
il fenomeno osservato. Il criterio è generale, comune a più
competenze e discipline. L'indicatore è relativo alle situazioni :è
contestualizzato. E' consigliabile di non utilizzare nella valutazione
molti criteri e indicatori. Dall'analisi degli indicatori alla stima
del criterio c'è sempre un salto da compiere. "Ciò che si valuta è la
padronanza del criterio, non la padronanza degli indicatori"(F.M.
Gerard)..
A ulteriore specificazione dei criteri e per avere
una valutazione circostanziata e trasparente si puo'
ricorrere all'uso dei descrittori anche in aggiunta agli
indicatori come fa ISFOL nella delineazione degli standard minimi di
competenza, quando tratta la declinazione di livello. Per dirla
in poche parole i descrittori delucidano il criterio, gli indicatori lo
dimostrano. I descrittori specificano il significato di un criterio
indicando ciò che viene richiesto al soggetto perché dimostri il grado
di padronanza di un particolare aspetto di una competenza. La locuzione
ricorrente è "il soggetto è in grado di. ." oppure" il soggetto
dimostra di". Per es.nel Livello C 2 del Quadro Comunitario delle
Lingue viene detto" E' in grado di comprendere senza sforzo
praticamente tutto ciò che ascolta o legge. Sa riassumere informazioni
tratte da diverse fonti, orali e scritte etc, etc"..
Griglie di Valutazione
Con l'insieme dei criteri e degli indicatori si costruiscono le griglie
di valutazione: strumenti di apprezzamento della padronanza di un
particolare ambito di saperi e di conoscenze, della qualità di
una produzione o di una prestazione e del profitto complessivo di
un alunno. La considerazione di ciascuno dei criteri in qualche
modo conduce verso una forma di standardizzazione e impedisce che gli
elementi di soggettività nella valutazione si tramutino in
arbitrarietà. La scelta dei criteri, ovviamente, deve essere funzionale
agli obiettivi formativi che si intende realizzare. E' ragionevole dare
un peso specifico ad ogni criterio utilizzato per diversificare
l'importanza che riveste relativamente all'oggetto preso in
considerazione. Per ogni criterio può essere elaborata una scala di
apprezzamento che indichi i livelli di qualità raggiunti(per es.
mediocre -sufficiente-buono -ottimo -eccellente), ognuno dei quali
accompagnato da una descrizione. Chiaramente ci si dovrebbe preoccupare
di ricorrere a descrizioni che abbiano un certo spessore teorico e
fondamento nei tratti salienti dell'oggetto da valutare e che diano
ragione della progressione dei diversi livelli.. Una griglia del
genere non può essere in alcun modo resa stabile e permanente, perchè
della sua validità e fecondità possono parlare solo i risultati
ottenuti e quando da questi non viene la conferma della sua efficacia è
ragionevole ed opportuno ritoccarla. Una griglia con scala descrittiva
per ogni criterio, debitamente pesato, può garantire analiticità e
completezza nei giudizi che si è tenuti a formulare. Quanto più precisa
è una griglia, tanto più il giudizio può essere utilizzato in
modo formativo, perché consentirebbe all'alunno di rendersi conto dei
propri punti di forza e dei propri punti di debolezza. (Continua)
Raimondo Giunta