Cos’è
Compiègne? Compiègne è al di là del bene e del male. Compiègne è un
mito. Compiègne è una metafora. Desiderio irrinunciabile di riscatto e
di rivincita, di affrancamento e di emancipazione, di redenzione e di
liberazione. E di giustizia. Perché solo chi ha la percezione d’aver
subito un’ingiustizia può alzare le barricate per combattere
l’Ingiustizia, con determinazione, con ferocia, con tenerezza, con
indulgenza. L’ingiustizia è come una morsa, se stringe ti stritola e ti
può anche “uccidere”, ma se gli dai spazio, respiro, se la combatti con
gentilezza e intelligenza, con “speranza e carusanza”, ti fa sentire un
altro. E le ingiustizie fanno d’un ragazzo un uomo, ed un uomo più
uomo.
La giustizia è come una notte dura d’inverno, come una mattina di
pioggia, come un cavallo cocciuto, che conosce il sentiero e lo
percorre, sino in fondo. Un’ora d’esame che m’è sembrato un minuto, e
mentre parlava e rispondeva a tutte le domande, io ripensavo a uno,
due, mille momenti della vita di prima, e come un “lungo miglio”, come
il corridoio del film “la famiglia” di Ettore Scola, rivedevo i giochi
e gli scarabocchi tracciati nel suo “ufficio”, e tutte le volte che
l’ho aspettato, e tutte le nottate di studio, come presagi di futuro,
come premesse di magnifici risvegli, come sequenze di giorni migliori e
di lunghissimi sentieri.
Ma la storia, lo sappiamo, dà torto e dà ragione a tutti, anche ai
ragazzi, come ai professori. Ed è stato come il secondo “Armistizio di
Compiègne”, con la stessa grinta, le stesse parole, gli stessi abiti,
anche se in luoghi formalmente diversi, ma sempre uguali. Questo è il
trionfo! E di ritorno dall’esame, “andato benissimo”, mentre con il
cuore ascoltava musica, è voluto passare dal “lazzaretto”, per l’ultima
volta, per guardare e ricordare i suoi anni più belli, i tanti momenti
spensierati, tutti i suoi compagni, ma con la serenità della giustizia
e della vittoria negli occhi. Questo è Compiègne! E’ proprio vero,
vivere bene è la sola e migliore rivincita.
E adesso!? Come sarà per me la scuola a settembre!? Le guerre puniche,
la rivoluzione francese, il decadentismo, la “Notte stellata” di Van
Gogh, il barocco romano, il surrealismo, Rosso Malpelo, la “Medusa” di
Caravaggio, e le cause della Seconda Guerra Mondiale, non saranno più
la stessa cosa, avranno un sapore amaro, un valore diverso, un
significato innaturale, un senso inconsueto.
Sarà quasi come andare in pensione, prendere un anno sabbatico, o
ritornare in quarantena.
Perché i ricordi possono uccidere, o possono far vivere. Ecco!
Ritornare a vivere!
E a pensarci bene, forse per me la scuola sarà più bella di prima.
Perché la scuola, come gli esami, come la vita, come i ricordi, non
finisce mai. Si, il mio cuore canta, fino a quando ci saremo, come la
mattina alla fine dell’esame, dove già non c’eri più, eri altro, eri
altrove, “più lontano della notte / ben più in alto del giorno /
nell’abbagliante splendore” ... della tua vita, finalmente e
interamente nelle tue mani.
Ed è proprio vero, “la scuola è il luogo dove si entra piangendo e si
esce ridendo”.
Adesso la scuola è davvero finita. Adesso inizia la vita ...
Angelo Battiato