Varcare
questo nuovo anno scolastico 2020/2021 è come iniziare una scalata per
monti sconosciuti, pieni d’insidie e irti, come “cocci di bottiglia”.
Si spera di non dover incontrare la tormenta, la bufera, le slavine, di
non rimanere seppelliti da una valanga. Si spera di non restare avvolti
nella nebbia, in compagnia dei lupi e delle streghe. Si spera
soprattutto di scalare la montagna con serenità, con entusiasmo, con
vigore, e di vivere pienamente passo dopo passo, pietra su pietra,
sempre più su, fino a toccare la cima, fino a sfiorare il cielo. E da
lì guardare l’immensità delle valli con gioia, allegria, amicizia, e
con profitto, giovamento, desiderio di continuare a salire.
E’ necessario portare l’occorrente, piccozza, ramponi, moschettone,
avere una corretta imbragatura, con corde, anelli, carrucola, evitare
movimenti bruschi, evitare ansie, paure, sconforto, avere grinta,
energia, coraggio. E sperare, alla fine, di giungere alla meta, in cima
al mondo, a un passo dal blu, con tutti i compagni di ventura. E di
mettere nello zaino “tutta merce fina”, conoscenza, competenza,
capacità, abilità, esperienza, saperi, valori.
Raggiungere il “tetto del mondo”, tutti insieme, tutta la classe,
stanchi ma felici, più maturi, più sicuri, e pronti per nuove
avventure, per il lungo viaggio della vita. Toccare l’apice, tutti
insieme, dirigente, docenti e alunni, soddisfatti, contenti per le
tante prove affrontate, spesso difficili, faticose, perigliose, altre
volte semplici, chiare, agevoli, ma sempre sostenute con
determinazione, con rigore, con serietà.
E alla fine della salita non ci si ricorda più dei giorni tristi,
nuvolosi, burrascosi, ma solo dei momenti belli, pieni di sole, di
sorrisi. O si vince tutti assieme, o non vince nessuno! Nonostante le
mascherine, il banco singolo, il distanziamento d’un metro, il timore
del ritorno alla DAD, vale la pena ancora il primo suono della
campanella, il primo giorno di scuola, il primo “abbraccio” con i
compagni di classe e con gli insegnanti.
Vale la pena ancora vivere la scuola in presenza, come luogo
dell’anima, come cammino di crescita, come percorso civile e culturale.
Anche se, voltandomi indietro, durante la lunga scalata, non rivedrò
più “quel ragazzo”. Ma che importa, lui ha già spiccato il volo della
vita!
Angelo Battiato