TuttoscuolaFOCUS
N. 20/116
SOMMARIO
- La Guida al progetto di innovazione nella scuola primaria
- I numeri della scuola italiana/1: tante Regioni, tante
scuole
- I numeri della scuola italiana/2: il rapporto
alunni/docenti
- I numeri della scuola italiana/3: la presenza delle scuole
non statali
- Edilizia/1: scuole più sicure per accogliere 8 milioni e
mezzo di alunni
- Edilizia/2: molto resta da fare e il piano straordinario
si blocca
- Handicap/1: in aumento gli alunni disabili...
- Handicap/2: ...e in diminuzione i docenti di sostegno
- Boom di razze, lingue e religioni nella scuola italiana
- Il bonus tra merito e legittimità
- Verso la valutazione dei dirigenti scolastici/1
- Verso la valutazione dei dirigenti scolastici/2
- Sissini e precari: convergenze inedite
- "Repubblica" apre alla Moratti?
- TuttoscuolaMEMORANDUM n.20/116
Le scadenze in TuttoscuolaMEMORANDUM di
questa settimana:
1-27 settembre – mobilità
personale accademie e conservatori di musica
9 settembre – inizio prove suppletive Esami di Stato
10-26 settembre – inizio delle lezioni
10 –16 settembre – scadenze amministrative relative
al mese di settembre
15 settembre - iscrizione a CORSI PER ADULTI
15 settembre – RSU: elenchi sedi delle istituzioni
scolastiche
30 settembre – modelli 770/2003
30 settembre – Comunicazione dati anagrafici degli
studenti delle PARITARIE
21 ottobre – Primo giorno utile di presentazione delle
liste per l'elezione delle RSU.
31 ottobre – Rinnovo consigli di classe, interclasse e
intersezione
|
1. La Guida al progetto di innovazione nella scuola primaria
Tuttoscuola ha predisposto una nuova
Guida on line per dirigenti, docenti e genitori interessati al
progetto di innovazione previsto da quest'anno per le classi
prime e seconde della scuola primaria.
Dopo la Guida 2002 rivolta alle 250 istituzioni scolastiche
chiamate a sperimentare la riforma del sistema scolastico,
allora non ancora legge dello Stato, questa Guida 2003 è stata
predisposta per quanti sono coinvolti nel nuovo progetto
disposto dal ministero dell'Istruzione con il decreto 61/2003,
o comunque interessati a capire meglio il progetto di riforma
della scuola elementare.
La Guida presenta, con semplici schede di facile lettura, i
numerosi aspetti dell'innovazione, quella prescritta
dell'inglese e dell'informatica, e quella opzionale per
alcuni aspetti delle "Indicazioni nazionali" per la
scuola primaria.
La Guida, introdotta da un indice
analitico degli argomenti, è corredata da un'ampia ed
esauriente documentazione che raccoglie la normativa di
riferimento e da una sezione che contiene i "programmi
d'insegnamento" (obiettivi specifici di apprendimento)
messi a confronto con quelli ancora momentaneamente in uso nella
scuola elementare.
La Guida, a cui si accede con richiesta apposita dal sito www.tuttoscuola.com
dove sarà presto disponibile (gratis per chi sottoscrive un
nuovo abbonamento a Tuttoscuola), sarà via via arricchita,
oltre che da possibili integrazioni di normativa, da FAQ con le
quali la redazione della rivista darà risposte ai quesiti
pervenuti.
2. I numeri della scuola italiana/1: tante Regioni, tante
scuole
Ultima settimana di vacanza per la maggior
parte degli studenti italiani.
L'anno scolastico 2003-04 è alle porte, e resta quasi tutto
come prima. Ma potrebbe anche essere l'ultimo anno della
scuola così com'è oggi, se i progetti del ministro
dell'Istruzione Letizia Moratti andranno in porto. La legge di
riforma del sistema di istruzione e formazione è infatti bella
e pronta, e tra dodici mesi potrebbe essere in buona parte
applicata.
Ma un impatto forse addirittura maggiore sull'organizzazione
delle scuole italiane potrebbe averlo la cosiddetta "devolution",
la cui attuazione potrebbe comportare negli anni una profonda
differenziazione tra i modelli di scuola delle diverse Regioni.
Quali sono oggi i "numeri" della scuola italiana,
suddivisi per Regione? Per comprendere la complessità del
sistema scuola è indispensabile partire dall'analisi dei dati
quantitativi.
