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Così come il solstizio invernale, che coincide all’incirca col 25 Dicembre, anche quello d’estate, il 24 Giugno, il giorno di San Giovanni, è sempre stato un giorno carico di significato e di suggestioni in cui si sono sovrapposte, nel corso dei secoli, varie tradizioni e diversi culti.
In epoca pre- romana, per i Sabini, il Sol indiges rappresentava una vecchia divinità che personificava la luce del sole, attraverso la quale tutto nasce e cresce, ed era sempre associato al culto della dea Luna che era il simbolo dell’alternarsi delle stagioni e venivano sempre rappresentati congiuntamente nel tempio di Giove Capitolino. In seguito, in epoca imperiale, il culto solare ( che i Romani desunsero dal culto egizio di Aton, confermando che il nucleo della primeva religione egizia era improntato su un deciso monoteismo, rappresentato dal Sole ma solo in forma simbolica, e non politeista come comunemente , ed erroneamente, si continua ad insegnare…) venne celebrato come Sol Invictus, il cui culto venne esaltato soprattutto dall’imperatore Giuliano.
Il giorno consacrato era , appunto, il 25 Dicembre che concludeva, fra l’altro i Saturnali, le feste dedicate al dio Saturno, dio della semina e delle vigne ( ma anche di altri significati meno prosaici…) la cui leggenda racconta che si fosse rifugiato nel Lazio ( Latium infatti viene da latere, ovvero nascondere) quando venne cacciato dall’Olimpo e nella quale regione,attraverso le sue arti, educò il popolo e lo iniziò ad un’epoca di pace e di prosperità.
Al solstizio d’inverno ed al culto solare sono legati altri culti come quello di Mitra, la cui origine è vedica e successivamente assimilato anche nella cultura indo-persiana. Il culto di Mitra ha straordinarie analogie con Cristianesimo; anche Mitra infatti era venerato come un dio nato da una vergine ed anche nel mitraismo esiste la dicotomia tra il Paradiso e l’Inferno.
Anche se con la nascita del Cristianesimo il significato religioso che venne attribuito al 25 dicembre è assolutamente diverso rispetto ai culti solari che abbiamo detto, permangono tuttavia molti simboli, anche nel Cristianesimo, che sembrano riallacciarsi a questi ultimi. L a forma rotonda dell’ostia, ad esempio, ma anche la tonsura che portavano monaci ed altre e varie simbologie, sono, in un certo senso, usanze postume del sincretismo che ha contraddistinto per secoli il culto solare ed i giorni ad esso consacrati.
Tecla Squillaci
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