Le regole da seguire a cinque mesi dall'esame di maturità di Elena Lisa
Ragazzi, il consiglio è questo: a partire da oggi, dateci dentro. Con lo sport, un’alimentazione sana, una buona organizzazione e, ovviamente, con lo studio. Chi ve lo suggerisce, questa volta, non sono mamma e papà angosciatissimi - come e forse più di voi - per la vostra maturità. Ma preparatori atletici, dietologi, psicologi e insegnanti. Se, fin d’ora, dicono, mente e corpo, vanno d’accordo, l’esame di giugno andrà liscio come l’olio. O quasi.
«Lo studente è un maratoneta che sta per affrontare una gara - spiega Giorgio Calabrese, esperto in alimentazione -. Correrà tra cinque mesi, è vero, ma non supererà facilmente la corsa allenandosi pochi giorni prima». E poi aggiunge: «I ragazzi sottovalutano il cibo. Mangiano quello sbagliato? Che non si stupiscano, poi, se aperto un libro si addormentano sopra».
Regola numero uno, quindi, mentre studiate, bandite gli spuntini con patatine fritte e biscottini. Dice Calabrese: «Sono pieni di grasso, appesantiscono, danno sonnolenza». La dieta giusta, quella che vi renderà concentrati e capaci di ricordare la pagina che avete letto una volta sola, è a base di proteine (latte, carne, uova, pesce) che rinforzano le cellule, le rendono più elastiche e resistenti. Senza dimenticare i carboidrati, pane e pasta: in un momento in cui lo sforzo rischiesto è notevole e prolungato assicurano una buona riserva di energia. Verdura a volontà, invece, perché contiene fibre e smaltisce grassi. I soliti. Quelli che una volta accumulati vi fanno sbadigliare. Meglio mangiare sano, quindi, anche perché incolpare Leopardi e D’Annunzio, d’ora in avanti, vi servirà a poco, e poi nemmeno servono troppe rinunce: la pizza è ammessa una volta a settimana e il cioccolato, ogni tanto, per vincere lo sconforto. Categoricamente fondente, però. «Ha poco zucchero - dice il dietologo - e alza il livello di serotonina, l’ormone del buon umore».
Gli spiriti sportivi, per ricaricarsi, forse lasceranno stare la tavoletta di cacao amaro e punteranno tutto sulla sciata, di domenica, o sulla partita di calcetto con gli amici di scuola. «Va benissimo - dice Luciano Gemello, personal trainer - ma non basta». Bisogna procedere, ogni giorno, con un’attività aerobica che ritempri mente e corpo. Spiega Gemello: «Scuola al mattino, pranzo e poi ancora testa sui libri. Per spezzare, il momento ideale è a metà pomeriggio: un giro in bici o una corsa per mezz’ora e poi ancora libri. Le cellule si rigenerano e portano più ossigeno al cervello». E trenta minuti davanti alla tv o ascoltando musica? «Perfetto - dice - a patto che si faccia una corsetta sul posto: restare a lungo nella stessa posizione, non rilassa la postura, non crea circolazione del sangue e la mente non respira».
E così, nel frattempo, forse, muovendosi un po’, non si pensa più all’esame e si riduce l’ansia: «Per tenerla a bada basta pianificare il tempo che resta da qui all’esame - dice Gabriella Passerini, psicologa nei licei classici di Milano - scrivendo tutto su un diario». E poi precisa: «Non ne farei un dramma: l’agitazione è normale, permette di non sottovalutare la situazione ed è uno stimolo a fare di più». Già, ma se vi assale proprio nei giorni della maturità, allora: «Fate un respiro - dice -. Se avete studiato, l’attimo di vuoto scompare in un baleno. E se siete nel panico cercate, nella commissione, lo sguardo rassicurante del professore che durante l’anno vi ha più sostenuto. Vi calmerà».
I consigli degli insegnanti, per arrivare all’esame preparati e rilassati, sono, neanche a dirlo, più pragmatici. Come quelli di Paola Rivolta, professoressa di Greco all’Alfieri di Torino: «Fate un prospetto con il nostro aiuto, se è il caso. Rispettate gli impegni di studio e anche i tempi dedicati allo svago. Individuate un gruppo di compagni con i quali andate d’accordo, ripassate insieme, interrogatevi. Ma soprattutto - aggiunge svestendo, per un attimo, i panni di docente - pensate a quanto saranno belle le vostre vacanze con la maturità superata e ormai alle spalle».
Maturità, il "cento" impossibile di Raffaello Masci
Fine dei bravissimi e dei supersecchioni. Prendere 100 centesimi alla maturità e fare l’en plein sarà molto ma molto più difficile di un tempo.
I bravi saranno tanti, i talenti pure, ma il botto finale, chi proprio volesse farlo, dovrà conquistarselo con grande fatica a iniziare dal terzo anno delle superiori. Il nuovo regolamento sulla valutazione degli allievi, entrato in vigore alla fine della scorsa estate, impone - infatti - criteri assai stringenti nell’attribuzione del voto di maturità. In linea di principio dà più importanza al profitto degli ultimi tre anni e alle prove scritte, considerate più «oggettive», rispetto alla prova orale, potenzialmente influenzabile da fattori caratteriali.
Ma andiamo per ordine. Intanto essere «ammessi» all’esame non sarà affatto scontato. Un tempo bastava un viatico accordato generosamente dal collegio docente, poi si è passati alla formula più severa che imponeva la media del sei. Ora il percorso si fa ancora più arduo: occorre avere almeno la sufficienza in tutte le materie, senza poter compensare un voto scadente con un altro più lusinghiero. Inoltre a fare media concorreranno anche i voti di educazione fisica e di condotta: chi fa il cretino tutto l’anno - insomma - non fa la maturità. Va da sé, poi, che non ci debba essere neppure il più piccolo debito formativo che non sia stato saldato.
Quanto alla valutazione finale, risulterà - come già accade - dalla somma di una serie di segmenti che però, con le nuove norme, avranno un peso ridistribuito. Il profitto degli ultimi tre anni (il cosiddetto «credito scolastico») fino a ieri produceva fino a un massimo di 20 punti, ora ne acquista altri 5, per un totale di 25 ( e gli studenti che oggi fanno il terzo e quarto anno e hanno i crediti calcolati per 20 punti, vedranno questo valore riparametrato su 25). Le tre prove scritte potranno apportare un massimo di 15 punti l’una (45 in totale), mentre l’importanza del colloquio viene ridimensionata: da 35 a 30 punti. Per quanto riguarda il bonus di 5 punti, a discrezione della commissione, poteva essere assegnato solo a chi avesse raggiunto almeno 70 punti sommando i risultati delle varie prove d’esame. Ora c’è un ulteriore giro di vite: i 70 punti restano, ma ci devono essere almeno 15 punti di credito scolastico.
Quest’ultimo viene calcolato secondo delle complicate tabelle che tengono conto dei voti finali riportati al terzo, quarto e quinto anno delle superiori. Ma - in linea generale - si può dire che per avere almeno 15 punti non bisogna mai scendere sotto al media del 7, e per averne 25 occorre stare oltre l’8. Un eccellente studente che abbia la media del sette e mezzo - per dire- non ha alcuna possibilità di arrivare a 100/100, neppure se fa un eccellente esame.