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N. 109, 23 giugno 2003
SOMMARIO
1. Accordo quadro sul canale professionale/1:
quanti allievi lo
sceglieranno?
2. Accordo quadro con le regioni/2: la riforma unisce?
3. Accordo quadro con le regioni/3: un punto di partenza
4. L'85% di diplomati nel 2010: sfida o miraggio?
5. Nuova maturita' alla frutta. Urge cambiare
6. Retribuzione legata al merito? Negli USA non funziona
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le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n.113/109:
Confindustria e CGIL: dal conflitto alla (neo)concertazione?
Riforma: per l'Uciim il consenso e' condizione di riuscita
AAA, servono nuovi dirigenti scolastici
Tranquilli: il conglobamento dell'indennita' integrativa speciale e'
fatto
Regno Unito: in pensione a 65 anni? Coro di no
E poi tutte le scadenze aggiornate della
scuola nella rubrica
TuttoscuolaMEMORANDUM
Per saperne di piu': http://www.tuttoscuola.com/focus
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Le scadenze in TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:
24 giugno – 1° luglio – Risultati prova scritta di
matematica
25 giugno - Pubblicazione TRASFERIMENTI dei docenti di scuola ELEMENTARE
26 giugno – Pubblicazione TRASFERIMENTI del personale ATA
30 giugno – ENAM: borse di studio per dirigenti scolastici
30 giugno – ENAM: borse di studio per docenti
30 giugno – verifica FUNZIONI OBIETTIVO
1° luglio – posti all'estero per DIRIGENTI SCOLASTICI
12 luglio – domande di UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE
21 luglio – domande di aggiornamento delle GRADUATORIE DI ISTITUTO
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1. Accordo quadro sul canale professionale/1:
quanti allievi lo
sceglieranno?
Saranno 40.000, come ipotizza un comunicato stampa del MIUR? Come si
fa a prevedere quanti saranno gli allievi che sceglieranno il canale
professionale, rinunciando a frequentare
l'indirizzo di scuola
secondaria al quale pure si erano pre-iscritti, prima che la legge n.
53 (approvata il 28 marzo 2003) abrogasse
la legge n. 9/1999
sull'obbligo scolastico?
La confusione e' notevole, e certamente le famiglie avranno
qualche
difficolta' a scegliere in una situazione nella quale
non vengono
ancora date certezze sulla struttura del canale professionale. Per ora
esso, con una malferma identita' e struttura
(ci saranno molte
varianti regionali), non ha ancora l'identikit di quel grande sistema
di istruzione e formazione professionale, di pari dignita', di
cui
parla la riforma Moratti.
Comunque, nell'imminenza dell'inizio del nuovo anno
scolastico la
Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali ha approvato
lo
scorso venerdi' 20
l'Accordo quadro (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_109-3.doc
) per la realizzazione, a
partire dal prossimo settembre, di percorsi sperimentali di istruzione
e formazione. Il documento specifica fin dalla premessa
che tali
sperimentazioni "non predeterminano l'assetto a regime dei
percorsi
del sistema dell'istruzione e della formazione professionale", e
che
la loro principale finalita' (punto 1) e' quella di
svolgere una
"efficace e mirata azione di prevenzione, contrasto e recupero
degli
insuccessi, della dispersione scolastica e
formativa, e degli
abbandoni".
Come si vede, l'attenzione e' rivolta a quella parte della formazione
professionale regionale che da tempo si occupa di ragazzi "difficili",
drop-out, allievi a rischio di emarginazione
sociale. Forse si
recupereranno alcune esperienze realizzate nella scuola, specie negli
istituti professionali di Stato (il documento accenna a
"forme di
integrazione" tra i sistemi). Ma, e' bene ripeterlo, tutto
cio' ha
poco a che vedere con il canale professionale della riforma Moratti.
E', come si dice, una "pezza a colore", e forse un
contentino agli
enti di formazione, niente di piu'. Purtroppo.
2. Accordo quadro con le regioni/2: la riforma unisce?
L'accordo quadro tra ministeri dell'istruzione e del lavoro, da
una
parte, e regioni, province e comuni, dall'altra, per avviare in
via
sperimentale su tutto il territorio nazionale una
nuova offerta
formativa per i ragazzi che escono dalla terza
media senza piu'
l'obbligo di continuare la scuola, puo' forse rappresentare un metodo
per invertire la china presa negli ultimi tempi
dai processi di
riforma in campo formativo.
