Matteo Fedeli spiega gli Stradivari Sembrerà strano ma anche in tempi ipertecnologici come i nostri, nella musica rimangono ancora molti misteri da scoprire. Uno di questi ha come oggetto il suono dei violini Stradivari, tema a cui si dedicano da molti anni studiosi di tutto il mondo cercando di dimostrare scientificamente le ragioni della sua bellezza ineguagliata. L'ultima teoria riguarda la densità del legno. Curvatura, spessore, inclinazione, colore, ossidazione, resine, idrolisi... quando si parla di Stradivari si sprecano le teorie che combinano chimica, fisica e meccanica. Eppure l'intensità e la grazia del suono di uno Stradivari rimangono a tutt'oggi impossibili da imitare e a nulla valgono le sofisticatissime tecnologie costruttive utilizzate nei moderni violini. Non solo, gli Stradivari più invecchiano e più migliorano. Suonare uno strumento simile è il sogno di ogni musicista, ma solo pochi fortunati hanno questa possibilità. In tutto il mondo ne rimangono ancora circa solo 600 esemplari, ognuno dal valore di diversi milioni di euro e prima o poi potrebbero non essercene più. Cosa non impossibile se pensiamo alla fine di quello del violinista inglese David Garret, che subito dopo un'esibizione a Londra è inciampiato sul suo Stradivari da 3 milioni di euro distruggendolo completamente. Senza arrivare a episodi di questo genere, è comunque alto il rischio che il prezioso strumento si danneggi anche mentre se ne studiano le caratteristiche costruttive. Onde evitare spiacevoli inconvenienti, un ricercatore olandese del centro medico dell'Università di Leida (LUMC) ha messo a punto un programma al computer per rilevare la densità del legno in modo non invasivo, partendo dall'idea che proprio la densità del legno ha un impatto preciso sull'efficacia delle vibrazioni e quindi nella produzione del suono. Luogo dell'intervento il Mount Sinai Hospital di New York, dove cinque violini Stradivari e sette violini contemporanei sono stati messi a confronto. Secondo gli studiosi i risultati delle Tac hanno mostrato precise differenze ed in particolare sarebbe l'omogeneità della densità del legno a rendere gli Stradivari così superiori rispetto ai violini moderni. Il segreto degli strumenti cremonesi si celerebbe dunque nel materiale e non nella forma... in attesa che qualcuno si inventi una nuova teoria...
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