Più autonomia
responsabile, trasferendo direttamente alle scuole le risorse con meno
vincoli d'uso e più flessibilità organizzativa, per aumentare la
capacità di rispondere ai bisogni formativi del territorio. Specie se a
rischio. È la carta che il governo vuole giocarsi per rispondere alle
domande giunte nei mesi scorsi dall'Ue sull'istruzione e rimaste finora
senza risposta. Insieme ad azioni mirate da varare nell'ambito del
piano Sud aggiornato dal responsabile della coesione, Fabrizio Barca. A
confermarlo è il sottosegretario Marco Rossi-Doria.
Napoletano, 57 anni, insegnante
elementare dal '75, figlio del meridionalista Manlio, Rossi-Doria è
stato chiamato a viale Trastevere dal ministro Francesco Profumo per la
conoscenza dell'amministrazione scolastica maturata all'interno di
commissioni di lavoro nazionali ed europee e per la sua lunga
esperienza di maestro di strada nei Quartieri spagnoli di Napoli. Un
trascorso che affiora qua e là nel colloquio con il Sole 24 ore,
soprattutto quando si tocca la corda della dispersione scolastica e dei
tassi di abbandono ancora troppo alti nel nostro Paese.
«Se diciamo che Pasqualino ha la madre che fa la "vita" e Antonio è
ciuccio di suo affrontiamo il problema della dispersione come una cosa
diversa da quella che è», è l'esempio che il sottosegretario utilizza
per spiegare come la fuga dai banchi sia un fenomeno molto complesso.
Alle variabili «endogene come la rigidità delle procedure, gli orari
dei docenti e i vincoli di organico» quelle «esogene». «Se vieni da una
famiglia che è povera da tre generazioni, dove si parla solo in
dialetto e si chiede solo alla scuola di farti diventare cittadino -
dice - è chiaro che ti trovi a sormontare delle condizioni esterne
troppo potenti». Senza contare l'aggravante che per «ogni studente che
abbandona ce ne sono 10 che non imparano o imparano meno di quello che
dovrebbero».
La lunga premessa gli serve a spiegare perché bisogna abbinare a delle
politiche di sistema («mainstreaming» le definisce) interventi più
specifici. Tra le prime Rossi-Doria indica la volontà di «rendere più
autonome le scuole e dunque più flessibile l'organizzazione». Una
misura su cui il governo sta lavorando nell'ambito di una
ottimizzazione delle risorse esistenti, per rendere più stabile e certa
la dotazione degli organici e garantire «un ammodernamento della
didattica». Mettendo a disposizione delle scuole, magari riunite in
rete, «professionalità capaci di parlare anche ad Antonio, a Pasqualino
e alla madre».
Si arriva così alle azioni mirate anti-dispersione finanziate con una
parte dei 973,4 milioni del piano Sud implementato dal ministro Barca e
modulate sulla base dei «prototipi» già sperimentati sul campo.
«Sappiamo tre cose – fa notare il docente partenopeo –: che c'è un
nesso diretto tra povertà delle famiglie, povertà dell'istruzione e
digital divide, che la dispersione è concentrata alla periferia delle
grandi aree urbane specie al Mezzogiorno e che si è spostata dalle
medie al biennio delle scuole superiori sotto forma di mancata
iscrizione, ritiro precoce o reiterata bocciatura».
Proprio per questo si insisterà sul miglioramento del rapporto
scuola-lavoro attraverso un orientamento precoce degli studenti che li
metta in contatto con le realtà non solo universitarie ma anche
produttive e artigianali del territorio. Al tempo stesso verranno
potenziate le esperienze di studio in residenze all'estero articolando
i programmi su un arco di 4-5 anni. Contemporaneamente si cercherà di
riqualificare gli edifici e finanziare lo sviluppo delle nuove
tecnologie. «Non basta la sala computer - chiarisce - ma vanno formati
i docenti e permeata tutta la didattica aprendola alla potenzialità del
web e dei nuovi media».
Per quanto concerne i «prototipi» per il contrasto alla dispersione,
conclude Rossi-Doria, «serviranno degli esperti che aiutino le scuole a
riflettere sui risultati e ad autovalutarsi». E proprio sul tema della
valutazione, che deve diventare un processo condiviso, sono attese
novità: si partirà dai test Invalsi per misurare i livelli di
apprendimento. Su questo punto, secondo fonti del Sole 24 Ore,
all'inizio della prossima settimana è previsto un incontro già
convocato tra tecnici del ministero e sindacati.
(da http://www.ilsole24ore.com di Eugenio Bruno)
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