La quarta
edizione del programma OCSE PISA , l’ultima del 2009, poichè la
rilevazione avviene a livello triennale, riguarda il monitoraggio nella
reading literacy ,ovvero la competenza in lettura e di
alfabetizzazione in matematica e scienza.
In base a tali risultati testati su 65 paesi dei cinque continenti
partecipanti è stata stilata una graduatoria che evidenzia i livelli
migliori e quelli, ahimè, peggiori. Ricordiamo che il test viene
proposto a studenti di un’età media di 15 anni e quindi si rivolge
prevalentemente alle scuole secondarie di secondo grado.
A livello internazionale il punteggio più alto per competenze in
lettura è stato riconosciuto alla Cina, seguita da Corea, Finlandia,
Canada, Nuova Zelanda , Giappone e Australia.
L’Italia ha conseguito un punteggio al di sotto della media OCSE; gli
studenti del Nord Ovest e del Nord est si collocano al di sopra della
media nazionale mentre quelli del Sud e delle isole, molto al di sotto.
I risultati migliori spettano a . Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli,
Trento, Veneto, Emilia Romagna.
Per quanto riguarda il sud, Abruzzo, Puglia, Sardegna e Molise
ottengono risultati nettamente inferiori ma non si discostano molto
dalla media nazionale.
Il punteggio peggiore , nettamente al di sotto della media
nazionale, è invece attribuito a Campania, Calabria e Sicilia.
Certo, i soliti teorici, per lo più di quella particolare
categoria che possiamo denominare come pseudo sindacalisti e che
si distinguono dai veri sindacalisti, pochi invero, per il fatto di
fare chiacchiere , proclamare scioperi ma pochi fatti realmente in
grado di dare ossigeno ad un sistema scolastico al collasso
salvaguardando la qualità prima ancora di parlare di “aumenti”
retributivi, tenderanno a dire che sono i fattori di disagio sociale ed
economico ad influire negativamente sul grado d’apprendimento degli
alunni; dimenticando forse, che il grado di civiltà e di evoluzione
sociale di una regione viene dato anche e soprattutto dai cittadini che
vi abitano , che vi vivano, che permettono o meno passivamente un
determinato stato di cose, tranne poi, a profondere tutte le proprie
energie a logorroiche lamentele che ben conosciamo..
E’ troppo facile , infatti, prendersela con atavici svantaggi
socio-economici, addirittura pre-risorgimentali, quando deve diventare
l’alibi per risparmiarsi ogni accusa ( e ogni fatica di cambiare).
Anche il Giappone del dopo guerra partiva da zero, ma se in pochi anni
riuscì a raggiungere livelli altissimi di competitività e di
qualità fu solo grazie all’impegno reale e poderoso di ogni
singolo cittadino, in ogni campo.
Ci auguriamo, alla luce di questi risultati, che venga proprio dai
docenti del Sud non la solita protesta ( i risultati son risultati e
c’è ben poco da discutere…) cioè la solita retorica tutta meridionale
che sfuma poi in una bolla di sapone, ma soprattutto una volontà
ferma di migliorare i livelli d’istruzione nelle nostre regioni,
iniziando a migliorare se stessi, dal punto di vista professionale e
non.
Tecla Squillaci
stairwayto_heaven@libero.it