Eravamo
davanti al MIUR e avevamo finito di ascoltare gli interventi di Piero
Bernocchi (Cobas) e Stefano d’Errico (Unicobas). Ci siamo allora messi
in corteo ed hanno cominciato a fare storie sui numeri. Poi quando ci
ha raggiunto l’altro pezzo di corteo ci hanno detto che dovevamo essere
ancora di più. Noi gridavamo “corteo corteo “. Dopo ci hanno detto che
non potevamo partire perché non potevamo bloccare il traffico. Allora
la polizia è avanzata e ha cominciato a manganellare con almeno due
feriti tra i manifestanti (uno dei quali ricoverato all’Ospedale Santo
Spirito con un copioso taglio sul cuoio capelluto). Non contenti i
poliziotti hanno caricato ancora una volta, mentre noi gridavamo
“vergogna vergogna”! Subito dopo ci hanno detto che se nascondevamo le
bandiere ci avrebbero fatto passare alla chetichella.
A quel punto eravamo disorientati e stavamo per accettare ... ma quando
hanno detto che dovevamo togliere persino i cappelli e far sparire le
bandiere indossate da alcuni (c’è chi può sindacare sul come ci si
veste?) tutti abbiamo ripreso le bandiere e abbiamo fatto un’assemblea
in presidio girata in diretta da Rai News 24 denunciando la VERGOGNA
delle cariche!!!!
Qualcuno ha diffuso notizie false! I poliziotti ci hanno caricato e
nessun poliziotto è stato toccato!!!
Vergogna!!!!
Così è passato tutto in secondo piano, in primis le motivazioni dello
sciopero e la lotta per un degno rinnovo contrattuale dopo 12 anni di
blocco. Mancato rinnovo del contratto:
1) un collaboratore scolastico ha perso 11.128 euro netti;
2) un assistente amministrativo/tecnico ha perso 12.500 euro netti;
3) un coordinatore amministrativo/tecnico ha perso 15.120 euro netti;
4) un dsga 17.979 euro netti;
5) un docente della primaria 15.303 euro netti;
6) un itp 15.573 euro netti;
7) un docente delle medie 16.823;
8) un docente delle superiori 17.507 euro netti.
E' lo studio della Flc-Cgil torinese, che ha l’indubbio merito di
fornire una fotografia precisa e spietata della perdita del potere
d’acquisto subito in questi anni di crisi dai lavoratori della scuola.
Ma al tempo stesso la ricerca sugli stipendi mette in evidenza una
palese contraddizione del sindacato di Francesco Sinopoli, con Cisl,
Uil, Snals, firmatario di un accordo-capestro.
Come si fa a firmare un’intesa per 85 euro lordi di ‘aumento’ a fronte
di un massacro salariale del genere?”
Se anche a tutto il personale della scuola venisse riconosciuto
l’aumento di 85 euro lordi, che si riducono a 45 netti, in un anno gli
stipendi aumenterebbero di 585 euro ed a fine vigenza contrattuale ogni
dipendente avrebbe solo 1.755 euro netti complessivi, a fronte di circa
15.000 euro netti persi negli ultimi 10 anni.
Occorre ritornare sulla vecchia questione della privatizzazione del
rapporto di lavoro imposta dai tempi del governo Amato con il Dl.vo
29/1993 (che mantenne invece nella funzione pubblica e con le regole
precedenti gli universitari, i magistrati, i militari ed altri).
La soluzione è obbligata: la vera lotta per il contratto è la lotta per
l’uscita della scuola (di tutta la scuola, dai collaboratori ai
docenti) da quelle regole impiegatizie che impediscono per legge
aumenti superiori all’inflazione programmata dal ministero
dell’economia, che ci hanno tolto il ruolo (precarizzandoci con gli
incarichi a tempo indeterminato e determinato) e gli scatti d’anzianità
biennali vigenti prima del contratto del 1995 (trasformati in lenti
‘gradoni’, per pagare i quali diminuiscono gli stanziamenti per il
fondo di istituto, diminuendo progressivamente la retribuzione oraria
degli straordinari degli amministrativi e dei progetti dei docenti.
Per questo, e non per essere trattati da delinquenti, ha scioperato
oggi il 20% della Scuola e con 18 manifestazioni in tutta l’Italia. Su
35 manifestazioni in tutta Italia per lo sciopero generale del
sindacalismo di base, a Roma le uniche non consentite: quella
Cobas-Unicobas che doveva partire dal concentramento al Miur e quella
che avrebbe avuto origine dal Ministero dell'Economia, lavoratori del
pubblico impiego e del settore privato gestita dall'USB.
Stefano d’Errico
(Segretario nazionale Unicobas Scuola&Università)