Tuttoscuola ha raccolto ed elaborato i dati ufficiali e presenta
la situazione ai nastri di partenza di numero di alunni, di
scuole e di docenti, per ogni ordine e grado, regione per
regione. Inoltre si riportano alcuni dati incrociati che
evidenziano delle differenze già esistenti tra i sistemi
formativi regionali.
Ecco le "misure" della scuola italiana 2003-2004: 8
milioni e mezzo di studenti, seguiti da 900 mila docenti in 56
mila scuole.
La scuola non statale rappresenta il 10-11 per cento del
sistema.
La Regione con il maggior numero di studenti? La Lombardia, con
1.258.215 alunni, seguita a ruota dalla Campania (1.130.984): la
differenza tra le due la fa la scuola privata (quella lombarda
ospita il doppio di alunni di quella campana), perché nella
statale sono pressoché uguali (+ 5 mila alunni la Lombardia).
Fanalino di coda il Molise con 51 mila studenti.
Quasi il 50% dei 914.640 docenti sono concentrati in quattro
regioni: Lombardia (132.388), Campania (113.794), Sicilia
(101.966) e Lazio (83.767).
Le tabelle con i dati completi sono consultabili su www.tuttoscuola.com
3. I numeri della scuola italiana/2: il rapporto
alunni/docenti
Il ministro Moratti fin dal suo insediamento
ha dichiarato di voler innalzare l'attuale rapporto inferiore
a 10 alunni per insegnante verso i livelli europei che, a
seconda degli indicatori utilizzati, sono attualmente attestati
su 1:13 o 1:15.
In Sardegna il rapporto è, nella scuola statale, di 8,3
studenti ogni insegnante, in Friuli di 8,4, in Basilicata di
8,5. La Regione italiana più vicina all'Europa in questo
senso è la Puglia con un rapporto alunni/docenti pari a 10,3.
Va tenuto presente che diversi fattori agiscono sul rapporto,
quali, ad esempio, le ore di insegnamento (in Italia al di sotto
della media europea), il tempo scuola (che richiede un maggior
numero di insegnanti), il sostegno agli alunni portatori di
handicap, il numero di alunni per classe.
Inoltre la storia locale delle scuole, la conformazione del
territorio, i punti di aggregazione demografica e le tipologie
delle scuole statali e paritarie sono fattori che determinano le
differenze – se pur non molto rilevanti - tra le Regioni.
Le tabelle con i dati completi sono consultabili su www.tuttoscuola.com
.
4. I numeri della scuola italiana/3: la presenza delle scuole
non statali
Dal 2000 la legge n. 62 ha riconosciuto la
parità alle scuole non statali, a condizione che possiedano i
requisiti richiesti dalla legge.
Nonostante il riconoscimento ottenuto e i maggiori contributi
ottenuti, le scuole paritarie non hanno attratto in questi anni
molti nuovi iscritti, tanto che complessivamente il rapporto con
le scuole statali si mantiene sull'11% circa.
Ed è probabile che neanche il bonus per gli iscritti alle
scuole paritarie produrrà un'inversione di tendenza, almeno
nell'immediato.
La situazione di tale rapporto non è comunque uniforme in tutto
il Paese, tanto che le singole situazioni regionali fanno
registrare differenze notevoli tra di loro.
La maggiore incidenza di scuole non statali sul totale si ha in
Lombardia (18,1%) e Veneto (17,8%), seguite da Emilia Romagna e
Liguria (15%), Lazio (13%) e Piemonte (12%).
La regione più "statalizzata" è invece il Molise
(dove non esistono scuole secondarie non statali), con solo il
4,3% di scuole private.
Le tabelle con i dati completi sono consultabili su www.tuttoscuola.com
.
5. Edilizia/1: scuole più sicure per accogliere 8 milioni e
mezzo di alunni
Gli 8 milioni e 667 mila alunni di scuola
statale e paritaria troveranno le scuole in cui dovranno vivere
per almeno 200 giorni di lezione un po' più sicure o, sarebbe
meglio dire, meno insicure.
Rispetto ad un anno fa, il numero degli edifici che dispongono
delle necessarie certificazioni di sicurezza (antincendio e
agibilità statica) è aumentato di circa il 10%.
