Caro ministro Profumo
Chi le scrive è una docente certamente non più giovane, una delle
migliaia di docenti che ogni giorno si svegliano con il pensiero di
ricostruire la scuola che oramai cade a pezzi e che ogni giorno come la
fenice risorge dalle sue ceneri.
Vede caro Ministro, quando ero piccola, essendo nata e vissuta fino
alla maggiore età in un paesino dell’Appennino Dauno mi è sempre stato
detto che l’unico modo per sfuggire alla zappa e all’ignoranza fosse lo
studio.
Vuoi diventare come me diceva mia madre? Vedi vado a fare la stagione,
zappo le barbabietole, raccolgo pomodori, raccolgo le olive, mi spezzo
la schiena per 61 giornate l’anno che mi permetteranno di andare in
pensione un giorno. Mi vedi, ho 40 anni e il mio fisico ne porta
addosso 80, ti vuoi ridurre così o vuoi emanciparti e costruirti una
vita migliore di quella che offre questo paese? Mamma voglio andare a
scuola. I soldi sono pochi , siamo in cinque e lavora uno solo e non
sempre a tuo padre danno del lavoro e se glielo danno non sempre viene
puntualmente pagato, poi c’è la disoccupazione per almeno 6 mesi
l’anno, pensaci bene, non abbiamo soldi e quelli che abbiamo sono pochi
Insomma caro Ministro andai a scuola, mi diplomai e dopo il diploma
lasciai il paesello per inseguire il sogno della laurea, che arrivò ,
perché sa signor Ministro, i sogni vanno alimentati e bisogna credere
nel potere dei sogni, soprattutto quando si deve ogni giorno contare
quanti soldi si hanno per poterli realizzare. Mi laureai circa 25 anni
fa, Laurea in lingue, con le lingue si va lontano…molto lontano…fino
all’abilitazione col concorso ordinario nel 1990. Pensavo, vai Caterina
sei abilitata, ora hai le carte in regola puoi insegnare. Per 21 lunghi
anni il mio è stato un precariato matto e disperatissimo, tutte le
scuole della provincia di Firenze mi hanno vista passare per almeno una
settimana, entravo col cuore colmo di buone speranze e ne uscivo col
cuore spezzato. Mi dicevo, dai andrà meglio la prossima volta, hai
superato un concorso, si tratta solo di fare un po’ di gavetta ma prima
o poi quella benedetta graduatoria scorrerà. E così tra sogni,
illusioni e delusioni gli anni passavano. Le risparmio tutto quello che
sta in mezzo ai 10 anni tra il 1990 e il 2000. Arriviamo al 2000, nuovi
concorsi, partecipo a quelli ordinari e a quelli riservati, meglio
un’abilitazione in più, e così mi abilitai per inglese e per geografia.
Eh Caterina, sei in una botte di ferro, 5 abilitazioni sono mica
noccioline, dai un altro sforzo e il ruolo arriverà. Finalmente nel
2006 dopo 16 anni dal primo concorso ordinario il ruolo. Ancora risuona
l’eco del mio urlo quando lessi da un link postato da un amico su un
forum di insegnanti precari, FIRENZE 1 posto ordinario, 1 da GP( una
volta erano chiamate graduatorie permanenti quelle che oggi sono le
graduatorie ad esaurimento, dove l’esaurimento è permanente e dove si
alimentano le illusioni). Arrivò il telegramma, lacrime di gioia,
Caterina ce l’hai fatta, la tua costanza è stata premiata.
Bel premio , generalmente i premi si danno subito dopo la vittoria, non
anni e anni dopo, quasi postumi, ma, mi dissi, che importa, ora non
dovrai più essere la supplente di nessuno, avrai classi tutte tue che
potrai seguire per interi cicli. Cominciai a pianificare la mia vita in
vista di una più ferma stabilità. Mai pianificare nulla signor
Ministro, soprattutto quando la disciplina che insegni fa parte di
quelle opzionali” era così che col progetto lingue 2000 veniva definito
il francese e tutte le altre lingue comunitarie, opzionale perché
andava scelto e quindi il mio futuro dipendeva dalla scelta, siamo
dotati o no di libero arbitrio? Certo, così dicono mi pare di aver
letto da qualche parte.
Insomma questo progetto pareva funzionare, in qualche modo si cercò di
dare pari dignità a tutte le lingue straniere per evitare in modo
civile il monopolio dell’inglese oramai lingua corrente almeno nelle
intenzioni. Ho combattuto in prima linea per questo e finalmente grazie
all’impegno di associazioni di lingua , colleghi, sindacati, fu reso
obbligatorio l’insegnamento di una seconda lingua comunitaria. Vedi
Caterina, mi dissi, se uno crede ai sogni, prima o poi si avverano. I
sogni già, quelli, per fortuna! Quando oramai credevo che il mio futuro
di insegnante fosse la scuola media di Signa, a pochi km da dove vivo
fui convocata per il ruolo alle superiori. Wawwwww Caterina, dai, era
il tuo sogno, hai inaugurato la sede associata del liceo scientifico
Agnoletti di Campi Bisenzio, volevi tornarci, è il tuo momento,
sorridi, è andata. Sogna Caterina, è il tuo momento!
Grandi dubbi, lascio i miei alunni ed inseguo i miei sogni o resto dove
sono? Ma Caterina se resti dove sei devi cambiare disciplina, hai dato
l’anima per il francese non puoi mollare ora. Accettai il 28 agosto
2008 il ruolo nel liceo dove avevo sempre desiderato stare. Un altro
anno di prova e finalmente il decreto di conferma in ruolo. Felicità
alle stelle, certo ce l’ho nel cognome, sono Stelluto, ora sono
finalmente a casa, basta levatacce posso disporre meglio del mio tempo
e pianificare la mia vita in vista della stabilità. Quando uno crede ai
suoi sogni! Eh signor Ministro, stabilità cozza con la flessibilità e
la flessibilità è madre dell’incertezza. Vivevo nel sogno e
nell’illusione, e come me tanti colleghi. Ci svegliammo un giorno il
ministro che l’ha preceduta con un bel colpo di ramazza, grazie a una
riforma scellerata venne cancellato il francese e tutte le seconde
lingue comunitarie dal liceo scientifico ad indirizzo linguistico. Che
tristezza signor Ministro quando si crede fermamente nei sogni si muore.
Caterina Stelluto, docente di Lingua e Civiltà Francese, Liceo
Scientifico “A. M. E Agnoletti” Campi Bisenzio-Firenze