Lettera a Pietro Di Mauro
Provando a trovare le parole giuste per ricordare un grande uomo, ci si rende conto che queste non sempre bastano, non sempre sono all'altezza o forse semplicemente queste non esistono; ma noi vogliamo provarci con la stessa tenacia con la quale lei, o meglio tu caro professore, in questi anni hai provato a trasmetterci la passione per la conoscenza e la ricerca.
Il primo incontro non si scorda mai. 1B, settembre 2012.
Puntuale come sempre, entrato in classe, hai subito ricevuto l'attenzione dei nostri occhi timorosi che non riuscivano a decifrare quello sguardo sicuro ingrandito dalle tue lenti così spesse, che ti rendevano somigliante al prototipo di fisico in continua ricerca. Iniziasti la nostra prima lezione presentando te e la fisica: la fisica cerca di studiare le leggi che governano l'universo ed è scritta in caratteri matematici, triangoli, cerchi ed altre figure geometriche. Hai cercato di tradurci questi caratteri lontani ma incredibilmente vicini, ma che non ci aiutano a spiegare la tua assenza.
Impossibile non percepire il tuo arrivo in classe segnato dal rumore inconfondibile delle tue chiavi, che colpivano continuamente i muri dei corridoi, con la tua fidata carpetta rossa sotto braccio e la tua camminata caratteristica, che ha contribuito a renderti famoso in quel liceo che hai fatto tuo da studente e da docente. Fallimentari i nostri mille tentativi di copiare durante i numerosi compiti in classe, dato che ci hai sempre insegnato il fondamentale rispetto delle regole poiché non è possibile scrivere sui banchi perché tenere pulito è più facile che pulire, non è possibile utilizzare il telefono in classe, che tu tenevi custodito in macchina e che noi avremmo dovuto custodire spento nello zaino, non è possibile aspettare fuori dall'aula al cambio dell'ora, non è possibile entrare in ritardo come tu non hai mai fatto.
Nonostante la tua intransigenza sei sempre stato dalla nostra parte, comportandoti non solo da professore ma anche da padre, da amico. Come quella volta che cercasti di alleviare la nostra tensione durante il nostro ultimo compito di matematica con una sinfonia di Mozart, o come quando prima di ogni interrogazione trasformavi quei momenti di panico in momenti di estremo divertimento e come non ricordare la tua complicità negli scherzi e nei problemi che ci hanno accompagnato in questi anni.
Tra le tante iniziative che hai portato avanti e che hanno reso grande la nostra scuola spicca senz'altro il progetto EEE con il quale ci hai permesso non solo di studiare fisica, ma anche di farla. Ma le tue lezioni non si limitavano solo a questo, a formule e teoremi, erano vere e proprie lezioni di vita. Ci hai sempre insegnato a non limitarci a ciò che sentiamo, vediamo o leggiamo, ma di avere una visione critica su tutto, così formandoci come uomini e donne consapevoli, protagonisti di un futuro che ormai non è più così lontano. Penseremo a te prima di prendere una decisione, cercando di utilizzare la stessa capacità di giudizio e di riflessione che ti hanno contraddistinto.
Gli alunni delle altre classi ci guardavano con stupore e invidia: stupore perché con coraggio affrontavamo i problemi che dal lontano Politecnico di Torino ci sottoponevi, invidia perché sapevano, e sappiamo, che tu non sei un professore di fisica, ma Il Professore di Fisica. A testimoniare ciò che ci hai trasmesso sono le scelte che molti di noi stanno compiendo in questi mesi, iscrivendosi a facoltà scientifiche che grazie a te affronteranno senza alcuna difficoltà.
Tu ci hai detto che insegnare ti ha permesso di sognare con i tuoi alunni e noi non smetteremo di farlo, mai.
Concluso il nostro percorso ci hai detto: "sono felice di aver camminato con voi, di essere stato vostro compagno di viaggio, insegnando e imparando. È questa la cosa più importante che resterà, Vostro Pietro."
Ci hai anche detto che, una volta completato il liceo, avremmo finalmente potuto darti del tu, dunque ti salutiamo come tu avresti voluto: ciao Pietro, ciao collega.
Ti ricorderemo sempre con una lacrima e un sorriso.
I ragazzi della VB
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Caro prof.,
Noi ragazzi del progetto EEE ci sentivamo di darle un ultimo saluto con queste parole, anche se non saranno mai abbastanza per un professore come lei.
Un professore modello, capace di far odiare e allo stesso momento amare la fisica a chiunque lei la spiegasse, ma oltre ad essere un grandissimo fisico lei era anche un maestro di vita, di educazione.
Con lei va via uno dei pilastri portanti del liceo scientifico E. Fermi.
A nome di tutti i suoi alunni (presenti e passati), vogliamo dirle solo grazie, un grazie di cuore, vero, profondo.
Un ringraziamento lo deve a lei anche il paese intero che adesso può vantare di un liceo scientifico veramente attrezzato, un liceo dove non si studia solamente la fisica ma, come lei era solito dire: "Questa è una scuola dove si fa fisica!"
Grazie per l'impegno che ha messo per tutti i suoi progetti e per tutti quelli che aveva ancora in mente e che, conoscendola, sarebbero andati sicuramente in porto.
Grazie per la persona che era.
Grazie per tutti gli insegnamenti.
Grazie per lo spirito di dedizione alle idee che è riuscito a infonderci.
Grazie per le mille risate che tra un raggio cosmico e l'altro ci ha fatto fare.
Grazie per il progetto EEE.
Grazie per le camere MRPC.
Grazie per la settimana scientifica.
Grazie per la "riesumazione" del laboratorio di fisica.
Grazie per aver "rivitalizzato" un intero liceo.
Grazie per averci dato la possibilità di conoscere scienziati del calibro di Zichichi e altri illustri personaggi della fisica italiana e siciliana.
Questa anafora potrebbe non finire mai, perché la dovremmo ringraziare di una miriade di cose.
Addio Prof., grazie di tutto, sarà per sempre nei nostri cuori, non la dimenticheremo mai, mai, mai e poi mai.
Speriamo, anzi ci impegniamo a mandare avanti con dignità e onore tutto ciò di cui lei ha messo le basi.
I ragazzi del progetto EEE