Infatti, un anno fa, secondo i dati del MIUR, il 73,21% dei
41.698 edifici statali era privo della certificazione di
conformità dei vigili del fuoco per le norme antincendio. Nel
2003, da dati ministeriali di imminente pubblicazione, quella
percentuale è scesa al 64,53% (la tabella con i dati completi
di confronto è consultabile su www.tuttoscuola.com ).
Le scuole più sicure (o meno insicure) sono quelle del
Friuli-Venezia Giulia (è privo della certificazione antincendio
"solo" il 44,64% delle scuole) e dell'Emilia-Romagna
(ne è privo il 49,93%). Il miglioramento più consistente,
rispetto al 2002, l'ha fatto proprio il Friuli (ridotta la
percentuale negativa di quasi 20 punti) seguito dal Piemonte
(meno 17 punti).
Sicurezza degli edifici vuol dire anche certificazione di
agibilità statica: ne era privo l'anno scorso il 57,02% delle
statali; quest'anno ne è privo "solo" il 42,32%,
con un miglioramento di 15 punti.
Le scuole più sicure, sotto questo punto di vista, sono quelle
campane (soltanto il 21,53% è privo del certificato di agibilità
statica); seguono ancora una volta il Friuli e l'Emilia
(rispettivamente con il 30,58% e il 32,69% privi della
prescritta certificazione).
Il quadro più deficitario è quello della Calabria (78,43% di
edifici privi della certificazione antincendio, 54,81% privi del
certificato di agibilità statica), seguita dalla Sardegna
(rispettivamente 71,18% e 58,58%), dalla Liguria (69,35% e
60,39%) e dall'Umbria (77,34% e 51,25%).
Per ciascuna regione riportiamo in tabella
la situazione di fabbisogno, cioè la quota di edifici privi
della prescritta certificazione di sicurezza.
6. Edilizia/2: molto resta da fare e il piano straordinario
si blocca
Il quadro sopra descritto evidenzia che, un
anno dopo il terremoto del Molise e la terribile fine delle
giovani vittime della scuola di San Giuliano, resta ancora molto
da fare da parte dei Comuni (che hanno competenza sulle 36.992
scuole dell'infanzia, elementari e medie) e delle Province
(che hanno competenza sui 4.876 edifici degli istituti
superiori).
Le situazioni precarie potrebbero trovare definitiva soluzione
con il piano straordinario previsto dal comma 21 dell'art. 80
della legge 289/2002 (Finanziaria 2003) per la messa in
sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riferimento
a quelle che insistono sul territorio delle zone definite a
rischio sismico.
Il piano straordinario - i cui destinatari delle risorse del
piano straordinario, in ragione delle competenze attribuite,
sono i comuni e le province - doveva essere presentato al CIPE
dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto
con il Ministero dell'istruzione, dell'Università e della
Ricerca entro 90 giorni dall'approvazione della legge (e cioè
entro fine marzo 2003).
Ebbene, a distanza di ben cinque mesi dalla scadenza del
termine, il piano formulato dal MIUR è stato inoltrato al
dicastero delle infrastrutture, ma al momento sembra che abbia
poche o nessuna possibilità di essere finanziato in quanto non
sussisterebbero le condizioni per inserirlo nel novero delle
infrastrutture pubbliche e private da realizzare per la
modernizzazione e lo sviluppo del Paese.
7. Handicap/1: in aumento gli alunni disabili...
Il 2003-2004 registra un primato in materia
di inserimento di alunni portatori di handicap. Nelle scuole
italiane infatti quest'anno vi è il più alto numero di
alunni portatori di handicap di tutti i tempi, da quando a metà
degli anni '70 venne avviata l'integrazione dei disabili
nelle scuole normali.
La maggior parte di questi alunni, oltre 154 mila, si trova
nelle scuole statali dove, anche per la presenza diffusa di
docenti di sostegno, vi è mediamente una condizione di maggior
favore.
Nelle scuole
statali, rispetto allo scorso anno, vi è stato un aumento
di quasi 2 mila unità. L'incremento si è registrato in
particolare nelle scuole di istruzione secondaria (medie +1.174
e superiori +1.587), mentre le scuole dell'infanzia e le
scuole primarie hanno avuto una flessione di inserimenti di
circa 900 unità complessive.
In rapporto alla popolazione scolastica complessiva delle scuole
statali vi è ora un alunno disabile inserito ogni 50 alunni
(1,93%). Un dato che in Europa non ha uguali, visto che
l'integrazione diretta nelle classi normali è una
caratteristica tipicamente italiana.
