Al Cern, il più grande
laboratorio europeo di fisica che si trova a Ginevra, attraverso
un enorme macchinario denominato LHC, ovvero Large Hadron Collider, si
è riusciti a ricreare la materia primordiale al momento del Big Bang,
per meglio dire una “materia” anomala, cioè formata anche dalla sua
asimmetrica contrapposizione, l’antimateria. L’antimateria venne
teorizzata per la prima volta dal fisico inglese P. A. Dirac, uno dei
fondatori della fisica quantistica. Verso la metà degli anni Venti
Dirac, trovò un’equazione in base alla quale particelle come gli
elettroni, notoriamente di carica negativa, avevano però carica
esattamente opposta ( oggi vengono chiamati positroni) ovvero
anti-materia. Poiché si trattava solo di una teoria matematica, per
molti anni ne vennero accantonati gli studi; non era possibile
constatarli sperimentalmente.
Nell’antimateria, un atomo di idrogeno, per esempio, è
esattamente uguale a quello conosciuto ma con le cariche
invertite: nucleo di carica negativa ed elettrone con carica positiva.
Il loro scontro provocherebbe una reciproca annientazione: la
carica positiva dell’atomo di materia annichilirebbe quella negativa
dell’atomo di anti-materia, il risultato è la ben nota radiazione che
segue l’esplosione nucleare.
Ma negli anni Trenta il fisico Anderson scoprì un elettrone in
senso opposto a quelli comunemente osservati; appunto, il positrone, un
atomo di antimateria. Da quel momento crebbero gli studi in merito,
considerato il fatto che la supposizione matematica aveva ceduto il
passo alla constatazione empirica.
Gli studi sull’antimateria non hanno solo lo scopo di ri-creare i
momenti iniziali del cosmo (perlomeno quello conosciuti nello spazio
secondo la nostra inferenza umana). Al CERN si sta soprattutto cercando
di studiare se gli atomi di antimateria ubbidiscono o meno alle stesse
leggi fisiche che conosciamo cioè a quelle a cui sono soggetti gli
atomi della materia;mentre si sa già che entrambi si comportano allo
stesso modo per quanto concerne la forza gravitazionale, oltre agli usi
medici che se ne fanno, ad esempio la Positron Emission Tomography
(PET) si sta cercando inoltre di studiare se è possibile usare la
stessa antimateria come fonte energetica alternativa. Ma è soprattutto
ai fini dell’esplorazione dello spazio che si rivolge la ricerca
dell’antimateria: la Stazione Spaziale Internazionale, a cui
partecipa anche la sonda italiana PAMELA, si sta dotando di AMS,
Alpha magnetic spectometer, un potentissimo rilevatore di raggi cosmici
da un miliardo e mezzo di dollari, l’obiettivo è la ricerca di galassie
di antimateria ed altri fenomeni misteriosi nell’Universo. Pare che
all’origine il residuo di materia sull’antimateria abbia determinato il
nostro universo periferico… mentre il resto si è trasformato in fotoni,
o meglio gas di fotoni che raffreddandosi sino ad una temperatura di
circa –260°C formò il fondo cosmico di radiazioni scoperto da
Penzias e Wilson e che viene rilevato come insieme di raggi gamma.
La teoria dell’anti-materia ci rimanda l’immagine di un Universo
asimmetrico ma al tempo stesso speculare, complesso ed armonioso. Le
teorie del contrario sono da sempre presenti fin dalle concezioni più
antiche( basti pensare al concetto dello Yin e dello Yan nel
confucianesimo e nel taoismo) e , in generale, in tutte i nuclei
sapienziali primordiali e ci ricordano come l’insieme è fatto da cause
contrarie ma concomitanti, cause interne ed esterne, opposte ma in un
equilibrio perfetto a cui però, purtroppo, pochi uomini al mondo si
interessano, essendo la maggior parte di loro troppo impegnati ad
inseguire i fantasmi di una vita molto breve, troppo breve, e limitata.
Tecla Squillaci
stairwayto_heaven@libero.it