Italia sì, Italia no,
Italia gnamme, se famo 2 spaghi ... LA TERRA DEI CACHI, così cantava
Elio e le storie tese nel 1996. Oggi mi verrebbe da dire e scuola sì, e
scuola no, e DAD si, e DAD no ... la strage impunita! Le scuole aperte
in questo periodo di pandemia ... che vergogna! Il governo non ci
tutela! Quei poveri bambini "costretti"
quotidianamente a dover affrontare questo titano che incombe come un
macigno sulla testa di ciascuno di loro. Potevano lasciarli a casa, al
sicuro, al calduccio senza doverli sottoporre allo strazio di dover
indossare quelle maledette e/o benedette mascherine per oltre 5 ore. E
invece no, si sono ostinati all’apertura della scuola.
Di contro però c’è chi sostiene, invece, che sì la scuola DEVE ESSERE
IN PRESENZA, perché la DaD no, quella non è certo scuola!
La DAD, questa tanto contestata didattica a distanza, nulla di serio,
di costruttivo, di educativo, nulla che possa lontanamente avvicinarsi
a ciò che la Didattica per accezione dovrebbe essere - solo un
surrogato!!!
Eh già ... sicuramente la scuola ha un significato molto più ampio,
concordo anch’io. La scuola non è solo cultura, la scuola è
socializzazione, è contatto fisico, umano, la scuola è crescita, la
scuola è CONFRONTO tra pari e non, la scuola è rigore, regole, ma è
anche risate, divertimento, condivisione, interazione, EMPATIA!
Chi di noi avrebbe voluto rinunciare “in toto” a quel periodo magico
che la scuola ha rappresentato nella vita di ciascun adolescente.
Però, per fortuna, a noi ragazzi degli anni’70 non ci è mai stato
negato il diritto di poter andare a scuola. E se anche così fosse stato
cosa avremmo potuto fare per ovviare ad una simile privazione? Di
sicuro non avremmo avuto tanta scelta, né tanto meno la stessa
possibilità che oggi viene concessa o meglio garantita ai nostri figli.
L’unica soluzione, gioco forza, sarebbe stata quella di rimanere a casa
impotenti, senza possibilità alcuna di continuare il nostro percorso di
crescita, di apprendimento, di confronto, senza la possibilità di
vedere i nostri insegnanti, cercare rassicurazione nei loro sguardi, a
loro affidarsi e da loro lasciarci condurre per mano verso quel cammino
che quotidianamente eravamo abituati a percorrere insieme; solo vittime
Ignoranti di un destino crudele che aveva deciso per noi senza
interpellarci, senza chiederci se fosse davvero questo ciò che
volevamo, senza avere neanche l’opportunità di prendere in mano il
cellulare e chattare in video chiamata con l’amico/a del cuore o
consultare i social per trascorrere gran parte del nostro tempo. E
magari, poi, guardando un servizio al telegiornale o leggendo un
articolo del New York Times o una pagina del Aftonbladet (il foglio
della sera) quotidiano serale svedese, avremmo letto di una
sperimentazione didattica fuori dagli schemi ... la online teaching…CHE
FIGATA avremmo commentato!:
"Hai visto all’estero, sempre anni
luce lontani da noi ..."
"Ma ci pensi, fare scuola da casa in
un momento buio come quello che stiamo vivendo, dove tutto o quasi ci è
negato – niente uscite con gli amici, niente baldorie al bar, niente
riunioni in casa, niente di niente".
E mentre noi Italiani piagnucoloni, fannulloni stiamo qui a
trastullarci e a piangerci addosso per un diritto negato, loro, gli
altri, gli stranieri per intenderci, loro sì che si impegnano, che
credono fermamente nella Scuola e in tutto quel prezioso mondo che essa
racchiude in sé. Ma poi, come per magia, a distanza di 40 anni e anche
più, quella FIGATA tanto agognata arriva anche da noi. Certo con una
veste meno figa della online teaching, da noi si chiama solo DaD, così
l’hanno definita Didattica a Distanza. A pronunciarla non sembra un
granché, però ce l’avessero proposta gli stranieri allora sì avrebbe
assunto tutt’altro significato, uno charme incontrastato, sicuramente
qualcosa di diverso da questo “INUTILE SURROGATO” che vogliono
propinarci.
Eppure chi scrive, persona fermamente convinta del potere e
dell’immenso e indiscusso ruolo che la didattica ha sempre rivestito
nel corso dei secoli, la online teaching l’aveva già sperimentata più
di 10 anni fa in tempi non sospetti. Una didattica alternativa che
andava oltre ogni confine geografico e morale, che abbatteva quelle
distanze fisiche e di pensiero che per anni hanno tenuto i popoli
distanti non curanti del bene comune perché incapaci di vedere oltre,
di leggere tra gli sguardi e assaporare quello stupore capace di
nascere anche a DISTANZA, senza bisogno di doversi tenere per mano, ma
con la magia dei suoni, velatamente trasformati, a volte, in voci
metalliche ma pur sempre VIVE, cariche di un’energia da fare scintille
anche attraverso le cuffie, con gli occhi pieni di entusiasmo e di
emozioni positive tali da bucare lo schermo.
Già! Questa è la DaD, la nostra DaD, quella esercitata quotidianamente
da chi nel mestiere dell’insegnante ci ha sempre creduto perché in esso
ha sempre visto non una professione bensì una MISSIONE!
Bene! E allora criticateci, insultateci, metteteci alla gogna ma per
favore non privateci di quell’entusiasmo tipico di chi crede che chi
opera con criterio, devozione e professionalità lo fa SEMPRE E COMUNQUE
a dispetto della location, perché ... che vi piaccia o no la Scuola,
anche questa scuola, per noi è una mission!!!
Simona Privitera