Le sue raccolte più importanti sono «Sirene, nocche, stivali» (1963), «Lettere a Marta» (1968), «Poesie da Algeri», «Una semplice brama» (1973), «Poesie cinesi» (1975), «Tensioni» (1975) e «Ostinata speranza» (1979). Era presidente emerito del Dipartimento di Studi Africani dell'Università di Pittsburgh (Stati Uniti). Nato nel 1924 da genitori sudafricani nella Rodesia Britannica, Dennis Brutus finì in carcere quando, agli inizi degli anni Sessanta, condusse una campagna per il boicottaggio del Sud Africa nel mondo sportivo internazionale. Il futuro poeta fu prigioniero nel carcere di Robben Island con Mandela. Da quelle di Londra del 1964 contribuì a far bandire il Sudafrica dalle Olimpiadi finchè non avesse abrogato l'aparteheid. Dopo la vittoria morale condivisa con Mandela per la fine dell'apartheid, Brutus ha continuato fino all'ultimo una nuova protesta, questa volta contro l'ingiustizia economica. Nell'ultimo decennio i suoi obiettivi polemici sono state le multinazionali, le banche e quelle istituzioni che traggono profitto da ciò che egli ha definito «un sistema globale di apartheid economico».Secondo la scrittrice Olu Oguibe, direttore ad interim dell'Istituto di African American Studies presso la University of Connecticut, "Bruto è stato probabilmente l'Africa più grande e più influente poeta moderno dopo Leopold Sedar Senghor e Christopher Okigbo, sicuramente il più letto, e non dubbio tra i migliori poeti del mondo di tutti i tempi. Più di questo, era un attivista coraggioso per la giustizia, un organizzatore instancabile, un incorreggibile romantico, e di un grande umanista e maestro ".