Di rilievo anche l'entità degli studenti disabili iscritti
alle superiori, che quest'anno è di 30.651 unità.
La legge finanziaria 2003 aveva previsto un maggior controllo
negli accertamenti delle disabilità (con decisione
medico-collegiale), che doveva portare presumibilmente a una
diminuzione dei casi di alunni riconosciuti disabili ai fini
dell'inserimento scolastico. Ma il ritardo di emanazione delle
norme applicative da concertare tra Miur e ministero della Sanità
ha, per il momento, evitato eventuali effetti di contenimento
dei casi riconosciuti di disabilità, dando luogo, ancora una
volta, a un aumento degli inserimenti a scuola.
8. Handicap/2: ...e in diminuzione i docenti di sostegno
L'anno scorso vi è stato il maggior numero
in assoluto di docenti di sostegno utilizzati nella scuola
statale, grazie all'aumento straordinario di posti in deroga.
La norma prevede normalmente un posto di docente di sostegno
ogni 138 alunni, calcolati su tutta la tipologia di popolazione
scolastica, dalla scuola dell'infanzia alle superiori.
Su una popolazione complessiva di 7.675.336 alunni dalla scuola
dell'infanzia alle superiori spetterebbero, nel rispetto del
rapporto di 1 a 138, complessivamente 55.618 insegnanti di
sostegno.
In via precauzionale il ministero in organico di diritto ne ha
autorizzati 7 mila di meno (48.681), ma di fatto, a tutt'oggi,
ne sono stati attivati quasi 19 mila in deroga, portando il
numero complessivo per il 2003-2004 a 67.312 posti di docenti
di sostegno.
Se confermato definitivamente, il dato complessivo dimostra
ancora una volta come la deroga – che dovrebbe essere
eccezionale e straordinaria – stia diventando un fatto
ordinario che reclama la revisione della norma di legge a suo
tempo varata.
Sui posti in deroga normalmente vengono nominati, secondo la
legge, fino al termine delle attività didattiche (30 giugno)
docenti non di ruolo, che l'anno successivo potrebbero non
essere confermati, rendendo il servizio agli alunni disabili
discontinuo e non ottimale.
L'anno scorso il numero complessivo aveva fatto un salto
avanti (quasi 75 mila posti complessivi per sostegno), facendo
saltare le previsioni di spesa e i nervi del ministro Tremonti.
Il contenimento dei posti di circa 7-8 mila unità riporta la
situazione alle condizioni di due anni fa, ma potrebbe
determinare pesanti situazioni nei confronti degli alunni
disabili che, come detto, sono aumentati di numero.
9. Boom di razze, lingue e religioni nella scuola italiana
Vent'anni fa erano 6.104, lo 0,06% della
popolazione scolastica; dieci anni fa erano 37.478, lo 0,41%.
Quest'anno si prevede che gli alunni con cittadinanza non
italiana iscritti nelle scuole statali e paritarie dei diversi
ordini e gradi di scuole, saranno circa 280 mila, cioè il 3,23%
dell'intera popolazione scolastica.
Tra dieci anni, secondo uno studio del Miur che ha considerato
due ipotesi di sviluppo dell'emigrazione nel nostro Paese, gli
alunni stranieri potrebbero essere tra i 527 mila e i 658 mila
con un'incidenza, rispetto all'intera popolazione
scolastica, di oltre il 6%.
Già oggi su quella percentuale vi sono diverse province,
interessate da tempo da notevoli flussi migratori, che hanno
creato condizioni di stabilità di lavoro e di residenza con
presenza diffusa di nuclei familiari.
Prato, dove è largamente presente la comunità cinese, al
giugno 2002 faceva registrare già il 6,53% di stranieri, Reggio
Emilia il 6,12%, Mantova il 5,91% e Modena il 5,64%.
Alla stessa data il nord-est aveva complessivamente il 4,06% e
il nord-ovest il 3,60%, mentre il sud e le isole (zona di
passaggio dell'emigrazione, con scarsa stanzialità)
registrava meno dello 0,60%.
Dal 1999-2000 la comunità straniera più numerosa in Italia è
diventata quella albanese, superando quella marocchina che per
tanto tempo era stata la più diffusa nel Paese.
Seguono per quantità di presenze nelle scuole la comunità
della ex-Jugoslavia, poi quelle della Cina e della Romania.
