A volte, di
notte, mi perdo nelle infinite conurbazioni delle mie città dei sogni.
Mi ritrovo nei grovigli, negli intrecci e li attraverso tutti, in lungo
e in largo, da cima a fondo. Mi intrufolo nelle viuzze, nelle intimità
delle case, nei nascondigli, negli angoli più ostili. Ne ascolto gli
odori, le luci, persino i sapori. Mi lascio inseguire dai suoni, dal
ritmo del vento, dalla musica che sgorga da persiane socchiuse, dal
rumore della grancassa. Mi perdo e mi ritrovo altrove, più lontano del
tempo, nel segreto moto delle cose, dei suoi ingranaggi, dei suoi nudi
nascondimenti. E’ tutto legato, tutto collegato da un filo sottile che
unisce, come una rete, gli spazi e le distanze, i silenzi e le
lontananze, le rose e i violini. Tutto e tutti. Per non parlare poi
degli uomini e delle donne che vi abitano. Li vedo accanto a me, di
soppiatto, e poi scomparire, e poi riapparire ancora. Mi raccontano
storie incredibili e incomprensibili. D’altri mondi.
C’è la mia brava collega che non vedo quasi mai, e mi dispiace; alcuni
amici, dentro la macchina e poi a terra; il capo della mia scuola che
mi guarda divertito e distratto; i miei nipoti che mi fanno compagnia,
che poi al risveglio leggo sempre un loro messaggio; e gli occhi che
sanno di mare del bambino più bello del mondo. E poi le mie donne, la
nonna nel suo cortile; mamma in cucina, con le mani indaffarate; e
altre, che non faccio il nome, ma sono tutte là, splendide e gioiose al
mio cospetto, come colonne d’avorio, come gioielli.
E poi il profumo di quella città del mare, con la migliore ragazza del
mondo. E poi un sussurro di pedinamenti distratti, vicini e lontani, e
veloci, a perdifiato. E poi mi giro all’improvviso, apro gli occhi e
vedo buio. Dove siete anime belle? Dove siete rimaste? Dove mi avete
portato? Cosa abbiamo attraversato? Cosa abbiamo visto?
E la vita che finisce, e che non ci pensiamo tanto. E invece
bisognerebbe pensarci più spesso.
Ma fortuna che c’è ancora un’alba che porta via tutto quanto. Altro che
De Chirico, Dalì, Picasso, Baudelaire, l’astrattismo e l’urlo di Munch!
Qua siamo oltre. Siamo di notte. Al buio. E vedo tutto chiaro.
Angelo Battiato