In questo periodo
storico investito da guerre, tsunami, intolleranze razziali e
quant'altro di scandaloso, di inaudito si consuma dinnanzi ai nostri
occhi, vorrei cercare di trattare un tema che apparentemente potrebbe
risultare di irrilevante importanza.
Invece quei tagli incresciosi e del tutto fuori luogo imposti
dall'attuale governo nazionale a danno di chi produce e ama la Cultura,
è il punto cardine da dove si dovrebbe partire proprio per uscire dalla
crisi; crisi molto grave che sta subendo il nostro Paese.
È assurdo, sembra paradossale essere cittadino in una Terra che ha
partorito i più illustri ''artigiani'' in ogni campo artistico che
hanno lasciato segni indelebili, non solo in Italia, ma anche in gran
parte del mondo e vedere teatri, sale cinematografiche, musei, ecc.
chiusi perché non vengono erogati i fondi che li tengono in vita, non è
un buon biglietto da visita.
Allora al posto di riavviare, di riabilitare la Cultura in un Paese che
sta perdendo il ''gusto'' e l'interesse di farsi ''furbi'', quale altra
ricetta ci viene fornita? E sì! Signori Ministri Bondi e Tremonti,
prima di amministrare bene o male, in questo momento occorrerebbe
aguzzare l'ingegno, anziché filosofare sui numeri (cosa assurda, ma
state dimostrando di esserne maestri!).
Per ripartire in una Nazione alla quale si vuol dare l'opportuno
decoro, la dignità che a gran titolo si merita, bisogna restituire
proprio quello che le si è sottratto. La promozione della Cultura,
fatta tramite spot con il sorriso spavaldo del Presidente del
Consiglio, mi giunge assai poco convincente, non solo per la dichiarata
disistima che nutro nei suoi confronti ma, appare esplicito che il
medesimo promo, essendo realizzato dal Ministero per i Beni Culturali,
viene ad essere finanziato con il denaro dei cittadini.
Non vi sembra il cane che si morde la coda e, fra l'altro, il cane che
arriva piuttosto tardivo ed inefficace rispetto alla tabella di marcia?
Se davvero si ha a cuore la Cultura mi chiedo perché si è lasciato
vacante per mesi il rispettivo Ministero? Ed ancora, perché non ci si
impegna per ridare lo splendore che vi è congenito? Per esempio,
riaprire e rendere fruibili dei siti archeologici di primordine come
quello di Pompei o di Piazza Armerina o di tantissimi altri non meno
importanti di cui l'Italia è piena, sarebbe l'esatta soluzione per
creare delle prospettive occupazionali. Investire sulla Cultura è
possibile, quanto doveroso: significa fare terapia d'urto non solamente
contro la disoccupazione ed è l'unica carta da giocare proprio perché
il buio è più che pesto.
Nella Regione Sicilia, la brutta vicenda dei tagli assieme alla cattiva
gestione, minacciano la chiusura di quei siti che ancora boccheggiano,
ma si stanno trascinando nel dramma anche i centri culturali, per
esempio nella mia città di Catania, le Biblioteche Riunite "Civica e
Ursino Recupero", fra le più importanti d'Italia, o la Fondazione
Verga, del cui Comitato Scientifico fanno parte illustri studiosi di
diverse Università internazionali, che rischiano la chiusura per la
drastica riduzione dei contributi regionali, passati da 15 mila a soli
3 mila euro.
Il Sapere, il Conoscere sono strumenti indispensabili per la crescita
individuale e collettiva dell'essere umano, assumono l'ugual funzione
degli anticorpi, servono a farci competere in modo concreto con chi ci
vorrebbe come le 'tre scimmiette': non vedo, non sento, non parlo. Sì!
Si sa che soprattutto nel sud Italia si è fatto leva sull' ignoranza
del volgo e i voti elettorali di scambio ne sono la conferma palese e
drammatica.
Per quanto mi concerne, ho da sempre sostenuto che se proprio devo
espiare una pena, vorrei perlomeno riuscire a difendermi e per fare ciò
in maniera degna e civile, mi occorre mettere a tappeto l’altrui
compagine con l'aiuto dell'intelletto, conoscendo, avendo diritto
all'istruzione e quindi con la possibilità di attingere alla Cultura.
Tradotto in soldoni, come si dice in Sicilia, vorrei morire con gli
occhi aperti; si dice ma non si attua. Probabilmente ancora non ci
siamo resi conto che lo scopo di chi ci governa è di inibire, senonché
di distruggere la coscienza ed insieme ad essa anche uno dei principi
sui quali si basa la Democrazia che è la Libertà d'espressione a
trecentosessanta gradi. Beh!
Direi proprio che con questi dati è facilmente spiegabile come mai,
secondo alcune accozzaglie di politicanti dell'epoca odierna, conviene
affermare che la Cultura non sfama.
Arcangelo Gabriele
Signorello