Finalmente si
è arrivati al termine della Legislatura con l'ultimo atto che gli
italiani attendevano:
l'approvazione della Legge di Bilancio 2018.
Tante le misure previste per la Scuola ed, in particolare,
l'istituzione di ulteriori posti di insegnamento nell'organico di
diritto delle scuole; la destinazione del 5% dei posti dell'organico
per il potenziamento dell'offerta formativa per promuovere le
discipline motorie presso le scuole primarie;
lo stanziamento di 75 milioni di euro per l'assistenza alle alunne e
agli alunni con disabilità;
l'istituzione di un fondo (10 milioni nel 2018, 20 milioni nel 2019 e
30 milioni a decorrere dal 2020)
finalizzato alla valorizzazione dei docenti che si impegneranno
particolarmente nella formazione,
nella ricerca, nella sperimentazione didattica o che raggiungeranno
particolari risultati nella diffusione nelle scuole di modelli di
didattica per lo sviluppo delle competenze; la proroga della validità
delle graduatorie del concorso per docenti bandito nel 2016;
l'assunzione in ruolo del personale
che, dall'entrata in vigore della legge n. 124 del 1999, lavora presso
le scuole con contratti di
co.co.co; la reintroduzione della possibilità di conferire supplenze
brevi al personale ATA ed, infine, lo stanziamento di 10 milioni nel
2018, 20 milioni nel 2019 e 35 milioni a partire dal 2020 per
gli Istituti tecnici superiori (ITS).
Tutte misure che riteniamo necessarie ed opportune ma che non
rispondono in alcun modo al
problema - NON SECONDARIO - della governance della Scuola Italiana.
Non si è voluto in questa legislatura
affrontare né l'emergenza delle reggenze né dare un impulso innovativo
alla gestione delle moderne I.S..
Finanche l'emendamento sull'esonero del Primo Collaboratore (ex
Vicepreside) nelle oltre 2500
scuole affidate a reggenza è stato ritenuto dal legislatore né URGENTE
né NECESSARIO visto la sua
triste fine!
Dopo l'istituzione della Dirigenza Scolastica con il Decreto
Legislativo 6 marzo 1998 n. 59 non si è voluto riconoscere che i DS -
reggenti e non - assegnano tanti incarichi e deleghe ai loro
collaboratori
(Assistant Principal) i quali
assolvono con professionalità, impegno e spirito di servizio il carico
di
lavoro loro affidato - ed oggi sempre più spesso - in associazione con
l'incarico di docenza (cioè
senza esonero).
E' possibile non comprendere da parte delle forze politiche e sindacati
il ruolo di tali professionisti
che sono le prime figure di riferimento per docenti e non docenti,
genitori ed alunni?
Con la Legge 107/2015 al comma 83 si stabilisce che ogni DS può
individuare nell'organico
dell'autonomia fino al 10% di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto
organizzativo e
didattico.
Ed il Legislatore non è andato oltre: non ha voluto, infatti, stabilire
modalità di accesso (ferme restando le prerogative dei DS),
riconoscimento giuridico, valorizzazione nella carriera professionale,
adeguato riconoscimento nei prossimi concorsi a partire da quello per
DS.
In Italia, purtroppo, non esiste un
riconoscimento giuridico formale, nonostante la fondamentale funzione
organizzativa e gestionale!
Tutti i Collaboratori nominati ai sensi del comma 83 sono necessari per
la funzione dirigenziale,
fondamentali nelle I.S., ma per lo Stato Italiano non meritano alcun
riconoscimento: anzi, rappresentano una categoria di lavoratori quasi in nero considerato il tempo
e l'impegno che dedicano
alla propria scuola!
Si tratta di figure professionali alle quali bisogna riconoscere il
ruolo strategico - a partire dal primo collaboratore - e le modalità di
lavoro (tempi, carichi, deleghe) che si caratterizzano per competenze
organizzative, di coordinamento, didattiche, gestionali, relazionali e
di conduzione di
gruppi di lavoro.
