Da diversi anni i
governi succeduti hanno tagliato fondi alla scuola, ma solo la Riforma
Gelmini
è stata capace di distruggere completamente quello che con molta fatica
e tanti sacrifici il
“Sistema integrato Scuola- Docenti-Territorio” aveva costruito in più
decenni. Cancellati
secoli di storia dell’ Istruzione Artistica Nazionale.
Mi riferisco alla Legge 133 del 2008 che ha riformato la Scuola
Secondaria di Secondo Grado a
partire dal 2010 con il ridimensionamento dell’ offerta educativa nella
nostra Italia e, in
particolare, colpendo l’istruzione artistica.
A cominciare dall’ unificazione tra Licei Artistici e Istituti d’Arte,
operazione con la quale è stata
decisa la distruzione dell’istruzione artistica nel nostro Paese, che
ha rappresentato, e
rappresenta ancora oggi, una delle risorse fondamentali della nostra
economia e del nostro
valore nazionale all’ interno della comunità europea.
Mentre la riforma distruggeva, contemporaneamente, tutta la classe
politica, con il sostegno di
economisti e altri studiosi in vari campi, sostenevano che l’economia
italiana, nonostante la
crisi, “reggesse”. In realtà, la produttività che possiamo affermare
capace di “reggere” alla
concorrenza è grazie al design, alla creatività, all’originalità delle
proposte messe in campo in
ogni settore dall’architettura all’edilizia, dalla moda
all’abbigliamento, dalla meccanica alle
automobili, dall’agricoltura ai prodotti gastronomici, ecc.
Ancora oggi viviamo di quella luce, che sta pian piano affievolendo,
rappresentata dalla grande
stagione della creatività italiana degli anni ’50 e ’60 del secolo
scorso quando gli istituti d’arte e
i licei artistici sviluppavano, in ambiti differenti, percorsi creativi
che hanno fatto emergere
personalità, prodotti e aziende di valore internazionale. Quella felice
stagione creativa ebbe
come motore propulsivo un concetto di cultura del bello –eredità del
Rinascimento e secoli
successivi- che, come prodotto del pensiero dell’uomo, non aveva né
consistenza fisica né
colore (politico) ed era trasparente, perciò capace sia di investire
ogni campo del fare umano
sia di percorrere lo spazio rimanendo sempre vera e viva sviluppandosi
in simbiosi con il tempo
che stava attraversando e segnando.
Produttività che ha iniziato a opacizzarsi puntualmente da quando la
scuola ha annullato la
sostanziale differenza esistente tra i licei artistici e gli istituti
d’ arte vanificando il concetto che
se la ricchezza di pensiero appartiene alla diversità qualsiasi
livellamento unificando
impoverisce.
Infatti, con la fusione degli istituti d’arte ai licei ogni scuola ha
perso la propria identità. L’
istruzione artistica in questo nostro Bel Paese sta vivendo uno stato
di assoluta incertezza
perché da questo accorpamento è nato un percorso scolastico ibrido che,
per dirlo con un
esempio, oggi non ha consistenza “né di carne né di pesce”.
In considerazione della nostra storia, ricca di Patrimonio, penso sia
bene, per l’attuale governo,
anche se con il senno di poi, ridistinguere di nuovo i percorsi del
liceo artistico da quelli degli
istituti d’arte, perché mentre i primi attivano percorsi creativi
mentali a-spaziali i secondi,
essendo collegati con le diverse e differenti realtà territoriali,
attivano percorsi creativi più
pratici e legati, in modo esclusivo, ai caratteri e alle storie del
territorio dal quale trae
ispirazione e forza creativa. Per questo motivo si sono sviluppate
tante e diverse
specializzazioni come: ceramica, tessuto, corallo, fotografia,
ebanisteria, oreficeria, metalli,
mosaico, ecc. ed è proprio questa differenza tra i due percorsi
scolastici che ha generato quella
ricchezza di pensiero e di creatività che oggi tutti ci invidiano e
tutti cercano di copiare.
Solo distinguendo i due percorsi scolastici e ridefinendo i programmi,
con i dovuti
aggiornamenti, sarà possibile vincere, oggi, quella sfida che la
globalizzazione ci pone davanti,
così come nel dopoguerra fu vinta la sfida della ricostruzione.
Una moderna e attuale istruzione artistica nei due differenti filoni,
intellettuale e pratico, può
dare un contributo sostanziale sia alla tutela sia alla conservazione e
alla valorizzazione del
nostro vasto Patrimonio Artistico che è il vero valore distintivo della
nostra Italia sia, ancora
una volta, divenire il crogiolo per lo sviluppo della cultura del bello
e dell’ Italian Style, fonte
principale di riferimento per il “Made in Italy” che tutti, politici e
non, sostengono essere la
nostra grande ricchezza, il nostro pozzo di petrolio, la nostra energia.
Fare arte è un processo molto complesso e articolato, dove agiscono
contemporaneamente, in
continuo feedback triangolare, intelligenza, conoscenze dello specifico
campo e abilità
manuali. Questa complessità richiede, pertanto, oltre l’apporto dello
studio teorico anche tempi
per esercitazioni, laboratori e verifiche puntuali.
“È quindi profondamente errata ogni ipotesi di pseudo - riforma che
vada nella direzione di
cancellare o mortificare radicalmente nel curricolo esperienze
fondamentali per il processo di
crescita degli allievi, processo incardinato sui laboratori e più in
generale sulle discipline
artistiche e di sezione.
Sono questi i luoghi deputati al “fare arte”, in cui, partendo
dall’acquisizione pregressa di
linguaggi visivi e di rappresentazione, si passa alla ideazione, alla
progettazione e alla
realizzazione di manufatti di arte applicata che, giova ricordarlo,
devono unire in sé sia valori
formali che valori d’uso. Si tratta di un processo, lungo, laborioso,
che richiede tempo ed
esercizio severo” (MoSeFa –Alcune riflessioni, per tesi, su un’ipotesi
condivisa di riforma
dell’Istruzione Artistica).
Prima che le nefaste conseguenze di questa ibrida riforma, producano
danni irreversibili nei
nostri giovani di oggi che saranno i soggetti attivi e produttivi del
domani, è bene che con un
atto di coraggio si ammetta l’errore e si torni alla distinzione di
quei due percorsi scolastici che
tanto bene hanno portato a questa nostra Italia nei decenni scorsi, e
che ancora oggi ci
permettono di distinguerci a livello globale.
Elio
Fragassi - Referente Abruzzo ARTEM DOCERE
Artemdocere.it