La grave crisi
finanziaria in cui versa il paese richiede politiche in grado di
garantire tenuta e stabilità dei conti pubblici e un piano di rientro
dal debito. Le scelte di politica economica devono avere caratteri di
rigore ed equità e devono delinearsi in un clima politico e sociale di
coesione. E’ elemento di preoccupazione, rispetto alla tenuta del
rapporto tra rappresentanza politica e paese, il deficit di consenso
che si registra tra politica, in particolare di governo, e i cittadini.
Una politica di bilancio, rigorosa ed equa, deve svilupparsi da un lato
nella direzione della riduzione dei costi dello Stato, degli enti
locali, del funzionamento della politica, incidendo su sprechi ,
privilegi, disfunzioni, sovrapposizioni burocratiche, consulenze,
consigli di amministrazione. Dall’altro su politiche in grado di
favorire crescita, sviluppo, occupazione e un piano di infrastrutture
per il Sud. La Uil ritiene urgenti misure di riduzione del carico
fiscale sul lavoro dipendente, che con la manovra del Governo vede
eroso il proprio potere d’acquisto, riduzione della spesa improduttiva
per spostare risorse a favore di innovazione, lavoro, istruzione.
Per la scuola, nelle misure previste dalla manovra, nel
testo approvato dal Senato, rimangono da correggere:
- il differimento del pagamento del TFR - 40 + 1 + 8 : sono i numeri
della questione ‘finestra’ per la scuola
E’ una misura che appare particolarmente ingiusta perché alla normativa
attuale, che prevede per il personale della scuola una sola possibilità
all’anno per andare in pensione ( a settembre, prima dell’inizio
dell’anno scolastico, per evitare di incidere sulla didattica) si
aggiunge l’anno in più previsto dalla manovra, e a questo i mesi
aggiuntivi fino a settembre. Il paradosso contenuto nel decreto è che
in un comma sancisce l’obbligo per chi ha maturato i 40 anni di
anzianità ad andare in pensione. Nel comma successivo dispone il
differimento di un anno che nella scuola può diventare di 20 mesi. La
pensione scatta quindi quando l’amministrazione obbliga con 40 anni di
contributi o a 41 e oltre in base alla nuova finestra?
Due interventi che vanno ad aggiungersi ad un quadro complessivo di
criticità degli organici, di retribuzioni non allineate ai livelli
europei, di una mancanza di sostegno alla contrattazione di secondo
livello che, proprio perché attinente ai temi dell’organizzazione del
lavoro e della retribuzione dovrebbe, per sua stessa natura, essere
garantita e supportata da riduzione fiscale, del blocco dei contratti.
La Uil Scuola rilancia la necessità di un piano di modernizzazione
della scuola, che passi attraverso la valorizzazione del lavoro, la
stabilità del personale (di cui il piano di immissioni in ruolo è un
primo momento positivo) e il supporto ai tanti lavoratori che, in un
contesto di tagli agli organici e di riduzione delle risorse, riescono
comunque a garantire una istruzione pubblica di qualità. Il decreto del
governo non ha a sufficienza tali caratteristiche. Per tali ragioni la
Uil Scuola attiverà ulteriori iniziative di mobilitazione finalizzate a
tali obiettivi. Tale mobilitazione deve vedere un’azione compiuta del
mondo del lavoro e dei pensionati, senza divisioni tra settore pubblico
e privato, e deve essere caratterizzata da un campagna capillare di
informazione per far conoscere le ragioni della protesta, per spiegare
le proposte, per dare solide basi di consenso all’azione sindacale per
creare le condizioni di risultati positivi e concreti.
E' quanto dichiarato dall'ufficio stampa della Uil scuola.
(AGENPARL)
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