Le istituzioni firmatarie dell'accordo-quadro hanno trovato intesa e
unita' di intenti, rinunciando alla suggestione dei richiami politici
che da mesi, anche in tema
di istruzione e di formazione,
caratterizzano lo scontro dei due opposti fronti
parlamentari e
partitici.
L'emergenza, determinata da un vuoto legislativo
pericoloso che
potrebbe danneggiare migliaia di ragazzi a rischio di
dispersione
scolastica, ha fatto superare le logiche di schieramento e le riserve
sulla stessa riforma prevista dalla legge 53/2003
per ricercare
soluzioni ponte di salvataggio.
Per settimane il ministero dell'istruzione ha
riunito assessori
regionali, rappresentanti delle province, dei comuni e delle province
di Trento e Bolzano per cercare "la quadra" e, alla fine, l'intesa per
attuare l'integrazione tra i diversi livelli istituzionali dello Stato
e tra istruzione e formazione professionale e' stata trovata.
Il contributo e' stato di tutti, senza pregiudiziali,
grazie alla
volonta' di pervenire comunque ad un risultato positivo. La conferenza
unificata Stato-regioni-citta' ha gia' ratificato.
I due ministeri coinvolti, per parte loro, hanno stanziato per il 2003
piu' di 215 milioni di euro; altre risorse verranno da
regioni e
comuni.
3. Accordo quadro con le regioni/3: un punto di partenza
Settembre e' vicino e sara' necessaria un'attivita'
intensa per
recuperare l'attenzione e il consenso dei ragazzi. Potrebbe anche non
bastare, ma cio' non toglie che la strada
imboccata con questo
accordo-quadro che apre di fatto l'attuazione della riforma,
sembra
piu' efficace del muro contro muro che
troppe volte finora ha
prevalso. Ora pero' c'e' da lavorare parecchio.
Lo strumento sperimentale, assolutamente indispensabile per superare
una fase di emergenza, per avere credibilita' deve essere
corredato
dall'indicazione dei criteri e delle modalita' per definire i livelli
essenziali delle prestazioni,
gli obiettivi specifici di
apprendimento, gli standard formativi omogenei a livello
nazionale.
Tutto cio' richiede l'approvazione
contestuale di un decreto
legislativo per assicurare la spendibilita' nazionale dei titoli, il
passaggio dai percorsi formativi ai percorsi scolastici.
Una volta elaborati tali strumenti sara' possibile orientare le varie
scelte per assicurare i diritti di istruzione e formazione di tutti,
superando una logica di adattamento delle prassi vigenti. In sintesi
la sperimentazione deve concorrere a delineare e validare il modello
formativo, definire un modello organizzativo, raccogliere elementi per
sostenere le azioni delle
amministrazioni regionali. Insomma
quest'accordo tra governo e regioni va visto piu' come il
positivo
inizio di un percorso che come un traguardo raggiunto.
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"TRIS" PER LA RIFORMA
Tre fascicoli di Tuttoscuola che spiegano i principali aspetti della
legge n. 53/2003 (riforma Moratti), delineando con chiarezza,
punto
per punto, i cambiamenti rispetto alla situazione esistente (anche con
l'ausilio di tabelle comparative).
Molte scuole ci hanno richiesto delle copie aggiuntive
di questi
numeri, trovando particolarmente efficace il
nostro lavoro per
comprendere le novita', le problematiche e i nodi da sciogliere
del
progetto.
Per informazioni sulle modalita' di richiesta del "Tris per capire la
Riforma", come abbiamo denominato la piccola raccolta, cliccate
qui:
http://www.tuttoscuola.com/offerta/tris/
oppure,
telefonate al n. 06/6830.7851
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4. L'85% di diplomati nel 2010: sfida o miraggio?
Raggiungere nel 2010 il traguardo minimo del diploma o della qualifica
professionale per l'85% dei giovani di 20 anni per
recuperare i
ritardi di competitivita' e sviluppo che condizionano l'avvenire del
nostro Paese. E' la richiesta al Parlamento
e alla Conferenza
unificata Stato-Regioni lanciata da
Confindustria e Sindacati
nell'accordo per lo sviluppo del Mezzogiorno firmato
giovedi' 19
giugno. Nell'accordo le parti sociali hanno
fissato obiettivi,
contenuti e impegni, tra cui questo del tasso di diploma, in linea con
gli impegni sottoscritti dall'Italia a Lisbona nel marzo 2000.
