Ai Dirigenti scolastici a tutti i docenti della Scuola italiana a tutto il personale scolastico agli studenti e alle studentesse e alle famiglie, il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, a conclusione della prima fase della pandemia, ha inviato una lettera di ringraziamento per l’impegno profuso nel rendere attiva e dinamica la scuola, anche se chiusa per evitare la diffusione del contagio del Covid-19
Nella lettera viene richiamata la dimensione comunitaria della scuola ed il ruolo professionale dei docenti “garanti del diritto allo studio” e, facendo riferimento alla personale esperienza d’insegnante di sostegno, il Ministro ha rivolto una particolare attenzione al tema della didattica a distanza per gli alunni con disabilità.
“La vera cifra dell’inclusione è la risultante di moltissimi fattori: la costruzione della fiducia tra docenti, alunno e famiglia; la presenza e la disponibilità di mezzi e strumenti per una didattica personalizzata; una collaborazione leale e concreta tra tutti gli adulti cui gli alunni con disabilità sono affidati”.
Ha poi evidenziato l’impegno del Ministero per “garantire la soluzione dei primi problemi legati alla mancanza di connettività e di strumenti tecnologici adeguati, per mezzo di appositi provvedimenti economici che stanno progressivamente portando i primi frutti”.
La collaborazione con le principali Federazioni e Associazioni che rappresentano le persone con disabilità, è fonte di garanzia per migliorare – anche in questa emergenza – la qualità dell’inclusione scolastica, che attualizza il monito pedagogico “scuola di tutti, scuola per ciascuno”.
Il lavoro che metterà in atto il comitato presieduto dal prof. Patrizio Bianchi, nel predisporre la fase di ripresa delle attività didattiche con l’apertura del nuovo anno scolastico, coinvolgerà anche tutti gli attori istituzionali che rappresentano le persone con disabilità.
I numerosi messaggi raccolti: canti, foto, video pervenuti al Ministero, documentano la creatività della scuola italiana che non si è fermata nei mesi del Coronavirus e sono numerose le storie di vita reale di studenti che da questa esperienza hanno compreso il senso della scuola come “comunità” ed hanno manifestato la “nostalgia” dello stare insieme ai compagni e ai docenti. Molte delle realizzazioni creative sono state socializzate anche dalla Rai, che ha riproposto fra l’altro i canti e i disegni degli arcobaleni fatti dai ragazzi con l’auspicio “andrà tutto bene”.
La didattica a distanza, malgrado tuti i limiti e i condizionamenti, ha mobilitato i docenti ad inventarsi “nuove abilità”, attivando anche con l’aiuto di colleghi più esperti, video-lezioni ed altri esercizi didattici innovativi.
Nella lettera vengono evidenziati “alcuni disallineamenti nelle pratiche didattiche quotidiane”, che sollecitano la necessita della “costruzione di strategie utili a recuperare quanto, in termini di socializzazione e didattica inclusiva, malgrado l’impegno di tutti, ha perso di efficacia”.
Con forza viene ribadito che “In tutte le scuole del sistema nazionale d’istruzione è previsto che i docenti di sostegno siano garanti del diritto allo studio degli alunni loro affidati, ora più che mai, in un momento in cui la contitolarità formale sulla classe, prevista dalla norma, deve tradursi in un atteggiamento d’inclusività che si sostanzi in contatti diretti con i bambini e i ragazzi, attraverso stimoli visivi, in maniera sincrona, sia per fini didattici che per fini più squisitamente relazionali e sociali”.
Queste indicative considerazioni riguardano tutti gli studenti del “Sistema nazionale di Istruzione” e quindi non dovrebbero rimanere esclusi gli alunni delle scuole paritarie, che non hanno ricevuto, purtroppo, la medesima attenzione e i necessari supporti tecnologici, assegnati alle scuole statali.
La lettera si sofferma ancora sulla funzione del docente di sostegno che in presenza dell’alunno con disabilità si affianca alle attività di tutta la classe “non solo per facilitare e fornire feedback sui contenuti, per mediare con strumenti e metodologie individualizzate la trasmissione del sapere, ma anche per riportare l’attenzione dell’intero gruppo classe sulla possibilità di creare occasioni di rinnovata socializzazione in un ambiente condiviso, seppure virtuale”.
Viene affermato il principio della contitolarità educativa sulla classe, e per tutti gli alunni, che coinvolge i docenti curricolari, chiamati a intervenire direttamente anche in attività didattiche inclusive “dedicate”, poiché rivestono il ruolo di adulti di riferimento di tutta la classe.
La prima misura d’inclusione avviene, appunto, nel contesto di appartenenza al gruppo classe.
