I 150 anni
dell’unità d’Italia costituiscono un appuntamento che ci vede, come
cittadini e come cattolici, particolarmente partecipi perché
parte integrante della nostra nazione. La recente polemica della
festa del 17 marzo manifesta ancora i diversi volti di un’Italia non
ancora fatta e della grave carenza del senso dello Stato, che negli
anni non è stato bene coltivato e sostenuto da una adeguata
azione formativa. Anche l’Azione Cattolica che è stata tra le
primissime realtà dello Stato unitario ad avere una connotazione
nazionale, da sempre impegnata a formare le coscienze, capace di
offrire alle persone di ogni età e condizione di vita un cammino di
attenzione all’altro e al bene comune si inserisce nelle celebrazioni
con un documento dal titolo Misura, decoro, rispetto:
modelli per le nuove generazioni che sottolinea gli aspetti
di natura educativa delle vicende politiche dell’Italia forse sinora
sottovalutate. L’unità della Repubblica oggi sollecita e richiama
costantemente la solidarietà nazionale, le autonomie e
dinamiche internazionali”.
In questa prospettiva educativa l’Azione
Cattolica intende offrire una propria valutazione delle
vicende politiche del Paese facendo proprio l’allarme lanciato dal
cardinale Angelo Bagnasco, nella recente prolusione ad Ancona al
Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, a proposito
del “disastro antropologico che si compie a danno dei giovani e di
quanti sono nell’età in cui si fanno le scelte definitive per il futuro
della propria esistenza” ponendo in essere “una rappresentazione
fasulla dell’esistenza e indicando un tipo di successo basato
sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile,
l’ostentazione e il mercimonio di sé”.
“Non è, infatti, educativa l’immagine della donna emersa in
numerosi racconti giudiziari e mediatici. Ne è stata ripetutamente e
insistentemente violata l’intangibile dignità, libertà, uguaglianza”.
Allo stesso tempo “non è educativa l’immagine dell’uomo incapace di
riconoscere nel corpo della donna, e nel proprio, un dono
straordinario, certamente non finalizzato ad appagare un desiderio
egoistico di possesso” e la recente manifestazione di piazza
arriva in ritardo rispetto ai tanti programmi televisvi che in questi
anni hanno fatto scuola di veline e di falsi modelli e d ancora
non smettono la loro perversa opera diseducativa
È, invece “educativo” proclamare con forza, con parole
condivisibili da tutti, la bellezza vera di ogni età e di ogni
soggettività, il senso profondo dell’essere uomo e dell’essere donna”.
Per questo, ci chiede al mondo dei media un modo diverso di
comunicare senza ammiccamenti e senza ridurre la donna e l’uomo solo a
corpo da guardare, da possedere, da sfruttare”.
Non è educativa, ancora l’idea che i giovani e gli adolescenti, per
realizzarsi, debbano mettere da parte i propri talenti, seguendo tristi
scorciatoie. È difficile, infatti costruire un mondo diverso e migliore
se l’unico insegnamento trasmesso alle nuove generazioni è quello di
cercare ostinatamente i favori del potente. È, invece “educativo”, ed
importante, valorizzare e dare sempre più spazio ai giovani talenti
dello studio, della ricerca, dei mestieri e delle professioni, ai
giovani del volontariato e del servizio gratuito agli altri.
Senza cadere nel moralismo di facciata scegliamo con consapevolezza
quali modelli culturali offrire a tutti e la cultura cattolica, la
religione, la dimensione spirituale dell’uomo ne ha tanti da proporre e
non occorre andarli a cercare nei surrogati dei programmi televisivi e
delle ricerche d’oltre oceano.
Inoltre secondo l’Azione Cattolica sul fronte del diritto di
informazione non è educativa la percezione che il riserbo delle
inchieste giudiziarie sia costantemente minato da interessi politici e
giornalistici, e che sul sistema della giustizia si addensi l’ombra
della manipolazione di parte”. Allo stesso tempo, “diseduca al valore
dell’informazione assistere sui media ad una guerra frontale,
caratterizzata anche da 'dossieraggi' e 'killeraggi' contro i propri
'nemici', che siano politici della parte avversa o magistrati o uomini
della cultura e dell’informazione”.
Il richiamo alla deontologia e all’imparzialità nelle professioni
e nei ruoli e alla responsabilità personale
costituisce una garanzia per la tenuta della democrazia”.
Diventa, dunque, educativo promuovere uno sforzo per tenere le
istituzioni fuori dalla bagarre, restituirle alla loro credibilità
pubblica e alla loro funzione di servizio, facendo in modo che in
queste vicende possano essere punti di riferimento saldi, e non parti
in gioco al fine di rendere concreto l’esercizio di una cittadinanza
attiva e responsabile
Nella lettura storica dei 150 anni dell’Unità d’Italia è
“educativo” valorizzare ciò che di buono e di
operoso, è stato realizzato negli anni e si
sono realtà, civili e ecclesiali che ogni giorno si sforzano di
veicolare queste idee per costruire davvero un tessuto di valori
positivi e condivisi” così come “ci sono agenzie educative, come la
scuola, in cui tra mille difficoltà si cerca di formare anche ad una
vita civile consapevole”. Senza dimenticare che “ci sono famiglie – le
quali costituiscono ancora il cardine della nostra società – che, pur
fra innegabili difficoltà, cercano di dare una cornice di riferimento
etica ai loro figli. Forse in questo momento tutto ciò può sembrare di
secondaria importanza, ma chi crede nel futuro sa che non è così.
E’ per questo, si legge del documento: che ci appelliamo a tutti
i protagonisti delle attuali vicende perché recuperino urgentemente,
per il bene del Paese.
Recuperare il senso della misura, del decoro e del rispetto è un
monito che viene dal cuore di tanti italiani che nel bianco del
tricolore, tra il rosso ed il verde della bandiera, scrivono la
loro pagina di storia, di civiltà e di progresso . Con giovani
italiani come questi si può costruire un domani migliore.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it