La settimana
scorsa era stato il Coordinamento per le politiche dell’infanzia e
della sua scuola a esprimere forti perplessità e preoccupazioni sul
monitoraggio, sulle sue motivazioni, sui suoi esiti, sul suo utilizzo.
Oggi è la volta di due associazioni professionali: il Movimento di
Cooperazione Educativa (MCE) e il Centro di Iniziativa Democratica
degli Insegnanti (CIDI).
Certo alle associazioni, che rappresentano la punta di diamante di
quella che viene chiamata “la scuola militante”, non mancano le ragioni
per protestare: il loro contributo, pur previsto nell’Atto di
indirizzo, è stato semplicemente espunto. Ma, con la nobiltà che le
contraddistingue, non tanto di questo si lagnano le Associazioni,
quanto del pessimo segnale di non ascolto, di non rispetto, di non
riconoscimento che questo monitoraggio trasmette alle scuole.
La scuola dell’infanzia e del primo ciclo ha bisogno di un quadro di
riferimento unitario. E’ questo un elemento di importanza strategica.
Per questo la condivisione, sia nel percorso di elaborazione, sia per
quel che riguarda il testo finale, è un aspetto
imprescindibile, sostanziale. A ulteriore conferma della frettolosità
dell’operazione, frettolosità inammissibile per le ragioni esposte, con
la nota MIUR prot. 7870, è già arrivata una proroga della scadenza di
invio dei questionari, motivata da difficoltà tecniche!
La FLC CGIL chiederà formalmente al nuovo Ministro di fermare il
processo avviato dalla circolare ministeriale 101/2011. Nel
frattempo rinnoviamo l’invito agli istituti scolastici a far pervenire
al MIUR atti, documenti, prese di posizione elaborate nella loro
autonomia in merito ai documenti di Indicazioni vigenti.
(da Flc-Cgil)
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