La "babele" di lingue, di razze e di religioni che
impegneranno ancora più quest'anno i docenti italiani in una
delicata opera di integrazione culturale e sociale, è formata
da alunni stranieri provenienti da ben 133 stati diversi.
10. Il bonus tra merito e legittimità
Il bonus per gli studenti delle scuole
paritarie è uno dei corni del dibattito, acceso e polemico, di
questo inizio d'anno scolastico che ha più richiamato
l'attenzione dell'opinione pubblica, insieme all'altra
questione del disegno di legge che dovrebbe dare risoluzione ai
nodi irrisolti del precariato.
Avranno diritto a richiederlo le famiglie dei ragazzi iscritti a
scuole paritarie elementari, medie e alla prima classe degli
istituti superiori. Un potenziale massimo di 270 mila
interessati che consentirebbe di spartire i 30 milioni di euro
del fondo in quote individuali che potrebbero andare da un
minimo di 110 a un massimo di 150 euro all'anno.
Qualcosa di quasi simbolico rispetto alle rette richieste da
molte scuole. Se non vi sono altre ragioni per farlo, non sarà
"l'elemosina del bonus" (come qualcuno l'ha
chiamata) ad attirare nuovi clienti verso la privata, se non in
misura molto limitata.
Il bonus potrebbe invece servire per affermare un principio,
anzi un diritto riconosciuto. E' quello che ha voluto fare la
Finanziaria 2003: un provvedimento che il Parlamento ha
approvato da quasi un anno e che, sotto l'aspetto di
costituzionalità, ha avuto il parere favorevole delle apposite
commissioni delle Camere. Il principio sostenuto è che la
Costituzione prevede che lo Stato non debba avere oneri verso le
scuole non statali, non verso le famiglie dei ragazzi che le
frequentano. Lo stesso principio a cui si rifanno molte leggi
regionali per il diritto allo studio, che prevedono appunto
bonus per le famiglie.
11. Verso la valutazione dei dirigenti scolastici/1
Dopo la sperimentazione dell'anno
scolastico 1999/2000, fondata sull'auto analisi delle attività
dei capi d'istituto, allora non ancora dirigenti, e dopo tre
anni di vuoto dovuto alle vicende del contratto della V area,
nell'anno scolastico 2003-2004 parte la prima valutazione
delle prestazioni professionali dei dirigenti delle scuole.
Nell'anno scolastico 2003-2004 sarà sperimentato, per la
prima volta, il nuovo sistema di valutazione delle prestazioni
professionali dei dirigenti delle scuole. Ampie anticipazioni
sulle caratteristiche della sperimentazione, che riguarderà
tutti i dirigenti, sono contenute in un articolo pubblicato nel
sito dell'ANP (www.anp.it).
Ci saranno due livelli di valutazione. Il primo sarà affidato
ad un valutatore di prima istanza (presumibilmente un ispettore,
e comunque un dirigente tecnico), il secondo, e definitivo,
competerà al direttore generale regionale. Non ci saranno né
punteggi né graduatorie. I giudizi faranno riferimento a 3
standard ("da migliorare", "di
apprezzamento", "di eccellenza"), che prenderanno
in considerazione 6 aree di attività, sinteticamente
riconducibili ai seguenti campi: direzione e coordinamento delle
attività; relazioni interne ed esterne; ricerca e sviluppo;
valorizzazione delle risorse umane; gestione delle risorse
finanziarie e strumentali; ulteriori obiettivi assegnati dalla
Direzione regionale.
12. Verso la valutazione dei dirigenti scolastici/2
I sindacati sono riusciti ad ottenere che in
questa prima fase sperimentale gli standard siano 3, e non 2,
perché "un sistema binario tende inevitabilmente ad
accrescere il numero dei giudizi negativi".
La valutazione negativa, che può comportare la revoca
dell'incarico, è formulata dal direttore generale regionale
quando si configura uno dei seguenti tre casi, previsti
dall'art. 27, comma 9, del contratto nazionale del 2002 .
- standard "da migliorare" in tutte le 6 aree sopra
indicate;
- risultati che provochino evidenti conseguenze negative per il
funzionamento della scuola;
- sistematica inosservanza delle direttive impartite dagli
organi scolastici regionali o nazionali.
Considerato che la valutazione di prima istanza si fonderà
largamente sull'autovalutazione del dirigente, il quale sarà
attivamente coinvolto nella fase di individuazione degli
obiettivi, non si può dire che la valutazione in arrivo sia
destinata a far perdere il sonno ai dirigenti scolastici.
