“. . . la geometria
descrittiva usa un linguaggio visivo e per questa ragione è lo
strumento principe del progetto di ingegneria, di architettura o
design”. (Riccardo Migliari, Geometria descrittiva, Vol. I, De Agostini
scuola, Novara, 2009)
Nella presentazione dei programmi di “Architettura” e “Progettazione”
per le classi terminali, rispettivamente, del Liceo artistico e degli
Istituti d’arte ho sempre esposto le discipline sostenendo che, con
esse, lo studente acquisisce quelle capacità di previsione che lo
mettono in grado di immaginare come sarà un certo oggetto prima che
esso venga realizzato, come sarà un determinato manufatto, un ambiente
o un luogo a seguito di interventi modificatori, prima che questi
diventino concreti. La progettazione è, quindi un’operazione
fondamentalmente intellettiva con ricaduta sul concreto e per questo
tendente a modificare lo stato delle cose e dell’esistente: quindi
dinamica. Per questa caratteristica “il progettare” e, quindi, la
progettazione è un intervento che ha bisogno di un operatore (il
progettista) abile, capace e competente nella gestione di un pensiero
creativo dinamico finalizzato alla modifica del reale e
all’attualizzazione del futuro: cioè a progettare.
Ecco, quindi, che la “geometria descrittiva”, come strumento di
comunicazione visiva, assume una particolare importanza se, più che un
mezzo per produrre esclusivamente elaborati grafici assume i caratteri
di uno strumento previsionale in quanto, poichè il disegno è
principalmente l’espressione del pensiero è necessario, anzitutto,
essere pensatori capaci abili e competenti. Quindi la stesura di un
progetto, che è sostanzialmente un’operazione di pensiero, ha bisogno
di verifiche continue sia nel suo divenire sia nella definizione
ultima. A tal riguardo mi tornano in mente sia quelle volte che
gli studenti, per carenze “descrittive”, hanno trovato difficoltà a
trasferire in corretto linguaggio visivo un pensiero progettuale sia il
punto di vista di Mario Botta quando asserisce che “L’architettura è
proprio l’attività che trasporta l’immaginario dell’architetto, che è
condizione teorica e di pensiero, una condizione di sogno, quindi
astratta, nella realtà geografica, storica ed economica: l’architettura
è questa capacità di portare il sogno nella realtà”. (Estratto da
un’intervista a Mario Botta in occasione del restauro del teatro la
“Scala” di Milano, 2004).
Una rappresentazione progettuale non è, quindi, solo ed esclusivamente
un fatto grafico ma la trasposizione, in forma iconica, di un pensiero,
di un’idea, di una riflessione continua attorno ad un problema e alle
sue sfaccettature; è una comunicazione e come tale il progettista ha
bisogno di conoscerne principi, leggi, regole e codici grafi perché la
comunicazione si realizzi.
La geometria descrittiva, proprio perché deve “descrivere” e non solo
“rappresentare”, diventa l’anello di congiunzione, nel processo
progettuale tra il momento creativo (processo mentale) e quello pratico
operativo di proiezione, di trasferimento, di graficizzazione e
verifica (evento figurativo progettuale). Essa fornisce al progettista
sia un metodo di indagine, di ricerca spaziale creativa, sia una
tecnica grafica espressiva, rappresentativa e comunicativa per la
definizione di una rigorosa immagine previsionale rendendo abile
l’operatore a leggere, analizzare, interpretare, rappresentare e
riproporre correttamente lo spazio fisico bi e tridimensionale e tutto
quanto in esso collocato, mediante segni grafici e forme geometriche su
un foglio da disegno luogo della comunicazione.
La geometria descrittiva diventa quindi “dinamica” assumendo la
funzione di anello di congiunzione tra la fantasia e la realtà proprio
perché deve sostenere e accompagnare tutta la comunicazione grafica del
processo progettuale nelle varie fasi siano esse analitiche (schizzi,
piante, sezioni, esplosi, particolari) siano sintetiche (planimetrie,
assonometrie, prospettive) dal momento in cui la progettazione in
generale, e quella architettonica in particolare, deve essere intesa
come un processo mentale con relativa trasposizione grafica mediante la
quale si imposta, si analizza e verifica, in itinere, il processo con
cui si intende dare risposta e risolvere un problema progettuale come
attualizzazione del futuro legando, in un unico linguaggio,
immaginazione e realtà.
Elio Fragassi
redazione@aetnanet.org