Luglio 2011. Una massiccia
manifestazione a difesa della scuola pubblica si è svolta a Santiago
del Cile nonostante che la polizia non avesse autorizzato il corteo;
partendo da Piazza Italia e dopo aver riempito la zona di Alameda il
corteo ha sfilato in buon ordine fino al ministero dell’Istruzione.
Hanno marciato pacificamente dirigenti della Confederazione Studentesca
Cilena (Confech), del Collegio dei Professori, studenti, accademici,
lavoratori e famiglie al completo.
Lo stesso é successo al nord e al sud del paese, a Valparaíso,
Concepción, Punta Arenas, Chillán, Puerto Montt, Castro e altre città.
In totale, oggi a Santiago si stima abbiano partecipato150 mila
manifestanti.
Il deputato Lautaro Carmona, segretario generale del Partito Comunista
del Cile (PCCH), ha dichiarato: “Mi è sempre difficile dire: questa è
la più grande manifestazione che ci sia stata, ma in questo caso mi
azzardo a dirlo, perché è stata una manifestazione di carattere
nazionale che si è svolta in tutto il Cile. Una mobilitazione che ha
per protagonisti gli studenti e i professori ma che ogni giorno riceve
più partecipazione e solidarietà da parte di altre espressioni sociali
e politiche.
Una mobilitazione che il governo ha cercato di evitare in ogni modo:
dinieghi, allarmismi, l’isteria del sindaco, intimidazioni velate e
dirette. Gli studenti si sono concentrati lo stesso con un alto livello
di capacità organizzativa e allegria, uniti nella certezza di avere
dalla propria parte le idee.
Chiedo che chi governa assuma le proprie responsabilità, perché
il paese non é un affare privato e non va trattato nelle stanze e
attorno agli scrittoi privati, alle spalle della gente, burlandosi di
ciò che è di portata nazionale. (..) Chi può dire che si tratta di
qualcosa di meno? Non c’è niente di più categorico di quello che è
successo oggi. (..) Ancora una volta le menti più reazionarie
pretendono di dire: “Muoia la cultura!”. Ma la cultura trionferà e
dominerà, perché lo vuole la maggioranza assoluta della società cilena”.
La dirigente nazionale del Collegio dei Professori, Bárbara Figueroa ha
dichiarato: “Io credo che ciò che hanno voluto fare é stato minimizzare
questa mobilitazione e partecipazione, negando il permesso di
manifestare, ma questo, come abbiamo già detto ieri, e dimostrato oggi,
non importa. (..) Noi non possiamo, la cittadinanza non può fermarsi,
anche se sappiamo che un gruppo d’infiltrati dopo la manifestazione si
lancia in atti vandalici. Riteniamo che l’autorità sta sbagliando e ciò
che dovrebbe fare é ascoltare questa maggioranza, invece dei settori
minoritari ai quali la polizia non fa nulla, mentre noi manifestiamo
pacificamente. Del resto, questo è stato il tono di ogni corteo
svoltosi in Cile”.
Agosto 2011. Più fondi per la
scuola pubblica: la manifestazione degli studenti, degenerata in
scontri con la polizia, in varie città cilene si è conclusa con oltre
550 arresti. Un numero consistente soprattutto se si pensa che alle
manifestazioni hanno partecipato non più di cinquemila persone.
Tra i poliziotti 29 feriti, di cui uno "in gravi condizioni". Il
vice-ministro dell'Interno Rodrigo Ubilla ha fatto anche sapere che non
ci sono stati "civili feriti". Gran parte degli arresti (284) sono
avvenuti a Santiago.
La giornata di mobilitazione, l'ottava dall'inizio delle proteste a
maggio, è stata di gran lunga la più violenta, ma anche la meno
partecipata. A giugno c'erano state manifestazioni con fino a 80.000
persone.
Studenti e insegnanti, che chiedono l'aumento dei fondi per la scuola
pubblica e superiore, avevano annunciato due manifestazioni. Il governo
non aveva autorizzato questi cortei, un divieto visto come una
"provocazione" dai contestatori.
(La Repubblica)