Intanto i sindacati della scuola Cgil, Cisl, Uil e
Snals-Confsal, dopo l'esito negativo della procedura di
conciliazione attivata in seguito alla proclamazione dello stato
di agitazione dei dirigenti, si preparano ad iniziative di
lotta. Nel mirino sindacale il rinnovo del contratto di lavoro
della categoria, la mancata indizione del concorso ordinario e
il ritiro della circolare ministeriale che estende ai dirigenti
scolastici la legge Frattini.
13. Sissini e precari: convergenze inedite
Venerdì 5 settembre è stato il turno dei
sissini (che ora preferiscono autodefinirsi "precari
sissini") a manifestare davanti al Ministero di viale
Trastevere. Qualche giorno prima si erano presentati i precari
"storici". Vistosa era la differenza tra i due gruppi:
molti capelli grigi e abbigliamento più tradizionale per gli
"storici", aspetto da studenti e vestiti casual per i
sissini.
Le ipotesi che circolano in questi giorni sul disegno di legge
che dovrebbe porre termine alle incertezze e alle controversie
relative ai punteggi delle due categorie nelle graduatorie
permanenti hanno spinto gli interessati a muoversi con tutti i
mezzi, e a sollecitare prese di posizione, alleanze. Così
l'ANP, che ora aggrega anche le "alte professionalità"
della scuola, ha ritenuto di scendere in campo a sostegno dei
sissini, forse individuandoli come potenziali futuri iscritti,
ed ha inviato al ministro Moratti una lettera nella quale
manifesta la sua "netta contrarietà" a qualunque
ipotesi di riequilibrio dei punteggi (il testo sta in
http://www.anp.it/).
I sindacati confederali e lo SNALS, più vicini agli
"storici", sono stati contattati dai sissini, che
stanno cercando di convincerli a difendere in qualche modo il
loro pesante punteggio, ma per il momento non si sono espressi,
data la difficoltà di conciliare interessi e aspettative degli
uni e degli altri.
Una presa di posizione nettamente favorevole ai sissini è
intanto comparsa sull'"Unità", finora più
sensibile alle ragioni dei precari "storici": in un
articolo del diessino Giunio Luzzatto, convinto sostenitore
delle scuole di specializzazione, si mette in guardia la
sinistra dal cedere ai "corporativismi", e la si
invita a "scegliere come docenti quelli che meglio si sono
preparati ad esserlo".
14. "Repubblica" apre alla Moratti?
"E' difficile negare che il ministro
ha ragione quando sostiene che il recupero di competitività
dell'Italia passa attraverso il recupero di competitività
della scuola nel suo complesso", e "molte delle
critiche che Moratti ha raccolto sembrano provenire dal profondo
del passato, dai recessi dell'ideologia".
Sono questi i passaggi chiave dell'intervista rilasciata da
Letizia Moratti a Giulio Anselmi, firma di
"Repubblica". C'è da chiedersi se l'intervista
segni un cambio di linea da parte del quotidiano di piazza
Indipendenza, che finora non aveva perso occasioni per sparare a
zero sulla politica scolastica del governo e sull'azione
svolta dal ministro Moratti, in concorrenza con la linea di
contrapposizione frontale dell'"Unità".
Come interpretare questa svolta (se tale è)? Potrebbe essere il
segnale di un tentativo di tenere i problemi della scuola al di
fuori della rissa quotidiana che caratterizza altri settori
della vita pubblica del nostro Paese? Non c'è che da
augurarselo: può darsi che la vicenda del peraltro modesto
finanziamento concesso alle scuole paritarie (anzi, alle
famiglie che le scelgono) possa aprire un confronto costruttivo
sulla vera questione di fondo che investe il nostro sistema
scolastico, quella della declinante qualità complessiva del
sistema educativo del nostro Paese, statale e non statale. La
necessità di un rafforzamento della formazione e dei repertori
culturali di tutta la popolazione attiva è un'esigenza
obiettiva e non di una parte politica.
La questione di fondo è come sostenere la scuola paritaria
senza depotenziare la scuola statale, come stabilire un quadro
di riferimento capace di sollecitare la libertà di iniziativa
di singoli soggetti, di associazioni, di enti e di configurare
un sistema di responsabilità, come introdurre linee di
competizione - di sana competizione - all'interno del sistema
scolastico.