Ribadiamo che il servizio prestato nella collaborazione deve essere
riconosciuto nella progressione
di carriera secondo modalità da definire nel CCNL e con un maggiore
punteggio, rispetto a quello
già oggi previsto, fra i titoli per i futuri concorsi per dirigenti
scolastici.
Per queste ragioni Ancodis sostiene con determinazione la necessità di
procedere a delle innovazioni giuridiche nell'ambito della governance
della scuola ed, in particolare, al riconoscimento della figura del
Primo Collaboratore "alias Vicepreside" del dirigente scolastico ed al
suo specifico
profilo giuridico e professionale in considerazione dell'apporto
significativo offerto alla gestione
organizzativa e didattica della scuola.
Alle forze politiche ormai concentrate nella prossima campagna
elettorale chiediamo di pronunciarsi con chiarezza su cinque urgenze:
-
riconoscere giuridicamente tutti i Collaboratori ai sensi del comma 83
della Legge
107/2015;
-
ripristinare il distaccamento dalle attività didattiche per il Primo
collaboratore in tutte le
scuole cosi come previsto dall'articolo 456 del D.lgs. n. 297/94 ed il
riconoscimento della
funzione vicaria in assenza del DS cosi come istituita dal D.P.R.
416/1974;
-
prevedere in sede contrattuale un livello quadro intermedio tra docenti
e DS con la definizione di una progressione di carriera che tenga conto
dei ruoli che ciascun collaboratore -
nelle specifiche funzioni - assolve;
-
definire - ferme restando le prerogative del DS - modalità di accesso
alla funzione che tengano conto di esperienza, formazione e valutazione
con un riconoscimento economico basato sulla complessità della scuola
(n. alunni, numero di ordini e indirizzi funzionanti
nell'istituto, presenza di plessi, numero di ore che il collaboratore è
disponibile a prestare
oltre le 18 ore di servizio, responsabilità degli incarichi assegnati)
da definire all'interno di
un quadro specifico contrattuale nazionale;
-
stabilire che il servizio prestato nella collaborazione nelle diverse
forme deve essere riconosciuto nella progressione di carriera secondo
modalità da definire nel CCNL e con un
maggiore punteggio, rispetto a quello già oggi previsto, fra i titoli
per i futuri concorsi per
dirigenti scolastici.
E' ormai ineludibile l'istituzione chiara, stabile e definita di un quadro intermedio con specifiche
funzioni e poteri, formalmente strutturato (anche in termini di
procedure di reclutamento e processi di formazione) e disciplinato
attraverso un contratto collettivo di riferimento: esso rappresenta
un'evoluzione necessaria in direzione di un moderno sistema educativo
coerente con
l'autonomia scolastica.
Siamo consapevoli che si tratta di "scelte
politiche" che guardano alla scuola del 2020 con una
prospettiva che non può restare ancorata ad una governance arcaica
superata dalla legge 107.
Saremo rigorosi - quali cittadini consapevoli del ruolo che svolgiamo -
nella lettura dei programmi
e delle proposte avanzate e guarderemo con attenzione a quanti si
mostreranno sensibili nella ri-
cerca di soluzioni sostenibili e credibili.
Ed infine, ANCODIS - nel rinnovo del prossimo CCNL - auspica un lavoro
costruttivo tra MIUR, Associazioni di categoria e rappresentanze
sindacali ed accoglierà favorevolmente ogni proposta che
guardi al miglioramento dell'aspetto organizzativo e gestionale delle
moderne I.S..
Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS
Palermo
Renato Marino, Presidente ANCODIS
Siracusa
Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS
Firenze
Cristina Picchi, Presidente ANCODIS
Pisa
Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS
Cuneo
Antonella D'Agostino, Presidente
ANCODIS Catania
Carla Federica Spoleti, Presidente
ANCODIS Roma