Ma quanto siamo distanti da quel traguardo?
Relativamente alla
situazione dei livelli di istruzione e di formazione,
osserva il
documento, in Italia "il tasso di diploma sfiora il 70% dei 19enni. Il
confronto internazionale tuttavia ci pone al disotto
della media
europea. La Francia ha un tasso di diploma pari all'81%, la Germania
pari all'89%".
L'obiettivo sembra dunque ambizioso, anche
se nel quinquennio
1996-2001 i diplomati italiani sotto i 20 anni sono passati dal 66,5%
al 73,5% ( http://www.tuttoscuola.com/focus
). Un incremento del 7%
che, teoricamente, se la tendenza fosse mantenuta, potrebbe
essere
replicato nel successivo quinquennio (80,5% nel
2006) arrivando
addirittura all'87,5% nel 2011.
Ma nei fatti le cose potrebbero non essere cosi' semplici.
In effetti gia' l'incremento di quel 7% tra il 1996 e il 2001 ha avuto
andamenti difformi sul territorio nazionale, tanto che l'aumento piu'
significativo del tasso di diplomati si e' avuto nelle regioni
del
Mezzogiorno (dal 63,5% del '96 al 71,9% del 2001 con incremento di 8,4
punti), mentre nel nord-est si e' passati dal 68,4% al 73,4% con
un
incremento di soli 5 punti (il tema dell'istruzione nel Mezzogiorno e'
ampiamente sviluppato nel numero in edicola di Tuttoscuola).
Un dato unisce tutto il paese, da Trento a Caltanissetta: la
netta
supremazia femminile. Il rapporto tra i ragazzi e le ragazze nel 2001
si attestava sul 78% contro il 68,9% dei coetanei maschi. Al centro la
percentuale di diplomate in rosa raggiunge
addirittura l'87,2%
lasciando sempre a quasi 10 punti di distanza i maschi. Se non e' il
sesso forte, e' certamente quello piu' istruito.
5. Nuova maturita' alla frutta. Urge cambiare
Ma funziona o no questa nuova maturita', sviluppatasi negli
ultimi
anni lungo la direttrice Berlinguer-Moratti, che ha
valorizzato la
valutazione interna, legata al curricolo, a scapito di quella esterna,
legata alle prove d'esame, che e' stata praticamente azzerata?
La stampa ha dedicato ampio spazio alle polemiche sul carattere piu' o
meno berlusconiano delle prove di italiano assegnate alla maturita' di
quest'anno, ma poca attenzione ha riservato, con rare eccezioni,
al
tema di fondo: serve davvero un esame finale che assomiglia sempre di
piu' alle prove di fine anno che quasi tutti gli insegnanti gia' fanno
sostenere ai loro allievi? E serve
davvero una procedura di
assegnazione dei voti che assomiglia a uno scrutinio finale, visto che
ne sono protagonisti gli stessi insegnanti che gli allievi avevano nel
corso dell'anno?
In Italia e' la Costituzione ad esigere che ogni ciclo
scolastico
inizi o si concluda con un esame di Stato. Se non ci
fosse questa
prescrizione, nulla impedirebbe di fare come gia' si fa
in alcuni
Paesi del Nord Europa, dove l'esame semplicemente
non c'e': e'
sostituito da una valutazione sintetica che tiene conto di
tutti i
risultati ottenuti dagli allievi nel corso degli studi. Una specie di
super "credito scolastico", per dirla
col linguaggio dell'esame
italiano.
Se si vuol mantenere, invece,
per motivi di rispetto della
Costituzione e anche per altre ragioni (mantenimento del valore legale
del titolo, trasparenza delle certificazioni, standard sempre
piu'
internazionali) un esame degno di questo nome, e' chiaro che esso non
potra' essere gestito dagli "interni". Dovra' essere
organizzato e
gestito da un'autorita' esterna, come peraltro in parte
prevede la
stessa riforma Moratti, che affida il compito di predisporre
"prove"
al costituendo Istituto Nazionale di Valutazione (erede dell'attuale
INVALSI). Bisogna sapere pero' che si trattera' di un'impresa ardua, e
anche costosa. Se ne rendono pienamente conto gli attuali
decisori
politici (ed economici)?