15. TuttoscuolaMEMORANDUM n.20/116
Dentro le scadenze della scuola
N. 20/116, 8 settembre 2003
INDICE
1-27 settembre – mobilità personale
accademie e conservatori di musica
9 settembre – inizio prove suppletive Esami di Stato
10-26 settembre – inizio delle lezioni
10 –16 settembre – scadenze amministrative relative al mese
di settembre
15 settembre - iscrizione a CORSI PER ADULTI
15 settembre – RSU: elenchi sedi delle istituzioni scolastiche
30 settembre – modelli 770/2003
30 settembre – Comunicazione dati anagrafici degli studenti
delle PARITARIE
21 ottobre – Primo giorno utile di presentazione delle liste
per l'elezione delle RSU.
31 ottobre – Rinnovo consigli di classe, interclasse e
intersezione
1-27 settembre 2003 – MOBILITÀ
PERSONALE accademie e conservatori di musica
In base a quanto disposto dall'O.M.
26.6.2003, i trasferimenti del personale docente e non docente
delle accademie e dei conservatori di musica saranno pubblicati
il 22 settembre 2003.
Il 1° settembre devono essere comunicati al
personale interessato i punteggi attribuiti, avverso i quali può
essere presentato reclamo entro l'8 settembre.
La comunicazione delle cattedre e dei posti
disponibili per utilizzazioni temporanee avverrà entro il 27
settembre.
9 settembre 2003 – inizio PROVE SUPPLETIVE Esami di Stato
Con il decreto n. 57 dell'8 luglio 2003, il
MIUR ha fissato il calendario delle prove suppletive per gli
Esami di Stato:
- 9 settembre – prima prova scritta
- 10 settembre – seconda prova scritta
- 12 settembre – terza prova scritta
I colloqui avranno inizio dopo che saranno
terminate le correzioni degli elaborati delle prove scritte. È
comunque possibile che i candidati debbano sostenere solo una o
due prove scritte, a completamento di quelle già sostenute a
giugno.
Per i candidati che devono sostenere soltanto
il colloquio orale, la prova d'esame avrà luogo martedì 9
settembre.
Lunedì 8 settembre è il giorno fissato per
l'insediamento delle commissioni d'esame, che dovranno
procedere con la stessa composizione delle prove d'esame di
giugno.
10-26 settembre 2003 – inizio delle lezioni
La campanella chiama a raccolta gli alunni
per l'inizio del nuovo anno scolastico. Poiché sono le
Regioni a fissare i calendari, la data di inizio delle lezioni,
così come i giorni di chiusura per le vacanze natalizie e
pasquali sono differenziati da zona a zona.
Il 10 settembre riaprono le scuole di ogni ordine e grado
di Campania, Molise, Umbria, Veneto e Provincia autonoma di
Bolzano.
L'11 settembre tocca gli alunni della Lombardia.
A seguire, il 15 settembre 2003 riaprirà la maggior
parte delle scuole italiane. Avranno infatti inizio le lezioni
per gli alunni di Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli
Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Sardegna, Toscana e Valle
d'Aosta.
Il 16 settembre la campanella suonerà per gli alunni
della Liguria.
Il 18 settembre torneranno in classe gli alunni della Puglia.
Per il 25 settembre è previsto il primo giorno di scuola
in Calabria.
Ultimi, come accadde già lo scorso anno, ad indossare grembiule
e cartella saranno gli scolari della Sicilia, che
rientreranno a scuola solo il 26 settembre.
10 –16 settembre – scadenze amministrative relative al mese
di settembre
Le segreterie scolastiche sono impegnate a
versare una serie di contributi relativi agli emolumenti
corrisposti al personale e alla gestione del conto di credito
postale.
Queste le scadenze:
- 10 settembre
– pagamento spese postati del conto di
credito
- 15 settembre
– versamento IRAP sugli stipendi del
personale a tempo determinato
- 16 settembre – versamento dell'IVA per le
istituzioni scolastiche con lavorazioni in conto terzi (con
annessa azienda agraria); versamento contributi INPS per
collaborazioni coordinate e continuative; versamento
contributi INPS-DS per il secondo quadrimestre 2003;
versamento ritenuta d'acconto per pagamenti effettuati a
soggetti esterni all'amministrazione.
15 settembre - iscrizione a CORSI PER ADULTI
La circolare annuale per le iscrizioni aveva
fissato al 31 maggio il termine ultimo per le iscrizioni ai
corsi di istruzione per adulti, finalizzati al conseguimento di
titolo di studio (licenza terza media), che si svolgono presso i
Centri Territoriali Permanenti (CTP).