I suggerimenti espressi nella lettera del Ministro sono stati in gran parte messi in atto dai docenti di sostegno, ciascuno secondo la propria sensibilità pedagogica e le specifiche condizioni ambientali, sociali e familiari.
Una difficoltà oggettiva è stata riscontrata nell’uso della piattaforma che non prevedeva la contitolarità nell’accesso e il docente di sostegno risultava un semplice “utente invitato”.
La didattica a distanza per un alunno disabile coinvolge e impegna ancor di più i genitori, che durante la quarantena si sono improvvisati insegnanti, infermieri, terapisti; ma non tutti hanno avuto la possibilità di collaborare a questa nuova prassi e all’uso delle nuove tecnologie ed inoltre i materiali in circolazione sono risultati poco fruibili e poco funzionali alle complessità di bisogni specifici.
Con particolare valenza pedagogica la lettera ribadisce che: “mai, come in questo caso, non sia importante la quantità bensì la qualità delle attività predisposte, delle relazioni attivate, delle valutazioni, le quali dovranno essere sempre coerenti con gli obiettivi e ben suffragate da solide basi di carattere metodologico".
Il rapporto tra la “quantità” di contenuti in relazione al programma svolto e la “qualità” della relazione educativa, diventa punto di riferimento per la valutazione dell’anno scolastico, interrotto bruscamente dall’emergenza pandemica; sono, infatti, da valutare non tanto il programma svolto, quanto il processo di maturazione e di crescita umana e sociale di tutti gli studenti.
Anche la promozione all’anno successivo non va intesa come “agevolazione nell’anno di grazia”, o “amnistia generale, bensì come doverosa registrazione del percorso fatto e impegno a riprendere il cammino colmando anche eventuali vuoti e carenze.
Compito primario dell’azione educativa è stato, infatti, quello di guidare anche i disabili alla lettura, comprensione e valorizzazione dell’esperienza vissuta nello spazio domestico di “distanziamento fisico” e non “sociale”. La socialità, infatti, è una categoria valoriale e non è distanziabile.
Nella lettera il Ministro raccomanda “Ai dirigenti scolastici, già impegnati a tenere le redini di questa difficile situazione, direi quasi a mettere a sistema tutte le energie in gioco, equilibrandole con le insicurezze e le paure dei ragazzi e delle famiglie, di garantire con celerità le operazioni finalizzate a coprire l’eventuale gap tecnologico di tutte le famiglie, in particolar modo di quelle degli alunni con disabilità, e di assumere ogni utile iniziativa volta a sollecitare e ad attivare interventi didattici a loro favore, ove ancora non fatto. Tutto il Governo ha lavorato e lavora perché nessuno resti indietro o si senta escluso.
La necessaria collaborazione con gli Enti locali dovrebbe produrre un potenziamento dei servizi a favore dei disabili coinvolgendo gli assistenti educatori e alla comunicazione nel lavoro quotidiano di garanzia della didattica a distanza ed in particolare attraverso sistemi di condivisione delle piattaforme digitali in uso tra i docenti e i canali comunicativi più adeguati alle varie circostanze.
Una particolare attenzione viene rivolta “alle famiglie degli alunni che, con pazienza e sempre silenziosamente, stanno collaborando in modo propositivo e fattivo con i docenti e con le scuole per superare le difficoltà” e si comunica che “sul sito del Ministero dell’Istruzione è stata predisposta un’apposita pagina web, caratterizzata dall’essere un work in progress, dedicata proprio alla didattica a distanza per alunni e studenti con disabilità”.
I genitori degli alunni disabili hanno evidenziato che “la didattica a distanza per i nostri figli non va bene, è necessaria la presenza di un assistente che guidi i bambini e i ragazzi. La scuola non è solo didattica”.
Mentre per la maggior parte degli studenti la didattica a distanza ha favorito una diversa modalità di apprendimento, per gli alunni con disabilità, l’interruzione del percorso assume carattere di perdita in termini assoluti, decretando un completo isolamento ed il venir meno di quegli stimoli esterni che aiutano e determinano il loro accrescimento». La didattica a distanza, sostengono le famiglie, non è «inclusiva».
All’augurio di buon lavoro la Ministra Azzolina aggiunge la ferma convinzione che “la Scuola italiana uscirà rafforzata dalla prova che sta vivendo, per merito di tutti i cittadini che quotidianamente s’impegnano, ciascuno nel proprio dovere, a renderla migliore”.
Queste parole risuonano come monito e stimolo ad una cooperazione attiva e responsabile da parte di tutti gli operatori scolastici per rendere produttivo ed efficace l’intenso e innovativo lavoro svolto in questa dolorosa e inattesa esperienza di vita, che traccia un profondo solco nelle relazioni sociali e nella dimensione di comunicazione e di crescita civile.
