Sembrano
"normali" certi insegnanti, durante l'anno scolastico li vedi in
cattedra a far lezione e a metter voti, poi li osservi a chiacchierare
in sala docenti di circolari e di registri, poi li senti parlare di
macroeconomia e di spread, e di certo non ti accorgi che sono anche
degli artisti, che "coltivano" il "sacro fuoco dell'arte", che hanno
dentro tanta sensibilità da far diventare un vecchio legno abbandonato
in un'opera d'arte, che usano i pennelli meglio delle penne e degli
abbecedari. Ecco, così è Antonio Caponetto, docente di Economia
Aziendale al liceo statale "Turrisi Colonna", di Catania, che oltre la
scuola, per "passatempo", dipinge e crea degli autentici capolavori,
dei pezzi unici, apprezzati da un vasto pubblico d'intenditori e dalla
critica qualificata. Caponetto dipinge i suoi "volti dell'anima" sul
legno, sulla tela, persino su vecchie porte di campagna che recupera e
gli dà nuova vita e altra dignità, riuscendo a trasmettere visioni ed
emozioni uniche. Il suo stile è inconfondibile, ama dipingere volti di
donna e sguardi che dicono tutto nel volgere d'un attimo, ferma il
tempo col sorriso e con colori audaci e autentici, lascia una traccia
delle "umane solitudini" e della ricerca d'infinito.
Così sono i dipinti di Antonio Caponetto.
L'artista-professore nasce a Lentini il 7 maggio 1973 ma vive da subito
a Catania e da 12 anni a Misterbianco. Dopo la maturità scientifica si
laurea, nel 1998, in Economia e Commercio e sino ad allora a parte
qualche sporadico disegno non aveva manifestato una particolare
attitudine ad attività artistiche. All'età di 28 anni l'artista sente
fortissimamente l'esigenza di disegnare ed inizia un'attività di studio
e di disegno libero dove, copiando e improvvisando, incomincia a
tracciare le basi della futura attività pittorica. Dopo ben 4 anni di
iniziale attività grafica, Antonio Caponetto si rivolge all'amico e
pittore Massimo Blanco, professore di discipline pittoriche, il quale
lo aiuta a sviluppare alcune tecniche grafiche e lo accompagna al
passaggio al colore attraverso i carbotelli. Studiando i classici,
Caponetto inizia a matita e a carbotello a disegnare e dipingere
ritratti.
La ricerca si basa inizialmente sul volto e su i suoi particolari da
cui si delinea la psicologia dell'individuo ritrattato e dopo un
tentativo di utilizzare le tecniche dell'iperrealismo attraverso i
colori ad olio egli si allontana da tale metodologia per incominciare a
delineare una sua particolare tecnica di pittura dove l'elemento
principale è ritrarre gli aspetti emotivi di chi appare in fotografia o
più raramente davanti a lui. Nel 2006 partecipa al concorso di pittura
organizzato dalla rivista BOE' con una figura di donna ritratta a
carbotello e ottiene un buon piazzamento ed una pagina sulla rivista.
Nel gennaio 2007 partecipa a Palermo ad una mostra collettiva
organizzata dalla rivista BOE'. Successivamente Antonio Caponetto
inizia a prediligere nuovi supporti e nel 2012 dipinge un ritratto su
una porta di legno centenaria utilizzando tecnicamente gli spray e la
pittura ad olio con l'intento di raffigurare una qualunque superficie
che si potrebbe altresì trovare in una periferia di una grande città;
l'opera è intitolata "Decadenza". Da quel momento egli cambia
completamente ed incomincia, su supporti alternativi quali le superfici
di legno, a dipingere ad olio dei corpi in movimento che sino ad allora
aveva solo raffigurato su foglio.
L'intento è quello di lasciarsi andare al tratto e di basare la ricerca
artistica sull'atto istintivo della linea che delimita il corpo umano.
Fino al 2016 Caponetto dipinge queste figure in movimento quando nel
giugno dello stesso anno decide di partecipare al Premio "Arte 2016",
organizzato da Mondadori, con l'opera "Decadenza" precedentemente
descritta e ottiene la segnalazione in semifinale, l'apparizione sul
mensile "Arte" del mese di ottobre 2016 e la consapevolezza di
orientare sui materiali la propria ricerca pittorica. Da questo momento
Antonio Caponetto inizia a cercare queste superfici dismesse
rappresentate da porte in disuso in metallo o in legno, ancora meglio
se arrugginite, dove attraverso spray, olio, sabbia e polvere metallica
cerca di far venire fuori dei ritratti che oltre a rappresentare delle
installazioni o dei murales che potrebbero essere presenti nelle
moderne città metropolitane, rappresentano un tentativo di fare ricerca
artistica con tutto ciò che è decadente, trascorso, parzialmente
rovinato.
Nel 2017 l'artista incomincia a percorrere altre strade artistiche
raffigurando su tela o su legno delle prospettive ardite raffiguranti
progetti e visioni di città metropolitane. Proprio in questi giorni
d'estate, Antonio Caponetto espone, insieme ad altri due giovani
artisti, Flavia Curcuraci e Giuseppe Zappalà, presso la Galleria Civica
d'Arte "Pippo Giuffrida", di Misterbianco, in un'interessante mostra,
"Agosto in... Arte", tutte le sere, dalle ore 19 alle 22, fino al 24 di
agosto. Come dire,... l'arte oltre la scuola.
Angelo Battiato