E
sotto l’ombrellone quest’estate, tra “distanziamento fisico” e
desiderio d’evadere e di dimenticare “l’infernale covid 19”, porteremo
una bella scorta di libri, di quelli buoni, però! Uno ve lo consiglio
io, un libro da leggere tutto d’un fiato, che parla di scuola, di
passato e di futuro, in bilico tra la fantasia e la realtà, tra i sogni
e la ragione; un racconto fatto per trasmettere emozioni ed educare i
giovani al rispetto dei valori della vita. Il libro è “C’era una volta…
Favolando” (Algra Editore. 2020), l’opera prima della prof.ssa Sarah
Grisiglione, una mia brava e coinvolgente collega del Liceo Artistico
Statale “Emilio Greco”, di Catania, oltre ad essere scrittrice e
psicologa. Il racconto narra della scuola di ieri, con le maestre “di
mezza età, ma ancora attraenti”, come la “maestra Tina”, “sacchetto
monocolore come vestito, i capelli grigi tirati sulla nuca, la pelle
opaca e le labbra incolori”, ma con “un’aria rassicurante e
accogliente”, un “largo sorriso giovanile”, ed un cuore grande come una
mamma; ma anche della scuola di oggi, con i tablet, i registri
elettronici e i progetti extracurriculari.
La scuola di sempre, con i suoi riti, le sue regole, l’appello
mattutino con la preghiera, le interrogazioni a sorteggio, “estratte
dal cestino giallo”, l’educazione e l’affetto degli alunni, l’impegno e
la competenza degli insegnanti, la pausa per la ricreazione, il profumo
di merendina e d’abbecedario negli zainetti colorati, e i corridoi
pieni di gioventù e di speranza. Tutto questo traspare dal libro di
Sarah Grisiglione, un compendio in bilico tra la realtà e la fantasia,
tra pagine che sembrano ingiallite e che invece profumano di vita e di
futuro, una sintesi tra passato e futuro, ripieno di valori e di virtù
da trasmettere alle giovani generazioni, e che danno un senso alla
fatica dello studio e dell’insegnamento, e di vivere.
E c’è tanta fantasia nel racconto della Grisiglione, tanta poesia, che
accende l’immaginazione di tutti, lettori e alunni, e che induce a
riflettere e a far comprendere “l’arcobaleno della vita”, l’eterna
lotta tra il bene e il male, che “è sempre attuale, in tutte le storie
esiste, sotto forme diverse: guerre, divario generazionale, violenza,
discriminazione, razzismo, sessismo, ideologie politiche, tradimenti”.
Solo che fortunatamente in questa storia trionfa il bene “anche se
nella vita non sempre succede, per esortare i ragazzi ad essere più
ottimisti, a non schernire sentimenti come l’amore o ideali come
l’amicizia, esortandoli a credere che uniti si può essere invincibili”.
E già questo sarebbe un bel finale per un libro dedicato ai ragazzi, e
anche agli adulti.
Ma poi ci sono maghi, streghe, draghi, giovani cavalieri e principesse
bellissime, farfalle giganti, castelli incantati, incantesimi, rospi,
cavalli alati, “altrimenti che storia per bambini sarebbe?”. Ma
nell’intreccio incontriamo anche persone normali, il “nonno Ciccio che
gioca a carte”, e “la signora Marta, vicina di casa”. Anche il tempo è
il protagonista di “Favolando”. C’è la storia struggente della vita
della maestra Tinuzza, dei suoi rimpianti, del suo perduto amore di
gioventù, un filo di nostalgia e di poesia che attraversa l’intero
racconto e che vede anche la fine del suo “viaggio sulla terra”,
trovata dalla vicina “seduta sulla poltrona del salotto, con i suoi
occhiali che mai più si appanneranno, con la foto della III B in una
mano e un telegramma ingiallito nell’altra.
Un ricordo del tempo che lascia e uno di quello appena ritrovato”. E
poi c’è Arriaso, “il viaggiatore di terre lontane”, che insieme ai
principi Marcello, Igor e Armando, conduce i bambini per mano “nel
mondo della fantasia, pur narrando il male e i suoi numerosi
tentacoli”: l’omertà, l’invidia, la gelosia, la superbia, le cattive
azioni, anche se alla fine, come in ogni favola, trionfa sempre il bene
e la speranza.
Il racconto ha un intreccio ardimentoso e armonioso che tiene incollato
il lettore dalla prima all’ultima pagina, così come per i “piccoli
ascoltatori” della classe, che rimangono con il fiato sospeso a seguire
la voce “rassicurante” della maestra Tina, “che è proprio brava a
raccontare storie”.
Il linguaggio è semplice, diretto, da scuola elementare, adatto a tutte
le età, senza aggettivi altisonanti ma con tante parole fresche e
giovanili. E alla fine risuona il messaggio, come un testamento, che la
maestra Tina rivolge ai suoi ragazzi, “Fateli sognare ancora un po’
mentre sono bambini, da grandi si sveglieranno di colpo alla realtà.
Dategli la speranza e regalate loro il tempo di ascoltare storie. A
loro piace tanto! I giovani hanno bisogno di sapere che i loro eroi
vivono per sempre, felici e contenti”. Un messaggio che vale anche per
questo nostro difficile tempo.
Angelo Battiato