Recentemente il Nikkei Weekly, uno dei maggiori settimanali di Tokyo, ha lanciato un allarme riguardo l'aumento degli iscritti nelle scuole private in Giappone. In realtà, le scuole private sono sempre state apprezzate dai giapponesi, nonostante le scuole pubbliche si attestino su standard di rigore e selettività molto alte. Infatti, gli studenti chiamano la scuola col termine di chogoku no shiken jogoku che significa letteralmente inferno degli esami. E forse questo è uno dei motivi dell'alto tasso di sucidi fra i giovani; poichè il titolo conseguito a scuola garantisce un posto di lavoro al 100% un insuccesso scolastico fa prevedere un fallimento esistenziale. Inoltre, nelle scuole giapponesi, non è possibile ripetere l'anno nella stessa scuola se si viene respinti una volta. Gli esami annuali sono molto duri e non sono solo per gli alunni ma anche per i docenti ed i dirigenti fino all'ultimo anno di carriera. Anche la condotta è essenziale; è vietato indossare monili e gioielli e tutti gli studenti sono tenuti ad indossare una divisa, i maschi devono portare i capelli non più lunghi di 5 mm e le ragazze non possono accedere a scuola con gonne più corte di 35 cm dalle scarpe. In caso contrario, i docenti sono autorizzati per legge a mettere mano alle forbici e accorciare da loro la capigliatura. Non esistono vacanze estive e la scuola inizia ad aprile e finisce a marzo dell'anno successivo. La giornata scolastica dura circa nove ore ma in occasione della preparazione per gli esami gli alunni possono rimanere a scuola dalle otto di mattina fino alle nove di sera. Una curiosità: in Giappone non esistono bidelli. Dopo la scuola sia gli studenti che i docenti ed anche i dirigenti devono pulire e mettere in ordine i bagni, le aule o l'ufficio di loro uso. Siccome è una regola che vale per tutti non crea discriminazioni. Non esistono insegnanti di sostegno; i ragazzi con problemi di apprendimento o disabili seguono delle scuole speciali, a parte. Questo può sembrare discutibile per noi occidentali ma rientra perfettamente nella mentalità scolastica nipponica atta a favorire le eccellenze e la competitività per cui gli studenti che non sono in grado di stare al passo con gli altri per difetto, vengono visti come un impedimento per il normale svolgimento didattico.
Ciò che colpisce soprattutto entrando in una scuola giapponese è il nitore e l'ampiezza di locali ed aule asettiche e luminose; è vietato infatti eseguire murales o appendere disegni o cartelloni ai muri. Ampiezza che contrasta con gli ambienti piccoli delle case private, anche dei ceti più agiati. Ma per i giapponesi il bene della collettività ha preminenza su quello privato. Ad esempio, lo sciopero è un'eventualità molto rara in Giappone; si indossa piuttosto una fascia al braccio e si va comunque a lavorare, questo perchè difendere un proprio diritto ma che può causare disagi alla collettività viene visto, a dir poco, riprorevole.
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