E se la scuola,
anziché la bonaccia, trova la bufera!? Se invece di "acque chiare e
tranquille", all'improvviso il mare si piega, si increspa, sbotta, si
tinge di nero e inizia la tempesta. E non c'è nessuno a calmare la
tormenta, a sedare l'uragano, e i Lestrigoni e Poseidone e la "furia di
Nettuno" prendono il sopravvento e issano sull'albero maestro il
vessillo dell'ingratitudine e dell'indifferenza. E la scuola prende il
largo e cola a picco. E ai passeggeri rimane solo il ricordo di tempi
gloriosi, di giorni fruttuosi, di momenti di gloria, passati e sbiaditi
per sempre.
E noi non sapremo mai di capitani coraggiosi, di insegnanti impettiti e
preparati, e dal cuore generoso, non sapremo mai di alunni volenterosi
e assennati, con la testa china sui manuali e su fogli da vergare, non
sapremo mai delle chimere dei giorni di lotta, non sapremo mai dei
pianti nei corridoi.
Come alla ricerca della balena bianca. Come nel "racconto del male",
dove Achab combatte e pugna a perdifiato contro il selvaggio
"Capidoglio", ma stavolta senza quell'innata sete di vendetta, senza
livore, con quel furore negli occhi, senza un rantolo di bassezza per
dire "Io odio la scuola". Ma con la tenacia gentile dei ragazzi
migliori, che anche se battuti non perdono un pelo, e dalla loro bocca
non esce offesa o un filo di rancore. Che il male non trionfa mai.
Perché dalla baleniera Pequod, oltre l'orizzonte, si scorge l'ignoto,
l'infinito, la speranza, il riscatto, e la rivincita che ci sarà dietro
l'ultima campanella e l'ultima onda. E alla paura e al terrore delle
tenebre si fa largo lo stupore per l'avventura, l'emozione delle
scoperte, la suggestione della giustizia, la ricerca della verità.
Ed ecco che quei ragazzi vengono eletti al Consiglio d'Istituto e al
Consiglio di Classe, che in soli due mesi si fanno conoscere e
apprezzare per come sono. Genuini e veri. E come il viaggio fino al
Capo di Buona Speranza alla ricerca forsennato della balena bianca,
così l'anno scolastico si trasforma in un'allegoria della condizione
umana, in una metafora moderna alla ricerca dell'assoluto che non
incontreremo mai. Un'impari lotta tra il vissuto e l'ignoto, come Achab
e Moby Dick, tra il bene e il male.
"Ma non temere, il male compiuto, andrà con Moby Dick nella profondità
dei mari, ma del bene, anche se incompreso, rimarrà memoria".
E aspetteremo impavidi il giorno del giudizio, e altro ancora.
Io sono solo Ismaele...
Angelo Battiato