Nell’era del dopo Coronavirus occorre resettare il sistema e cogliere l’occasione di progettare una scuola efficiente e produttiva.
Nella lettera viene richiamata la dimensione comunitaria della scuola ed il ruolo professionale dei docenti “garanti del diritto allo studio” e, facendo riferimento alla personale esperienza d’insegnante di sostegno, il Ministro ha rivolto una particolare attenzione al tema della didattica a distanza per gli alunni con disabilità.
“La vera cifra dell’inclusione è la risultante di moltissimi fattori: la costruzione della fiducia tra docenti, alunno e famiglia; la presenza e la disponibilità di mezzi e strumenti per una didattica personalizzata; una collaborazione leale e concreta tra tutti gli adulti cui gli alunni con disabilità sono affidati”.
Ha poi evidenziato l’impegno del Ministero per “garantire la soluzione dei primi problemi legati alla mancanza di connettività e di strumenti tecnologici adeguati, per mezzo di appositi provvedimenti economici che stanno progressivamente portando i primi frutti”.
La collaborazione con le principali Federazioni e Associazioni che rappresentano le persone con disabilità, è fonte di garanzia per migliorare – anche in questa emergenza – la qualità dell’inclusione scolastica, che attualizza il monito pedagogico “scuola di tutti, scuola per ciascuno”.
Il lavoro che metterà in atto il comitato presieduto dal prof. Patrizio Bianchi, nel predisporre la fase di ripresa delle attività didattiche con l’apertura del nuovo anno scolastico, coinvolgerà anche tutti gli attori istituzionali che rappresentano le persone con disabilità.
I numerosi messaggi raccolti: canti, foto, video pervenuti al Ministero, documentano la creatività della scuola italiana che non si è fermata nei mesi del Coronavirus e sono numerose le storie di vita reale di studenti che da questa esperienza hanno compreso il senso della scuola come “comunità” ed hanno manifestato la “nostalgia” dello stare insieme ai compagni e ai docenti. Molte delle realizzazioni creative sono state socializzate anche dalla Rai, che ha riproposto fra l’altro i canti e i disegni degli arcobaleni fatti dai ragazzi con l’auspicio “andrà tutto bene”.
La didattica a distanza, malgrado tuti i limiti e i condizionamenti, ha mobilitato i docenti ad inventarsi “nuove abilità”, attivando anche con l’aiuto di colleghi più esperti, video-lezioni ed altri esercizi didattici innovativi.
Nella lettera vengono evidenziati “alcuni disallineamenti nelle pratiche didattiche quotidiane”, che sollecitano la necessita della “costruzione di strategie utili a recuperare quanto, in termini di socializzazione e didattica inclusiva, malgrado l’impegno di tutti, ha perso di efficacia”.
Con forza viene ribadito che “In tutte le scuole del sistema nazionale d’istruzione è previsto che i docenti di sostegno siano garanti del diritto allo studio degli alunni loro affidati, ora più che mai, in un momento in cui la contitolarità formale sulla classe, prevista dalla norma, deve tradursi in un atteggiamento d’inclusività che si sostanzi in contatti diretti con i bambini e i ragazzi, attraverso stimoli visivi, in maniera sincrona, sia per fini didattici che per fini più squisitamente relazionali e sociali”.
Queste indicative considerazioni riguardano tutti gli studenti del “Sistema nazionale di Istruzione” e quindi non dovrebbero rimanere esclusi gli alunni delle scuole paritarie, che non hanno ricevuto, purtroppo, la medesima attenzione e i necessari supporti tecnologici, assegnati alle scuole statali.
La lettera si sofferma ancora sulla funzione del docente di sostegno che in presenza dell’alunno con disabilità si affianca alle attività di tutta la classe “non solo per facilitare e fornire feedback sui contenuti, per mediare con strumenti e metodologie individualizzate la trasmissione del sapere, ma anche per riportare l’attenzione dell’intero gruppo classe sulla possibilità di creare occasioni di rinnovata socializzazione in un ambiente condiviso, seppure virtuale”.
Viene affermato il principio della contitolarità educativa sulla classe, e per tutti gli alunni, che coinvolge i docenti curricolari, chiamati a intervenire direttamente anche in attività didattiche inclusive “dedicate”, poiché rivestono il ruolo di adulti di riferimento di tutta la classe.
La prima misura d’inclusione avviene, appunto, nel contesto di appartenenza al gruppo classe.
I suggerimenti espressi nella lettera del Ministro sono stati in gran parte messi in atto dai docenti di sostegno, ciascuno secondo la propria sensibilità pedagogica e le specifiche condizioni ambientali, sociali e familiari.