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GUIDA ALLA SPERIMENTAZIONE nella scuola elementare
La guida on line di Tuttoscuola che spiega in modo chiaro
come cambia la scuola primaria. Per operatori scolastici e genitori.
32 modelli di orario gia' compilati; il glossario della riforma.
GRATIS con l'abbonamento a Tuttoscuola.
Per saperne di piu':
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6. Retribuzione legata al merito? Negli USA non funziona
Negli USA ci hanno provato piu' volte, in contesti
locali diversi
(dalla ricca California a piccoli distretti di campagna), ma l'esito
e' sempre lo stesso: la retribuzione legata al
merito crea piu'
problemi di quelli che risolve.
Se ne era parlato anche nel quadro del rinnovo del contratto
degli
insegnanti italiani, ma l'idea - che era quella di
assegnare un
compenso aggiuntivo ai docenti i cui allievi ottengono i
migliori
risultati - si e' rivelata impraticabile.
Nel numero di giugno di "Tuttoscuola", attualmente in
distribuzione,
si da' ampia informazione sul dibattito in corso sul "merit pay" negli
USA, e sulle vicende che hanno portato al rinnovo del contratto della
scuola in Italia. Un contratto,
sottoscritto dai sindacati
CGIL-CISL-UIL-SNALS (con la GILDA in posizione di attesa), che
non
concede nulla a questa prospettiva, e che anzi consolida la struttura
tradizionale delle retribuzioni, come la
rivista spiega in un
apposito, documentato servizio .
Il numero in edicola di "Tuttoscuola" contiene inoltre una
serie di
articoli e servizi su altri temi d'attualita' come il bullismo,
gli
anticipi di iscrizione, le commissioni d'esame di maturita', la scuola
nel Mezzogiorno, lo stato attuale dell'universita'.
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Ed ecco le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n.13/109:
Confindustria e CGIL: dal conflitto alla (neo)concertazione?
Se e' vero che piu' indizi costituiscono una prova, venti
di pace
sembrano oggi spirare nei rapporti tra i due soggetti
delle Parti
sociali che erano stati, nel corso di questa
legislatura, i piu'
lontani e conflittuali. E uno dei settori nei quali si
misurano le
reciproche intenzioni sembra proprio il mondo
dell'istruzione (.)
http://www.tuttoscuola.com/focus
Riforma: per l'Uciim il consenso e' condizione di riuscita
Anche l'Uciim (Unione degli insegnanti cattolici di scuola secondaria)
dice la sua sulle "Indicazioni nazionali". Lo fa senza
pregiudiziali
(.) http://www.tuttoscuola.com/focus
AAA, servono nuovi dirigenti scolastici
Si puo' prevedere che, quando finalmente il ministro Tremonti dara' il
via libera alla Moratti per la pubblicazione del bando del
concorso
ordinario, i posti vacanti di dirigente scolastico (compresi
quelli
che verranno lasciati dai neo-vincitori del riservato) potranno essere
intorno a (.) http://www.tuttoscuola.com/focus
Tranquilli: il conglobamento dell'indennita' integrativa speciale e'
fatto
Dopo l'intesa per il CCNL 2002-2005, definita il 16 maggio scorso e in
attesa di formale approvazione da parte del Comitato di settore
del
Consiglio dei Ministri e della Corte dei Conti, erano sorte
alcune
perplessita' sulla certezza (.) http://www.tuttoscuola.com/focus
Regno Unito: in pensione a 65 anni? Coro di no
Anche nel Regno Unito, come in Francia, l'idea di allineare
l'eta'
della pensione tra dipendenti pubblici e
lavoratori del settore
privato non piace. In Gran Bretagna l'eta' attualmente prevista
per
gli insegnanti e' di ( ) http://www.tuttoscuola.com/focus
E poi tutte le scadenze del prossimo mese, commentate e spiegate. Ecco
gli argomenti di TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:
- Risultati prova scritta di matematica
- Pubblicazione TRASFERIMENTI dei docenti di scuola ELEMENTARE
- Pubblicazione TRASFERIMENTI del personale ATA
- ENAM: borse di studio per dirigenti scolastici
- ENAM: borse di studio per docenti
- verifica FUNZIONI OBIETTIVO
- posti all'estero per DIRIGENTI SCOLASTICI
- domande di UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE
- domande di aggiornamento delle GRADUATORIE DI ISTITUTO
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