Ascoltando
il dibattito a Montecitorio e sentendo le diverse opinioni dei nostri
Parlamentari, rappresentanti del popolo italiano, si rimane perplessi e
incerti
sul futuro della nostra bella Italia.
In
più interventi è stata citata la scuola, i bambini, il danno
psicologico, le
difficoltà delle famiglie, quando a maggio i genitori potranno
riprendere il
lavoro, e per di più senza poterli affidare ai nonni.
E’
stato detto che in Francia la scuola riprenderà a maggio. In Italia no!
Si
chiede alla Signora Ministro: sono forse più bravi i Francesi, meno
contagiati,
più attrezzati, più incoscienti?
Negli
interventi dei Parlamentari è risuonata più volte la parola “rinascita”.
La riapertura delle scuole è un segno di effettiva
rinascita del Paese, dopo questa triste primavera segnata dalla crisi
sociale,
economica e culturale, a causa del
Coronavirus.
Perché
non fare delle prove tecniche di
apertura della scuola facendo
ritornare, anche se solo per quattro settimane almeno i ragazzi di
terza media
e delle quinte classi per riprendere i contatti con i docenti e nello
stesso
tempo verificare con pochi alunni e studenti come mettere in atto
quelle norme
di protezione e di sicurezza igienica che si dovranno adottare a
settembre,
quando riprenderanno le lezioni: uso del gel igienizzante, dispositivi
di
sicurezza per il personale, distanziamento dei banchi, disinfestazione
dei
locali e con pochi alunni nelle classi tutto ciò sarà possibile.
Abbiamo
sentito in questi giorni tanti insegnanti che hanno affermato: “Mi mancano i miei alunni!”; “Sono stanco di
fare lezioni solo online”. Oppure ragazzi che hanno scritto tra i
messaggi WhatsApp,
in modo diverso e quasi con stupore: “La
scuola era impegnativa, per certi versi una rottura, però ci manca”;
“Ci
mancano le vere relazioni”; “Ci mancano di brutto i compagni e pure i
prof”;
“La scuola dava un ritmo alle nostre giornate”; “La scuola dava un
senso alla
nostra esistenza”. Andare a scuola
non è solo il sogno dei ragazzi delle foreste africane.
Anche
se saranno tutti ammessi, Signora Ministro, non ritiene
opportuno che i ragazzi di terza media, che
hanno provato in questi mesi la triste esperienza del distanziamento
concludano
l’anno scolastico ritrovando i compagni di classe, gli insegnanti, la
propria
scuola, e, quindi sentire la responsabilità e l’importanza dell’esame
conclusivo
del ciclo scolastico, così pure anche gli studenti di quinto anno, che
a giorni
affronteranno gli esami maturità “speciali” in tempo di Coronavirus.
Si
potranno avviare anche delle prove tecniche di esposizione della tesina
o delle
tematiche del colloquio d’esame con i docenti che li conoscono e
potranno
continuare ad aiutarli per far emergere le competenze acquisite nel
corso del
triennio o del quinquennio.
Al Presidente Conte, che ha ripetuto
l’impegno del Governo perché: “nessuno dovrà
perdere il lavoro”, si
fa presente che il 30% delle scuole pubbliche paritarie è destinato a
chiudere
entro settembre“. Continuano ad erogare un servizio pubblico e non ci
sono più
soldi per pagare i dipendenti; si pagano tutte le utenze ma non
arrivano rette
sufficienti per far fronte alle spese di gestione.
Le
dichiarazioni e le promesse se non diventano concretezza e restano
parole
vuote, pronunziate per “dare aria ai
denti, coperti dalle mascherine”.
Tante
scuole paritarie sono al collasso, i genitori non possono pagare le
rette, si
rischia la chiusura di tanti centri di educazione, dove s’invera il
principio
costituzionale della libertà di scelta educativa.
180.000
tra docenti e operatori scolastici, sono
rimasti
senza stipendio, perché
i genitori non pagano le
rette; il personale
ausiliario avrà il beneficio della cassa integrazione chissà quando e a
giorni
dovrà riprendere il lavoro. Con quale animo?
I docenti si sono inventata la “didattica a distanza”, per continuare a
stare
vicini ai propri alunni.
E’
questa la “buona scuola” che fa grande l’Italia?
Pensiamoci.
Signora Ministro, sappiamo che è stato fatto un decreto, ma può essere
modificato. Basta volerlo!
Martin
Lutero ha detto “Se vuoi cambiare il
mondo, prendi la tua penna e scrivi”. Questa è una buona occasione
e tra
gli scritti di Giacomo Leopardi si legge: “Sono
convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la
possibilità
di cambiare il nostro destino”.
Altri
autori di prestigio hanno affermato che “Se
non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non stiamo davvero
vivendo”.(Anatole
France); “Non c’è crescita senza
cambiamento.(Roy T. Bennett)
Questi
aforismi, Cara Ministro, Le siano di aiuto per pensare e decidere.
“Chi non muta mai la sua opinione è come
acqua stagnante e alleva rettili nella mente”.(Marion Woodman.)