Il 10 novembre
scioperano la Scuola, i Trasporti, la Sanità, il Pubblico Impiego e il
Lavoro Privato contro le politiche economiche e sociali del governo e
la sua Finanziaria. Manifestazioni in molte città, a Roma al MIUR (ore
9.30) e al Parlamento (ore 11.30), al Ministero della Salute (ore 9).
Il 10 novembre, indetto dai COBAS e da altre strutture del sindacalismo
alternativo, si svolgerà lo sciopero di tutto il lavoro dipendente,
dalla Scuola ai Trasporti, dalla Sanità alle Telecomunicazioni, nel
Pubblico Impiego e nel Lavoro privato. Si svolgeranno manifestazioni in
molte città d'Italia e in Sicilia a:
PALERMO, ore 9:00 corteo da piazza Croci
CATANIA, ore 9:30 presidio davanti la prefettura in via Etnea.
Nella Scuola, lo sciopero si oppone alle intollerabili proposte
governative che prevedono per docenti ed ATA, dopo 10 anni di blocco
contrattuale, un’elemosina di 50 euro mensili, mentre per i presidi un
aumento di 500 euro, sancendo così il loro ruolo “padronale” che dà
luogo a soprusi continui verso chi non si piega alle logiche
aziendalistiche. Inoltre, i lavoratori/trici sciopereranno contro
l’obbligo assurdo di 400/200 ore di Alternanza scuola-lavoro, grottesca
forma di addestramento al lavoro gratuito; contro i quiz Invalsi e la
chiamata diretta e i “bonus” decisi dai dirigenti per formare una
“corte” di succubi; per aumenti che recuperino almeno il 20% di
salario perso nell’ultimo decennio; per l’immediata assunzione
dei vincitori del concorso, degli abilitati e dei precari con tre anni
di servizio su tutti i posti disponibili in organico; per il
potenziamento degli organici ATA, le immissioni in ruolo sui posti
vacanti e il ripristino delle supplenze temporanee.
In generale, i lavoratori/trici di tutte le categorie sciopereranno
contro le politiche fiscali e previdenziali del governo e
l’innalzamento dell’età pensionabile; per dire basta con la distruttiva
“austerità”, con la precarietà dilagante del lavoro, i sotto-salari e
la piaga delle “esternalizzazioni”, dei tagli e degli appalti nella
Sanità, Autonomie locali e servizi pubblici, basta con le
privatizzazioni delle strutture pubbliche e dei Beni comuni; per
contratti nel Pubblico Impiego che facciano recuperare ai
lavoratori/trici almeno quanto perso (il 20%) per il lunghissimo blocco
e difendano i diritti dei lavoratori (ferie, malattie, congedi,
riposi); per la copertura delle carenze di organico nelle strutture e
nei servizi pubblici; per il ripristino della tutela contro i
licenziamenti illegittimi cancellata dal Jobs Act; contro il
monopolio della rappresentanza assegnato da tutti i governi ai
sindacati concertativi, per il diritto di assemblea per tutti i
lavoratori/trici e sindacati e una scheda nazionale alle elezioni RSU
per misurare la rappresentatività sindacale nei vari comparti pubblici
e privati; per difendere il diritto di sciopero contro tutti i
tentativi di annullarlo o ridurlo ulteriormente.
Piero Bernocchi portavoce
nazionale COBAS