In pensione i
bigliettini da sbirciare durante i compiti per rinfrescare la memoria o
copiare di sana pianta. Alla bisogna, nel tempo delle tecnologie,
accanto ai telefonini, spopolano strumenti d'uso comune, come gli
orologi, che però hanno una memoria carica di dati. Sul sito
scuolazoo.it la proposta di un «orologio-bigliettino» con lo slogan «i
vostri professori non vi scopriranno mai». Niente di più illusorio, a
quanto pare, visto quanto è avvenuto in un istituto superiore a Vicenza
dove alcuni studenti sono stati notati dal professore mentre con troppa
insistenza guardavano l'ora durante un compito di fisica. In un primo
tempo, il docente - come racconta il Giornale di Vicenza - non avrebbe
avuto conferme dirette dei suoi sospetti: sul quadrante compariva
sempre l'ora esatta. Poi, un giro in Internet e la scoperta che quel
tipo di orologio ha un giga di memoria ed è collegabile a un motore di
ricerca. Per i ragazzi della classe ci sarebbe stato così un richiamo
verbale, ma nessun provvedimento disciplinare. Il «finto» orologio,
durante i compiti, potrebbe essere presto messo al bando nell'istituto
vicentino. «Arriveremo ad obbligare i ragazzi a consegnare l'orologio
prima di iniziare il compito - spiega all'agenzia Ansa il professor
Pietro Sergio Cervellin, preside della scuola - così come avviene per i
cellulari. Sono convinto che se questo orologio innovativo diventerà di
moda in tutta Italia, anche nei prossimi esami di maturità, oltre al
telefonino bisognerà consegnare per legge anche l'orologio». «Nessun
studente è stato pizzicato - rileva il preside - e quindi sino a questo
momento non ci sono stati provvedimenti. Da quanto capito, in un
frazione di secondo, tramite un tastino, si può tornare allo schermo
con l'ora, quindi di fatto appare molto difficile per un insegnante
avere la certezza matematica dell'utilizzo in quel modo, anche perché
l'orologio è nascosto sotto il polsino». «C'è quasi la certezza -
aggiunge - che in realtà questo orologio venga utilizzato in altre
scuole. Ecco perché, con un po' di vanto, posso dire che i nostri
insegnanti sono stati così bravi ad accorgersene per primi. Noi
comunque abbiamo affrontato il problema con i professori e a loro
abbiamo detto di fare ulteriore attenzione». «Abbiamo incontrato -
conclude il preside - anche il Comitato Genitori e i rappresentanti
degli studenti, con i quali siamo arrivati alla conclusione che a
scuola si viene per imparare e crescere e non per inventare gesti
scorretti. Chi imbroglia si troverà in seria difficoltà più avanti,
magari agli esami di maturità, dove i controlli sono più rigorosi».
(Ansa) (da http://corrieredelveneto.corriere.it)
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