Una difficoltà oggettiva è stata riscontrata nell’uso della piattaforma che non prevedeva la contitolarità nell’accesso e il docente di sostegno risultava un semplice “utente invitato”.
La didattica a distanza per un alunno disabile coinvolge e impegna ancor di più i genitori, che durante la quarantena si sono improvvisati insegnanti, infermieri, terapisti; ma non tutti hanno avuto la possibilità di collaborare a questa nuova prassi e all’uso delle nuove tecnologie ed inoltre i materiali in circolazione sono risultati poco fruibili e poco funzionali alle complessità di bisogni specifici.
Con particolare valenza pedagogica la lettera ribadisce che: “mai, come in questo caso, non sia importante la quantità bensì la qualità delle attività predisposte, delle relazioni attivate, delle valutazioni, le quali dovranno essere sempre coerenti con gli obiettivi e ben suffragate da solide basi di carattere metodologico".
Il rapporto tra la “quantità” di contenuti in relazione al programma svolto e la “qualità” della relazione educativa, diventa punto di riferimento per la valutazione dell’anno scolastico, interrotto bruscamente dall’emergenza pandemica; sono, infatti, da valutare non tanto il programma svolto, quanto il processo di maturazione e di crescita umana e sociale di tutti gli studenti.
Anche la promozione all’anno successivo non va intesa come “agevolazione nell’anno di grazia”, o “amnistia generale, bensì come doverosa registrazione del percorso fatto e impegno a riprendere il cammino colmando anche eventuali vuoti e carenze.
Compito primario dell’azione educativa è stato, infatti, quello di guidare anche i disabili alla lettura, comprensione e valorizzazione dell’esperienza vissuta nello spazio domestico di “distanziamento fisico” e non “sociale”. La socialità, infatti, è una categoria valoriale e non è distanziabile.
Nella lettera il Ministro raccomanda “Ai dirigenti scolastici, già impegnati a tenere le redini di questa difficile situazione, direi quasi a mettere a sistema tutte le energie in gioco, equilibrandole con le insicurezze e le paure dei ragazzi e delle famiglie, di garantire con celerità le operazioni finalizzate a coprire l’eventuale gap tecnologico di tutte le famiglie, in particolar modo di quelle degli alunni con disabilità, e di assumere ogni utile iniziativa volta a sollecitare e ad attivare interventi didattici a loro favore, ove ancora non fatto. Tutto il Governo ha lavorato e lavora perché nessuno resti indietro o si senta escluso.
La necessaria collaborazione con gli Enti locali dovrebbe produrre un potenziamento dei servizi a favore dei disabili coinvolgendo gli assistenti educatori e alla comunicazione nel lavoro quotidiano di garanzia della didattica a distanza ed in particolare attraverso sistemi di condivisione delle piattaforme digitali in uso tra i docenti e i canali comunicativi più adeguati alle varie circostanze.
Una particolare attenzione viene rivolta “alle famiglie degli alunni che, con pazienza e sempre silenziosamente, stanno collaborando in modo propositivo e fattivo con i docenti e con le scuole per superare le difficoltà” e si comunica che “sul sito del Ministero dell’Istruzione è stata predisposta un’apposita pagina web, caratterizzata dall’essere un work in progress, dedicata proprio alla didattica a distanza per alunni e studenti con disabilità”.
I genitori degli alunni disabili hanno evidenziato che “la didattica a distanza per i nostri figli non va bene, è necessaria la presenza di un assistente che guidi i bambini e i ragazzi. La scuola non è solo didattica”.
Mentre per la maggior parte degli studenti la didattica a distanza ha favorito una diversa modalità di apprendimento, per gli alunni con disabilità, l’interruzione del percorso assume carattere di perdita in termini assoluti, decretando un completo isolamento ed il venir meno di quegli stimoli esterni che aiutano e determinano il loro accrescimento». La didattica a distanza, sostengono le famiglie, non è «inclusiva».
All’augurio di buon lavoro la Ministra Azzolina aggiunge la ferma convinzione che “la Scuola italiana uscirà rafforzata dalla prova che sta vivendo, per merito di tutti i cittadini che quotidianamente s’impegnano, ciascuno nel proprio dovere, a renderla migliore”.
Queste parole risuonano come monito e stimolo ad una cooperazione attiva e responsabile da parte di tutti gli operatori scolastici per rendere produttivo ed efficace l’intenso e innovativo lavoro svolto in questa dolorosa e inattesa esperienza di vita, che traccia un profondo solco nelle relazioni sociali e nella dimensione di comunicazione e di crescita civile.
Nell’era del dopo Coronavirus occorre resettare il sistema e cogliere l’occasione di progettare una scuola efficiente e produttiva.
Giuseppe Adernò