Con nota prot. n. 1106 del 17 aprile il MIUR
ha disposto che il termine ultimo per tali iscrizioni sia
prorogato a tutto il 15 settembre.
Per le iscrizioni ai corsi brevi modulari non
viene invece fissato alcun termine di iscrizione; le date
indicate dal ministero si riferiscono infatti ai corsi di durata
annuale, con particolare riferimento soprattutto ai corsi per
lavoratori, delle cosiddette 150 ore, per il conseguimento della
licenza di scuola media.
15 settembre – RSU: elenchi sedi delle
istituzioni scolastiche
Il ministero dell'Istruzione (per le scuole
del territorio metropolitano) e il ministero degli Esteri (per
le scuole italiane all'estero) predispongono gli elenchi
completi di indirizzo di sede delle istituzioni scolastiche
nelle quali dal 9 al 12 dicembre 2003 si svolgeranno le
votazioni per l'elezione delle RSU d'istituto.
Le organizzazioni sindacali interessate hanno
diritto di richiedere tali elenchi per la predisposizione delle
procedure di presentazione delle liste e di nomina delle
commissioni elettorali in ciascuna istituzione scolastica.
La scadenza è richiamata dalla nota
dell'ARAN (prot. n. 6325 del 5 settembre 2003) per le elezioni
delle RSU nel comparto scuola del
30 settembre 2003 – modelli 770/2003
Le segreterie scolastiche hanno tempo fino al
30 settembre per compilare il modello 770/2003 al personale
supplente, docente ed ata, che ha prestato servizio nell'anno
2002.
La dichiarazione, che deve essere compilata
solo in euro, deve essere presentata esclusivamente in via
telematica, direttamente dalla scuola o mediante gli
intermediari abilitati.
Le istituzioni scolastiche non devono compilare i prospetti
ST ed SX.
30 settembre – Comunicazione dati anagrafici degli studenti
delle PARITARIE
Ogni scuola paritaria comunica entro il
15 settembre di ogni anno (30 settembre per il 2003) al MIUR i
dati anagrafici degli alunni iscritti, utilizzando il foglio
elettronico presente nell'apposito sito del portale www.istruzione.it,
al fine di predisporre le procedure per le richieste del bonus
da parte delle famiglia che hanno figli iscritti a scuole
paritarie elementari (escluse le parificate), scuole medie e
istituti superiori (solamente per il primo anno di corso).
Lo prevede il decreto interministeriale
(ministero Istruzione di concerto con il ministero
dell'Economia) emanato il 2 settembre.
21 ottobre – Primo giorno utile di presentazione delle liste
per l'elezione delle RSU.
Dal 21 ottobre al 10 novembre. Le liste,
predisposte da rappresentanti di organizzazioni sindacali, ma
non da gruppi autonomi di docenti, devono essere presentate
dalle organizzazioni sindacali nella sede principale di ogni
Scuola presso i rispettivi uffici di segreteria e poi, dalla
data del suo insediamento, direttamente alla Commissione
elettorale. Le liste possono anche essere inviate per posta. In
tal caso la lista deve, comunque, pervenire entro il termine
massimo fissato per la presentazione della stessa. Fa testo il
protocollo della Commissione elettorale o della Scuola.
Per individuarne l'ordine di arrivo, la data
di ricevimento delle liste deve risultare dal protocollo della
Commissione elettorale o della Scuola. Nel caso di liste
presentate contemporaneamente, l'ordine di precedenza sulla
scheda è estratto a sorte.
31 ottobre – Rinnovo consigli di classe, interclasse e
intersezione
Con circolare n. 70 del 3 settembre 2003 il
MIUR ha ricordato, come di consueto, le procedure per il rinnovo
degli organi collegiali di durata annua. Termine ultimo per le
elezioni dei rappresentanti dei genitori e degli studenti nei
consigli di classe e interclasse è fissato al 31 ottobre.
Le votazioni avvengono nel corso di apposita
assemblea di classe convocata dalla scuola.
La data delle votazioni dei consigli di
circolo/istituto che debbono essere rinnovati sarà fissata dai
direttori generali degli uffici scolastici regionali, per il
territorio di rispettiva competenza, in un giorno non lavorativo
dalle ore 8 alle 12 ed in quello successivo dalle ore 8 alle
13.30.
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